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98. IL POTERE DEL “SÌ”

Ogni nostra sofferenza è causata da un “no” alla vita di qualche tipo. Questa è una dura lezione che ho imparato! Tutto quello che non si accetta crea sofferenza. Quanti maestri me l’hanno ripetuto!

Spesso si confonde però la rassegnazione con l’accettazione. La rassegnazione è tristezza, l’accettazione lascia spazio alla gioia e alla libertà. Una è chiusura, l’altra è apertura del cuore.

Molti credono che accettare qualcosa di spiacevole faccia cadere nella rassegnazione e nella inattività, invece proprio non è così. Pensiamo a una malattia o ad una sconfitta; accettare quello che c’è permette di accedere alla propria forza creativa per trovare una soluzione di felicità.

Mio figlio Martino quest’anno ha fatto la prima liceo scientifico ed è stata dura perché non ama studiare. Quel liceo è stata una sua scelta, anche se non immaginava quante ore avrebbe dovuto passare sui libri. Comunque è andata abbastanza bene nel senso che è stato rimandato in matematica e storia. Se al liceo mi avessero dato due materie a settembre, credo che sarei rimasta in shock a vita.

Mi ricordo già che dall’inizio dell’anno pregavo i miei maestri di luce per non farmi rimandare; studiare anche in estate sarebbe stata per me una vera tortura. Il mio Maestro invece mi diceva: “Accetta di essere rimandata e vedremo cosa si può fare”, e io ricordo che ci provavo senza riuscirci. Sapevo però che la condizione necessaria ai miracoli è accettare il punto di partenza, perché Dio non passa dai “no”. Allora provavo infinite volte finché riuscivo ad accettare quello che tutto il mio essere aborriva. Quanti miracoli!

A Martino ho detto la stessa cosa: “Se non accetti la situazione di partenza, tutto ti sarà più difficile, accetta di dover studiare e sentirai pace”. Gli ho attaccato dei fogli alla scrivania con frasi sull’atteggiamento interiore da tenere nella vita. Non li ha staccati! Questa estate ha studiato più che tutto l’anno, è stato più bravo di me… io alla sua età sarei andata fuori di testa.

Aveva paura di essere bocciato e io gli dicevo: “A me non interessa se sei promosso o bocciato, ma come affronti quello che stai vivendo. La vita sa come farti fiorire, fidati di lei come una madre amorevole. Tu pensa solo a dare del tuo meglio e lascia a Dio, alla vita, i risultati. Accetta già ora quello che ti fa paura, cioè di non essere promosso e ti sentirai libero. Avrai più energia e forza vitale”. Gli ho fatto vedere in modi diversi che sarebbe potuto essere felice sia da promosso sia da bocciato.

Quest’anno durante il corso che ho tenuto in Umbria ho parlato a lungo di come trasformare tutti i “no” in “sì”. Siamo pieni di “no”. Il nostro corpo è pieno di “no”. E la vita lì si interrompe, nasce il problema, il dolore, la sofferenza.

La prima cosa è capire veramente quali sono i nostri “no”. Questa è una parte difficile perché non li vogliamo vedere per cui li nascondiamo, li mascheriamo oppure, peggio, ancora li giustifichiamo. Noi non vogliamo dire “sì” perché pensiamo che dire “sì” a una situazione che riteniamo ingiusta significhi dare la vittoria all’ingiustizia. Invece dobbiamo ben capire che il “sì” viene detto alla vita, non all’ipotetico nemico.

“Sì, accetto di essere felice con quello che c’è in questo momento”, anche se a volte è durissima, anche se ci si sente morire, anche se quel sì è impronunciabile. Noi dobbiamo riuscire a dirlo con il cuore… se vogliamo che la sofferenza si tramuti in libertà.

“Sì, accetto quello che la vita ha da darmi, anche se mi terrorizza, apro il mio cuore e mi arrendo con gioia”.

Se per esempio ho paura della malattia, sento la mia paura nel corpo; è un punto rigido, contratto, è lì che dimora il “no”. Rilasso quel punto espirando e ripetendo: “Sì, dico sì a Te, sia fatta la Tua Volontà, se la malattia verrà sarò felice nella malattia, se non verrà sarò felice nella salute”.

