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05. NUTRIMENTO PER IL CORPO E NUTRIMENTO PER L’ANIMA

Ognuno di noi vorrebbe trovare la dieta perfetta per la salute fisica e per la bellezza della propria forma. Conosco molte persone che si fissano ora su una teoria, ora su un’altra senza comprendere che per far funzionare ciò che si ritiene vero per sé in quel momento, occorre essere morbidi.

Certamente è importante il cibo che scegliamo, ma lo è ancora di più l’atteggiamento con cui lo mangiamo. Le sensazioni che avvertiamo nel corpo come paura, rabbia o come gioia, tenerezza, sono il primo nutrimento e determinano la creazione della nostra realtà.

Il cibo che mangiamo viene impregnato da questo sentire. Se proviamo rabbia, qualunque alimento porteremo in bocca si trasformerà in rabbia. Non sarà mai un cibo veramente sano, anche se fosse biologico o raccolto nell’orto di casa.

05Il nemico (sempre che ci sia), non sta fuori, ma dentro di noi. Quando ci alimentiamo con paura, sarà questa a scorrere nel nostro sangue e a distruggerci la vita peggio del cibo più malsano. Ecco perché in tutte le culture spirituali si prende tra le mani il piatto prima di iniziare a mangiare e si recita una preghiera o si rimane un attimo in raccoglimento.

Ho visto persone portare avanti guerre assurde grazie alle loro verità sui cibi migliori. Quanta rabbia, quanta paura. Nutriamoci con una briciola di tenerezza, nutriamoci con un istante di gioia. Ascoltiamo umilmente il nostro corpo e piano piano saremo in grado anche di capire quale alimento è più adatto a noi.

Non è il pensiero che decide la nostra dieta, non è il pensiero che assaggia un panino. Il corpo sa. Basta ascoltarlo profondamente e abituarsi a farlo sempre, allora diverremo consapevoli di cosa gli è più adatto per star bene.

L’anno scorso in un albergo al mare, trovavo a pranzo e a cena tavole imbandite con piatti meravigliosi di ogni tipo. Mi accorsi però dopo qualche giorno che spontaneamente prendevo quasi sempre riso bianco e qualche verdurina con altri cibi molto semplici. Il mio corpo amava proprio mangiare così e non aveva alcun desiderio di tutte le altre prelibatezze. Ma il mio pensiero cercava di convincermi: “Non vorrai mica rimanere in un posto simile senza gustare tutto questo ben di Dio?”. Ormai però ho perso la fiducia nel pensiero per riporla nell’umile ascolto di tutto ciò che c’è, quindi non mi feci convincere. La mia non era una rinuncia per qualche motivo ma un desiderio derivato da un ascolto. Provavo piacere nel mangiare riso e verdure; bisogna essere felici quando si mangia!

Immagino che molti di voi sappiano ascoltare il proprio corpo per capire come alimentarsi, ma, scelto il cibo più adatto, diventa fondamentale accompagnarlo con sentimenti positivi.

E, a volte, basta solo aprire il nostro cuore al “grazie”, per sentirci nutriti profondamente…

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