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30. MASCHERE

30. MASCHERE

Uno dei primi temi che abbiamo affrontato nel nostroArgomentario, è stato “Autenticità e Maschera”… senza dubbio un tema intenso, presente in molti ambiti: da quello psicologico a quello umanistico, da quello artistico a quello spirituale… Iniziati, filosofi e psicologi da sempre invitano l’uomo a guardare dentro di sé, oltre il velo dell’illusione… e cosa è l’illusione se non pensare, vedere e decidere in base alla credenza – errata – di essere in un certo modo, ignari quindi delle pulsioni e delle dinamiche che realmente governano il nostro vissuto?

Le maschere – le ipocrisie, le contraddizioni, l’inconscio negato… – costellano il cammino di ognuno; sempre in agguato, emergono senza esitazione laddove in modo superficiale ci si limita a vedere il mondo con occhi di vetro, insensibili al fulgore del Cuore.

Quanto è doloroso, e quanto è liberatorio riconoscere il proprio vero volto? Scoprire di essere ben altro rispetto a quello che si era creduto fino ad oggi… scoprire quindi di essere ben più miseri, limitati e imperfetti eppure allo stesso tempo più liberi, più autentici, più fluidi?

Non si parla qui di “problemi psicologici” quali sdoppiamento di personalità, nevrosi particolari ecc… ma di “qualità energetiche”, di certezze, di credenze, insomma di capacità di contatto con quel midollo complesso, denso e fertile che alberga nel profondo, e che nutre la nostra personalità e come tale ne determina le scelte… in modo diretto e indiretto.

La maschera nasce per anestetizzare un dolore… per mettere a tacere zone d’ombra molto scomode da riconoscere, da rielaborare… ma allo stesso tempo è decisamente una modalità poco innocua. Ad esempio, ci si può percepire deboli e vittime di un mondo crudele ed egoista laddove invece sentiamo di avere un atteggiamento di sensibilità, di attenzione… ma poi ci ritroviamo a fare l’esperienza della continua delusione perché gli “altri” approfittano della nostra ingenuità (“sono insensibili”) , oppure rispondono con inaspettata aggressività (“hanno poca attenzione”).

Allora, stiamo male e avvertiamo il disagio… Ecco, questo è il segnale – per chi è in grado di avvertirlo – che c’è una finzione: lo testimonia la contraddizione, la risposta paradossale a quello che emaniamo, o meglio pensiamo di emanare…

Le guide e i maestri spirituali da sempre testimoniano che quello che si agisce ritorna sempre indietro… poiché ogni cosa è collegata e si mette in moto per “risonanza”…

L’azione, tuttavia, non è quello “che si fa” ma quello che “si è”: la qualità dei nostri pensieri e dei nostri intenti plasma il nostro destino!

È saggio non darsi pensiero e lottare con gioia.

Pensate, poiché i pensieri creano i fatti.

Foglie del Giardino di Morya I – Appello

Se siamo convinti di donare eppure continuiamo ad essere derubati delle nostre risorse, se sentiamo di ricevere quello che non meritiamo, se rimuginiamo sul fatto che gli altri non ci vedono per come “siamo veramente”… allora è il caso di domandarci se stiamo agendo attraverso la maschera piuttosto che la nostra autenticità. Così come in qualunque altra situazione dove la vita ci rimanda quanto non atteso. Occorre sempre chiedersi se c’ècontraddizione fra le nostre parole e i nostri atteggiamenti. Potremmo scoprire che quando diciamo “lo faccio per te” in realtà lo stiamo facendo perché siamo noi ad avere bisogno, e che quando ci dichiariamo pacifisti in realtà siamo tutt’altro che pacifici…

Se ci accorgiamo di una contraddizione, se possiamo scorgere come in noi qualcosa si agita pur di mettere a tacere un disagio, pur di difendere un’immagine di sé “ideale”, ecco, allora c’è speranza che la maschera ceda, che emerga la nostra pulsione più occulta, quella che ci lega emotivamente ed energeticamente agli eventi… c’è allora speranza di poter agire nella vita in modo più efficace, coerente, e soprattutto in modo realmente compassionevole… perché se non abbiamo compassione di noi stessi e della nostra verità, è impensabile pensare di poterne avere per gli altri.

Diversamente, il male trova spazio e nutrimento – cioè cresce il mancato contatto con l’anima, la conseguente cecità e l’atteggiamento dualistico che fa della dimensione materiale una prova così intensa e sofferta…

Camilla Ripani

Fonti e letture consigliate:

“Il male e come trasformarlo” di Eva Pierrakos

Rivista esoterica “Il Discepolo” di Massimo Rodolfi

“Trattato dei Sette Raggi – Psicologia Esoterica vol. 2” di Alice Bailey

LUCA TOMBERLI


MANUELA RACCI

http://youtu.be/WYMxx6jqfEc..

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