Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

48. COME CAMBIARE IL (TUO) MONDO – PARTE 1

Partendo dal presupposto che qualunque persona oggi presente sulla Terra è stata a sua volta figlio o figlia (compresi gli orfani e chi è nato con assistenza artificiale), ciò che è scritto di seguito risulta quindi valido per chiunque, anche se adesso riveste il ruolo di genitore.

I soli diritti e di conseguenza i doveri che devono essere rispettati per un’esistenza sana, costruttiva e felice, sono quelli che permettono a ogni bambino di preservare la magia, la leggerezza, la purezza, l’entusiasmo e l’unicità che lo contraddistinguono.

Questi sono:

  • diritto all’Amore Incondizionato da parte di entrambi i genitori;
  • diritto all’abbondanza illimitata e alla libertà assoluta da parte della famiglia e della società in cui vive;
  • diritto di essere, avere, fare e vivere tutto ciò che egli desideri senza alcun limite oggettivo e soggettivo… perché gli unici limiti che esistono realmente risiedono esclusivamente nella propria convinzione/credenza.

Con queste premesse possiamo per esempio dire (ed è un esempio alquanto significativo) che il mondo sarà un luogo migliore solo quando gli adulti impareranno dai bambini che Babbo Natale esiste! Finché i bambini imparano dagli adulti che Babbo Natale non esiste, che i sogni non si possono realizzare, che la vita è sofferenza e sacrificio, che la rinuncia nobilita, che ogni risorsa è limitata… fintanto che i nuovi nati saranno assoggettati a questa visione, la realtà, e di conseguenza la vita stessa, non potrà che continuare a essere arida, triste, frustrante, misera, nonché basata sulla competizione, sulla sopraffazione e sulla violenza… e di conseguenza priva dei giusti presupposti per essere vissuta.

L’umanità può salvarsi (da se stessa) solo quando i bambini saranno aiutati durante la crescita ad alimentare la propria immaginazione e la propria libertà, non contrastati al fine di limitarle o spegnerle in nome della razionalità, del pragmatismo e del cosiddetto buon senso… anche perché, nel caso in cui la vita fosse realmente lotta, sofferenza e sacrificio, il far nascere un essere puro, luminoso e meraviglioso in un mondo impuro, triste e pericoloso, è di per sé l’antitesi del buon senso; figuriamoci se poi lo si possa considerare un “atto d’amore”. È come decidere di far nascere un agnellino in un branco di lupi famelici e affamati… più che un atto di amore, si tratta dell’azione più sadica e spregevole che si possa commettere.

Solo dopo che i lupi verranno allontanati o si saranno estinti, avrà senso far nascere agnelli che potranno vivere liberi e felici; in caso contrario è meglio aspettare che i lupi si sterminino vicendevolmente piuttosto che portare loro nutrimento per farli continuare a esistere… tanto più che, se l’agnello per difendersi e poter sopravvivere diventa a sua volta lupo, lo si colpevolizza pure, come se il suo destino debba essere proprio quello di venire sbranato. Un’altra assurdità è quella di pretendere che sia l’agnello a cacciare via tutti i lupi o, ancora meglio, che li trasformi in agnelli!

In pratica è come se nelle adozioni, invece che essere le famiglie adottive a dover garantire un futuro migliore ai bambini, debbano essere i bambini a dover garantire un futuro migliore alle famiglie che li adottano… Questo sempre a proposito di buon senso!

Se si fa crescere qualcuno in un ambiente ostile, insensibile, degradante, mortificante e/o autoritario, rappresentato in primis dalla famiglia e successivamente dalla scuola, dal lavoro e dalla società in generale, è naturale aspettarsi che nel tempo questa persona diventi quanto meno instabile psicoemotivamente… portandola così a costituire una minaccia sia per se stessa sia per gli altri, qualora decidesse di sopravvivere. Quindi, fargliene una colpa, rappresenta l’apoteosi dell’ipocrisia.

Per non perpetuare l’attuale specie umana (che di umanità ha ben poco) ci sono solo due alternative: la prima è per chi non crede, né vuole credere a nulla se non nella razionalità e nell’oggettività dell’attuale mondo; la seconda è per chi vuole dare un senso alla propria vita ed essere egli stesso l’origine di un reale cambiamento attraverso il proprio esempio… e non attraverso la comoda pretesa che siano gli altri a farlo, portando così avanti il solito concetto del “fate ciò che dico, non ciò che faccio”.

Le persone logiche e obiettive dimostrano vero buon senso solo evitando di fare figli quando non sussistono tutte le condizioni che garantirebbero loro amore, benessere, libertà e spensieratezza almeno per i primi 18/21 anni di vita, per fare in modo che in futuro possano scegliere solo in base alla propria felicità, e non alle incombenze o alle aspettative/pretese degli altri… rendendosi così infelici e frustrati; in caso contrario, chiedere loro scusa per averli messi al mondo senza quelle condizioni necessarie per un’esistenza libera e felice, che sono le sole premesse di vita che ci dovrebbero essere.

