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42. I COLORI DELL’AURA

28/02/18

Che il corpo umano abbia un particolare e complesso campo energetico, comunemente chiamato aura, è ormai risaputo. Esso è la manifestazione del campo energetico universale, che organizza la materia e le dà forma. Anche gli oggetti inanimati hanno un’aura e, se permangono a lungo a contatto con una persona, possono assorbirne l’energia e irradiarla.

La specificità dell’aura umana non consiste tanto nella sua qualità energetica, composta, secondo recenti esperimenti, da minuscole particelle che hanno un movimento fluido, simile a quello di correnti d’aria, quanto piuttosto nel fatto che in essa si manifestano incessantemente i pensieri, le emozioni e le sensazioni, assumendo forme e colori.

Non solo: in essa si depositano i ricordi, collegati altresì ai tessuti muscolari e a precise parti del corpo, secondo la struttura e le dinamiche dello psicosoma, e quell’insieme di pensieri che di fatto costituiscono gli schemi comportamentali di ogni persona.

L’aura umana è formata da sette strati (detti anche corpi) che si circondano e compenetrano l’un l’altro, con una frequenza vibrazionale che aumenta via via verso l’esterno.

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Generalmente il colore che avvolge più da vicino il corpo fisico è blu, mentre il campo aurico si espande tutt’intorno in un grande alone giallo, la cui ampiezza varia a seconda delle condizioni psicofisiche. Con un po’ di attenzione non è difficile osservare una luminescenza azzurra che si irradia dalle estremità delle mani e dei piedi e dalla sommità del capo: sono veri e propri fasci di luce che possono assumere anche riflessi di vari colori. L’azzurro di solito si muta in giallo intorno al capo a una distanza di 7-10 centimetri. Questa aureola («piccola aura») è tanto più ampia e splendente quanto più puro è il pensare e il “sentire” (le emanazioni mentali producono naturalmente il giallo).

Il fenomeno più sorprendente (se “più sorprendente” si può definire un aspetto di ciò che è in sé meraviglioso) è il variare continuo dei colori all’interno dell’aura in corrispondenza del nostro stato emotivo. Siamo esseri di energia, e oggi, grazie a speciali dispositivi, è possibile fotografare anche gli aspetti delle emozioni umane, rilevati da una precisa gamma di colori.

Per esempio, un’emozione intensa innescata da un accadimento doloroso può scatenare dalla testa contemporaneamente raggi rossi, arancio, gialli e azzurri.

La paura si manifesta invece nell’aura con una colorazione bianco-grigia, analoga al “volto dello spavento”, mentre l’invidia produce un verde scuro, dall’aspetto sgradevole, ben diverso da quel verde chiaro e brillante che segnala salute e vitalità.

42longAnalogamente un rosso-arancio vivo indica la presenza di una vibrante forza vitale, ma il semplice rosso è segno di collera, liberamente espressa se chiaro, trattenuta e repressa quando è scuro. Frustrazione e irritabilità colorano l’aura di toni rossastri e cupi con vibrazioni irregolari che, interferendo col campo energetico di chi sta intorno, creano disturbo. L’ira genera lampi rossi che si irradiano dal capo, mentre la tristezza si addensa in una “nube” grigio scuro, proprio come nelle raffigurazioni dei fumetti.

Una donna incinta è invece circondata da una bellissima aura dalle morbide tonalità pastello rosa, azzurre, gialle e verdi, particolarmente ampia e luminosa. Notevole è anche l’aura giallo-oro, con scintille iridescenti oro-argento e azzurre, di chi parla in pubblico di un argomento che lo appassiona: il suo campo energetico si espande fino a elevare le vibrazioni di quello degli ascoltatori.

I sentimenti d’amore generano una delicata luminescenza di colore rosa, talvolta con riflessi dorati, mentre quelli spirituali presentano una gamma di colori che vanno dall’azzurro, al viola, all’oro-argento.

Spesso i colori che emaniamo sono quelli che più amiamo indossare.

Nell’ottimo libro di Barbara Ann Brennan, Mani di luce (Longanesi, Milano 1994), vero e proprio trattato teorico-pratico di bioenergetica, viene descritta, oltre alla panoramica su riportata, la trasformazione dell’aura di un uomo che canta davanti a una platea: essa si amplia, diventando sempre più luminosa, ed emette scintille iridescenti blu-violetto dopo ogni inspirazione, all’attacco di una nuova strofa, finché «grandi archi di luce si protendono dal cantante agli ascoltatori e le due aure si connettono. Da entrambe le parti, con lo stabilirsi dello scambio emotivo, cominciano a costituirsi delle forme; si tratta di forme di coscienza energetica che corrispondono, nella struttura e nel colore, ai pensieri e ai sentimenti che nascono negli ascoltatori e nel cantante, e alla musica che viene prodotta. Terminata l’esecuzione, le forme vengono disgiunte e frammentate dall’applauso che sgombra il campo energetico, preparandolo per la manifestazione successiva» (p.93).

Queste forme pensiero all’interno dell’aura risultano più facilmente riconoscibili quanto più definiti sono i pensieri e i sentimenti da cui traggono energia, e i loro colori sono determinati, per qualità e intensità, dalle emozioni a essi connesse. A ogni colore, infatti, corrisponde una determinata banda di frequenza. Le forme pensiero in genere appaiono e scompaiono col mutare dello stato emotivo che le ha prodotte, ma alcune, ancorate a dolorose esperienze esistenziali o a schemi di pensiero troppo rigidi, possono, a nostra insaputa, accompagnarci per tutta la vita. Solo con una sincera e profonda autoanalisi, meglio se affiancata dalla terapia bioenergetica, si può portarle alla luce e, secondo le necessità, trasformarle o dissolverle.

Nel processo di riequilibrio aurico (ed esistenziale) l’uso dei flussi energetici di colori e suoni, indirizzati dal terapeuta nei chakra corrispondenti per frequenza vibrazionale, costituisce una pratica particolarmente efficace.

Tramite i colori, dunque, possiamo non solo conoscerci, ma anche guarire.

Cesare Peri

 

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