Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

08. PRIMA DI TUTTO? CREDERCI!

Come sapete insegno queste tecniche da più di 10 anni, e di persone che hanno frequentato questo corso ne ho viste davvero tante. La maggior parte di esse arrivano naturalmente perché vogliono migliorare il proprio metodo (c’è anche chi frequenta perché vuole diventare ancora più bravo!) e in effetti, alla fine del corso, così accade. Vanno più veloci e ricordano meglio e tanto, tanto di più.

iloveyouPerò, nonostante il corso sia molto pratico e quindi abbiano un sacco di momenti di esercizio e quindi di test che STANNO FACENDO BENE e che ricordano meglio, che sono più veloci, ecc… insomma, nonostante tutti questi RIFERIMENTI, ogni tanto esordiscono con frasi tipo: “Eh, ma sai… io sono uno lento a imparare!”… oppure:“Non me lo ricordo” e immediatamente dopo mi dicono l’informazione che dovevano ricordare… (stupendosi pure di esserci riusciti!).

Negli articoli precedenti abbiamo visto che essere rilassati è uno stato fisico necessario per memorizzare bene; un altro fattore altrettanto FONDAMENTALE è“CREDERE DI ESSERE IN GRADO DI”, quindi darsi lo spazio per instaurare nuove convinzioni.

Vediamo di capire il processo. Ognuno di noi, essendo andato a scuola, ha dei riferimenti sui suoi successi scolastici più o meno positivi e diversi: qualcuno va bene in matematica, qualcuno in italiano, ecc… e dice di se stesso che “è portato per la matematica” oppure che “è portato per l’italiano”.

E questa convinzione determina i suoi risultati (positivi o non) sulla materia. Se penso di essere bravo in matematica, davanti ad un problema da risolvere dirò a me stesso: “Ma certo, è facile… e poi a me la matematica viene bene!”… mentre chi non è portato dirà: ”nooo… non fa proprio per me… non ci capisco nulla!”.

schemaFacciamo un esempio che ci permette di capire ancora più nel profondo come si svolge il processo delle convinzioni.

Ammettiamo che una persona sia convinta di essere un pessimo studente. Se fa propria l’aspettativa del fallimento, a quanto del suo potenziale attingerà? A poco: ha già segnalato al proprio cervello di attendersi l’insuccesso.

E quali tipi di azioni è probabile che intraprenda? Saranno azioni dettate da fiducia in se stesso, azioni energiche, coerenti e positive? E rifletteranno il suo vero potenziale? Molto improbabile. Se si è convinti di andare incontro al fallimento, perché fare un vero sforzo?

E quali saranno i risultati che ne deriveranno? Probabilmente saranno piuttosto scoraggianti.

E quali conseguenze avranno questi risultati sulle proprie convinzioni? Probabilmente rafforzeranno la convinzione che non si è un buono studente.

In questo caso si ha a che fare con un circolo VIZIOSO: il fallimento genera altro fallimento.

Guardiamo la cosa da un altro punto di vista. Ammettiamo che si cominci con grandi aspettative, e anzi con la convinzione di ogni fibra del proprio essere che si raggiungerà il successo. Partendo con questa diretta, chiara comunicazione, quanto del proprio potenziale si utilizzerà? Probabilmente una buona dose. Che genere di azioni intraprenderete questa volta? Vi tirerete giù dal letto e vi darete da fare a malincuore? Ovviamente no, perché sarete euforici, pieni di energia! E con sforzi del genere, quali saranno i risultati che ne deriveranno? Probabilmente, almeno discreti. E comunque, anche se ne otterrete anche solo uno, lo vedrete come un “ottimo”successo, cioè non sminuirete, ma accrescerete la percezione dell’evento.

Diventa un circolo VIRTUOSO: il successo si nutre del successo e genera altro successo, e ogni successo a sua volta rafforza la convinzione e la spinta a riuscire in misura ancora maggiore.

continua..

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