Il mistero della coscienza

 

Intervento di Ignazio Majore e Gian Paolo del Bianco a “Dialoghi sulla Coscienza” (10-11-12 aprile 2015, Villa Bertelli – Forte dei Marmi). Convegno organizzato da Simona Barberi Eventi.

Tra gli argomenti del video:

Freud ha basato tutto sulla rimozione. Per lui esiste una parte della psiche dove sono bloccati gran parte dei nostri pensieri e pulsioni, che non possono manifestarsi a causa della censura interiore. La forza che blocca la manifestazione degli aspetti istintuali è il super-io.

La psiche è un aspetto del corpo, quindi non può essere diversa nel modo in cui funziona. Il corpo cerca di permanere, di superare la morte, e così è per la psiche.

Le malattie mentali disturbano il comportamento della vita. Dobbiamo cercare quei punti dove la morte prevale e ricreare un rapporto con la vita.

L’inconscio che funzione ha, dunque? Per Freud l’inconscio è una vita parallela a quella della coscienza.

Gli altri animali sentono la morte quando se la trovano davanti, l’uomo invece ha coscienza continua della morte.

La coscienza della morte non è uno svantaggio, perché bisogna difendersi e fare progetti. Ma è una questione di quantità: quando la morte diventa incombente, con la sensazione di non poter esistere, allora è un problema.

Più morte c’è e meno c’è vita, e viceversa.

Freud si occupava della sessualità ma non aveva consapevolizzato che la sessualità è una reazione alla morte.

La struttura biologica, di fronte alla morte non pensa ma reagisce.

La coscienza usa il simbolo per trasportare a livello profondo aspetti indicibili, non comprensibili attraverso le parole.

La coscienza non è solo la percezione dell’oggetto percepito ma anche della nostra capacità di percepire.

La relazione d’aiuto tra paziente e terapeuta permette alla persona di entrare in contatto con la problematica non a livello superficiale ma profonda..

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