Siamo nati per trasformare tutti i “no” alla vita in “sì”; allora realizzeremo la famosa resa di cui parlano i maestri, e saremo felici, qualunque cosa ci capiti.

I “no” bloccano il nostro potenziale, ci fanno rimanere fermi, legati alla situazione di sofferenza, mentre i “sì” ci portano movimento e la chiara visione dei passi da fare verso la nostra felicità. Non possiamo controllare la vita resistendole oppure opponendoci all’impermanenza di tutti i fenomeni; non possiamo continuare a credere che i nostri “no” ci tengano al sicuro da ciò di cui abbiamo paura.

Le paure vanno affrontate abbracciandole. A mio figlio Elia, che ha tre anni, insegno a tirare fuori da sé i mostri delle sue paure per abbracciarli, dicendogli che è l’unico modo per renderli innocui. Non è una favola, è proprio così. E anche se è piccolo lo sa fare benissimo. Non possiamo evitare ciò di cui abbiamo paura chiudendo il cuore e dicendo “no”, ma spalancando braccia e cuore a quel mostro che ci paralizza. Allora ci accorgeremo che il nostro abbraccio ha il potere di sconfiggere qualunque drago… e saremo felici.

Trovati i “no”, poi non è difficile trasformarli in “sì”. Basta prendere consapevolezza che è una nostra scelta. Dipende solo da noi: scegliere quel “sì” con il cuore e accettare che la nostra felicità possa passare anche dalle cose che meno vorremmo. In questa operazione alchemica non siamo soli; il Divino è sempre con noi, con il Suo amore, con la Sua forza, con il Suo tenero abbraccio che ci consola a ogni lacrima.

Quei “sì” vanno proprio al Divino Amore: “Padre, Madre, sia fatta la Tua Volontà, perché è attraverso la Tua Volontà che passa la mia felicità. Chino il capo a Te perché mi sai far felice più di quanto ci riesca io stesso, mi arrendo alla Vita dell’Adesso, tolgo il potere al mio piccolo ‘io’ illusorio per ridarlo a Te, Luce dell’Universo”.

Carlotta Brucco

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5 commenti su “98. IL POTERE DEL “SÌ””

  1. Sono stra d’accordo con la questione del no. Anche i miei figli quest’estate hanno affrontato uno 5 materie (a scienze umane c’e’ una materia che vale due: scienze umane cioe’ psicologia e pedagogia) e l’altro 2. Accettare piu’ che si puo’ che ogni cosa concorra al bene, anche un’eventuale bocciatura, di fronte alle difficolta’ e’ stata la mia riflessione e li ho accompagnata. Per via del massimo impegno sono stati promossi, ma vedo che appena tornati a scuola hanno ripreso a trovare i soliti motivi per ridire no. Ci sono eta’ che sono meno duttili, o forse caratteri, non so.
    Se posso chiederti un favore, oggi che e’ il compleanno del mio piccolo (15 anni), azzardo la mia proposta: alcuni articoli dedicati agli adolescenti, che trovano meno motivazione di prima nell’impegno, visto il cielo di questo mondo spesso e’ “nuvoloso” e impedisce la vista dell’orizzonte. Grazie e buon lavoro

  2. Ho letto con piacere e apertura di cuore le tue parole..sono semplici vere e immediate..arrivano all’anima. .mi impegno da ora a dire si alla vita..sia fatta la tua volontà. .fammi fiorire come solo tu sai..un abbraccio carlotta..grazie

  3. Che bello, dopo le vacanze, faticose… ma ricche di sì, ritrovare le tue riflessioni del cuore sulla vita di noi tutti. Grazie Carlotta, i tuoi bimbi sono molto fortunati ad averti come mamma, ma anche noi come amica! Buona ripresa di attività! Ti ricordo nelle mie pratiche, restiamo “connesse”. Donatella e… Torino…

  4. Ci sono cose che è più facile dire sì, sebbene sgradite, e ci sono cose, situazioni, nodi che la nostra anima fa davvero fatica ad accettare. Sarebbe molto importante approfondire il come fare in questi casi. Grazie per i preziosi insegnamenti

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