Per chi invece volesse provare a dare un senso migliore a tutto (compreso a se stesso), iniziando a prendere le distanze dall’attuale mondo, per provare a crearne uno nuovo in cui essere artefice della felicità propria e degli altri… allora il primo passo è perdonare i propri genitori!

E questo a prescindere che si pensi che vengano scelti animicamente per un percorso evolutivo o che semplicemente sia tutto frutto del caso… perché il perdono libera comunque noi stessi da tutta una serie di condizionamenti inconsci che causano problemi di ogni genere, malattie e infelicità cronica.

Il secondo passo fondamentale (per lo stesso principio del primo) è quello di perdonare noi stessi per tutti gli errori commessi, sia nei confronti degli altri sia soprattutto nei nostri confronti… a causa dei quali hanno spesso origine gli errori verso gli altri.

Quindi, per smettere di ripetere all’infinito gli stessi schemi e di conseguenza la stessa realtà, è essenziale perdonare i genitori e perdonare noi stessi per aver continuato a fare ciò che loro ci hanno “insegnato”, portandoci così negli anni a dubitare di noi stessi, a credere di non essere degni, a sentirci inadeguati e di conseguenza non meritevoli di Amore, felicità, benessere, bellezza e di tutto il meglio che esiste (e che ci appartiene per Diritto Divino perché è già dentro di noi), finendo con l’accontentarci del peggio o pretendendo sempre il massimo da noi stessi, proprio perché siamo stati abituati sin da piccoli all’idea che sia giusto così – da qui il termine “programmati” – a causa delle aspettative (illegittime) dei nostri genitori.

Di conseguenza, dopo che:

  • avremo completato il lavoro su noi stessi per eliminare paure, preoccupazioni, sensi di colpa, autocritica, rancori, giudizi e tutto ciò che appesantisce il nostro cuore e limita la nostra mente (che finirebbero con l’intrappolare noi stessi e chi ci circonda in un’esistenza infelice senza via d’uscita);
  • ci saremo liberati da tutto ciò che non ci piace e che sopportiamo solo per un bisogno inconscio di approvazione e/o per evitare la solitudine;
  • saremo disposti a vivere senza compromessi, senza compiacere nessuno e senza disporre di niente se non della nostra libertà, su cui costruire una nuova esistenza basata solo su ciò che realmente siamo e non su quello che abbiamo sempre finto di essere a causa delle nostre dipendenze psicoemotive;
  • inizieremo a vivere con semplicità e magia, manifestando la vita dei nostri sogni attraverso l’utilizzo del pieno potenziale (di cui non sappiamo neanche l’esistenza*) del nostro cervello, invece del misero 5% a favore dell’azione e della forza fisica che nel tempo portano stress mentale, esaurimento energetico e deterioramento fisico;
  • saremo in grado di fare tutto quanto sopra indicato e di conseguenza creare i presupposti per un mondo caratterizzato da fiducia, condivisione, miracoli e meraviglie e non più da preoccupazione, sopraffazione, sofferenze e sacrifici;

solo allora avrà senso far nascere dei figli ai quali poter trasmettere qualcosa di realmente utile e importante, di cui potranno innanzitutto beneficiare liberamente, e su cui potranno eventualmente lavorare, potenziandolo ulteriormente attraverso l’immaginazione, l’entusiasmo e l’energia della loro Luce innata… di cui anche l’attuale mondo avrebbe bisogno per poter essere diverso, ma che invece finisce col spegnergliela per poter restare così com’è!

(Continua)

Lorenzo Capuano

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NOTA

(*) Si consiglia la lettura di testi che aiutino a conoscere e sviluppare il potenziale del cervello umano, per iniziare a riappropriarsi del proprio potere, invece di continuare a delegarlo all’esterno. Ormai le persone sono talmente dissociate da loro stesse che anche per dialogare col proprio inconscio e, quindi, con se stesse, hanno bisogno di intermediari quali analisti, counselor, terapisti, ecc… Per questo non stupisce il fatto che, per dialogare col proprio Sé Superiore – che viene chiamato Dio/il Cielo/Creatore/Universo/Spirito Divino, forse proprio per giustificarne la separazione – necessitino di preti, guide spirituali, maestri o santoni. Se poi si tratta di guarire dalle malattie – che loro stesse hanno creato proprio a causa dell’assenza di un proficuo dialogo interiore – come possono fidarsi del potere di autoguarigione del proprio corpo…? E così si rivolgono ad altri intermediari quali medici, guaritori e specialisti vari, nella speranza che facciano ciò che potrebbero tranquillamente fare esse stesse attraverso il proprio infinito potere interiore. Dentro noi stessi esiste sia la causa sia la soluzione di ogni situazione, nonché dell’intera realtà in cui viviamo perché siamo Coscienza in un Campo Quantico di Coscienza… Tutto ciò che parte da noi attraverso pensieri, parole, emozioni, percezioni e sensazioni, arriva/ritorna a noi in forma fisica attraverso persone, cose, condizioni ed esperienze di vita.

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