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143. LA TEORIA DEI DUE CERVELLI

Avete mai sentito parlare del fatto che nella pancia esiste un secondo cervello? … Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University, da anni diffonde il suo lavoro sulla «teoria dei due cervelli». Ecco qui un estratto di un’intervista apparsa qualche anno fa sul Corriere della Sera

BASI SCIENTIFICHE
«La teoria dei due cervelli poggia su solide basi scientifiche – spiega l’esperto americano – Basti pensare che l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma, l’intestino è la sede di un secondo cervello vero e proprio. E non a caso le cellule dell’intestino – aggiunge Gershon – producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere».

LA RISCOSSA
«A lungo l’intestino è stato considerato una struttura periferica, deputata a svolgere funzioni marginali. Ma la scoperta di attività che implicano un coordinamento a livello emozionale e immunologico ha rivoluzionato questo pensiero – spiega Umberto Solimene dell’Universitá di Milano, direttore del centro collaboratore Oms per la medicina tradizionale – Nella pancia troviamo infatti tessuto neuronale autonomo».

EMOZIONI
L’intestino rilascia serotonina in seguito a stimoli esterni, come immissione di cibo, ma anche suoni o colori. E a input interni: emozioni e abitudini. «Insomma questo neurotrasmettitore è come un direttore d’orchestra, che manovra le leve del movimento intestinale», dice il ricercatore americano, autore di un best seller «The Second Brain», il secondo cervello. Studi su cavie geneticamente modificate, ma anche in vitro, «hanno dimostrato l’esistenza di un asse pancia‐testa». Per Gershon è la prima a dominare, almeno in certi campi. «La quantità di messaggi che il cervello addominale invia a quello centrale è pari al 90% dello scambio totale», sostiene il ricercatore. Per la maggior parte si tratta di messaggi inconsci, che percepiamo solo quando diventano segnali di allarme e scatenano reazioni di malessere.

ESEMPI
Per chiarire il ruolo del cervello intestinale Gershon spiega: «Quanti hanno sperimentato la sensazione delle “farfalle nello stomaco” durante una conversazione stressante o un esame?». È solo un esempio delle emozioni «della pancia», come nausea, paura, ma anche dolore e angoscia.
Insomma, nella pancia c’è un cervello che «assimila e digerisce non solo il cibo, ma anche informazione ed emozioni che arrivano dall’esterno».

Fonte: www.mednat.org/cervello/duecervelli.htm..

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