Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

20.UN LINGUAGGIO UNIVERSALE – II

08/08/08

Nel post 2 ho introdotto l’argomento del linguaggio, ora approfondiamo un po’ il discorso. Nell’ultimo numero di Scientific American (Giugno 2008) è stata pubblicata la ricerca di due neuroscienziati (Brown e Parson) che hanno esplorato l’attività del cervello con neuroimmagini tramite PET (tomografia ad emissione di positroni) su un gruppo di persone che ballano il tango. Prima effettuavano la misurazione sulle persone sdraiate e inattive, e, in un secondo tempo, durante l’esecuzione della “salida basica�, una serie di passi base del tango che vi illustrerò più avanti. I risultati sono stati stupefacenti: oltre ovviamente alle aree preposte al controllo e coordinamento motorio, si è notato che, durante il ballo, vengono significativamente interessate anche quelle relative al linguaggio. Sembra, quindi, che parlare e ballare abbiano delle attinenze, ovvero, durante entrambe le “azioni�, si utilizzano aree comuni del cervello. In realtà questo non ci dovrebbe poi stupire così tanto. Abbiamo più volte sottolineato come il ballo sia un modo per esprimere molto di quello che c’è dentro di noi. Nel tango in particolare, per la vicinanza e per il contatto, queste espressioni raggiungono livelli molto intensi. Per fare questo, dal punto di vista corporeo, del soma, dobbiamo fare ricorso a tutte le nostre capacità di coordinamento e di espressione. Per il coordinamento motorio, il controllore della postura, usiamo il cervelletto oltre ad altri settori cerebrali; per l’espressione altri ancora, e, ora, attraverso lo studio fatto da Brown e Parson, sappiamo che vengono utilizzate anche le aree del linguaggio.

E che questo linguaggio per la maggior parte della comunicazione (avevamo detto circa l’80%) è proprio non verbale. In ogni caso non credo in una interpretazione troppo meccanica di tutto questo, c’è molto di più e che è ancora sconosciuto. Questi studi semplicemente ci danno delle conferme sperimentali degli effetti della danza e del ballo. Possiamo misurare qualcosa, e quindi conoscere meglio quello che avviene. E’ stato fatto uno studio a questo proposito anche su pazienti affetti da Parkinson, con cui si è preso atto di notevoli miglioramenti in coloro che avevano seguito lezioni di ballo e lo praticavano. E chi balla conosce bene gli effetti benefici di una serata tanghera.

continua

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