Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

78. TEMPO PER SÉ

I maestri spirituali che ho conosciuto hanno sempre insistito sull’importanza di prendersi del tempo per sé, per potersi dedicare alle pratiche interiori senza il ritmo frenetico della quotidianità. Non sto parlando del fatto di trasferirsi in una grotta per meditare giorno e notte, ma momenti più o meno lunghi da dedicare unicamente ad ascoltarsi a fondo per prendere maggior consapevolezza di sé. Una sola giornata passata in solitudine in un posto ispirante ascoltandosi e praticando le tecniche interiori apprese è un vero balsamo per l’anima.

Spesso però non si è capaci di stare in compagnia di se stessi: subentra la noia, la voglia di distrarsi, l’impulso irrefrenabile di pensare ai propri problemi sperando così di risolverli. Anche da soli, molti tengono radio o tv accesa, oppure pensano così tanto da non accorgersi nemmeno di quello che stanno facendo. Lavare i piatti, camminare o svolgere i propri compiti quotidiani pensando alle mille preoccupazioni di una vita non è un buon modo per essere felici!

Abbiamo bisogno di fermarci un po’ per dedicare tempo alla presenza, alla presa di consapevolezza del momento che stiamo vivendo, senza giudicarlo, senza interpretarlo, ma solo stando in sua compagnia, in silenzio, vuoti ad ascoltarlo. Abbiamo bisogno di stare soli in silenzio per ascoltare semplicemente quello che c’è anche se non ci sembra nulla di speciale.

Siamo condizionati a dover sempre fare, fare, fare e pensare, pensare, pensare… quando tutto ciò di cui necessitiamo veramente sono solo attimi di silenzio da noi stessi, dalle nostre voci interiori, dai nostri ideali di perfezione, dai nostri giudizi, dalle nostre opinioni.

Soli con se stessi non vuol dire passare del tempo in compagnia dei propri pensieri – noi non siamo quelli – ma significa stare in compagnia con tutto ciò che c’è in quel momento. Lasciar spazio al momento presente e abbracciarlo teneramente qualunque esso sia; accoglierlo, ascoltarlo senza giudizi, senza dire la propria e… lasciarsi amare.

È proprio così: stare in compagnia di se stessi vuol dire far silenzio e lasciarsi amare dal momento presente, abbandonandosi a esso.

Lasciamoci abbracciare dal nostro respiro che pervade il corpo come un’onda armonica, dal canto degli uccellini o dal rumore delle macchine, dal vento che muove le foglie e dal vociare della gente. Lasciamoci abbracciare da tutto quello che percepiamo con i cinque sensi, lasciando spazio alla vita. Proviamo ad avere nel cuore un semplice grazie rivolto a tutto ciò che fa parte del nostro istante, anche se il nostro presente fosse doloroso.

Quando, all’inizio di quest’ultima gravidanza, sono stata male vomitando per due mesi, mi sembrava di essere all’inferno, ma cercavo ugualmente di stare in compagnia con il mio momento presente. Ascoltavo il mio tremendo malessere in silenzio, cercando di arrendermi al suo abbraccio. Quando non combattevo il mio doloroso momento, sentivo una grande pace che percepivo come un sottofondo luminoso sul quale si dipingevano i colori scuri del mio star male, e, man mano che mi arrendevo sempre più, era proprio il sottofondo di pace a prendere evidenza alla mia consapevolezza.

Il dolore non è piacevole, non dobbiamo aspettarci questo, ma non è necessario vivere nel piacere per essere felici, altrimenti potremmo esserlo solo quando tutto va come vogliamo noi.

Abbiamo bisogno di star soli con Dio, anche se non lo sentiamo. È il metterci in Suo ascolto che è la cura. Dopo un po’ qualcosa accade sempre. Se non ci facciamo prendere dalla fretta, Lui risponde sempre. A Suo modo, ma ci soddisfa pienamente.

A luglio terrò il mio solito ritiro estivo con tutte le persone che vorranno partecipare. Amo quel momento perché lo considero un viaggio tutti insieme nella dimensione della pace, della gioia, della libertà. Ogni anno pur guidando il gruppo per molte ore al giorno, sento che sto in realtà dedicando anche del tempo a me poiché mi apro tutte quelle ore al contatto con l’infinita Forza alla quale mi abbandono per lasciarLe spazio e per potermi offrire come tramite.

L’amore in azione è uno splendido modo per prendersi tempo per sé; quando mettiamo le nostre abilità al servizio degli altri con il cuore aperto, nel silenzio dalle nostre voci nella testa, e nel tenero ascolto del semplice momento che siamo chiamati a vivere, Dio si fa sentire per lenire ogni nostra ferita e per mostrarci il nostro vero volto divino…

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