Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

06. LE RETICENZE DI YEL LUZBEL

30/09/10

L’avvicinamento del momento in cui sarebbe dovuto assoggettarsi a quest’ultima, penosa tappa dell’esilio che da migliaia di anni lo perseguiva, era da tempo una grande fonte di preoccupazione per Yel Luzbel. La Terra, infatti, era un pianeta fisico, dove l’esistenza si processava attraverso la materia a cui tutti gli esseri, di qualunque specie biologica fossero, dovevano soggiacere.

Ma questo era solo uno dei problemi, non certamente il più grave. Il vero fatto preoccupante era che la caratteristica degli esseri che popolavano la Terra era la quasi totale assenza di sensibilità “trascendente”, con la conseguenza – terribile agli occhi dei “capi” della ribellione – del pressoché totale predominio della mente fisica su quella dell’anima, che conservava tutti i ricordi delle esperienze del passato spirituale dell’essere ora incarnato.

Agli effetti pratici voleva dire che, al reincarnarsi in un corpo umano, l’essere perdeva completamente la conoscenza del passato, di ciò che era stato e che aveva imparato, compresi i motivi che avevano dato origine alla ribellione di Cappella e al lungo percorso che ognuno di loro aveva dovuto intraprendere nella strada dell’esilio planetario. La rimozione di questo ricordo era il peggior nemico di Luzbel, quello che avrebbe potuto stroncare la sua impresa. Qualcosa doveva essere fatta! La soluzione fu trovata nella propria composizione dimensionale della Terra. Al contrario infatti di molti altri pianeti dove l’esistenza si processa solo in una dimensione – fisica o eterica che vuoi – la Terra possedeva tutti e tre i livelli: quello fisico, quello astrale e quello spirituale. Decise così che lui e i suoi luogotenenti sarebbe rimasti nella sfera astrale del pianeta, conservando i loro corpi eterei e la perfetta memoria di tutto il processo storico.

Tutti gli altri, invece – i soldati della ribellione – si sarebbero reincarnati sul piano fisico, e alla perdita della memoria del passato sarebbe stato ovviato con incursioni “mentali” celate sotto forma di pensieri, intuizioni, premonizioni, oltre a vere e proprie apparizioni che avrebbero comunque reso “temibili” e “attendibili” gli esseri astralizzati che così fossero comparsi agli occhi degli umani, nativi e “immigrati”.

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In questa maniera Luzbel avrebbe mantenuto il controllo del flusso delle idee dei suoi seguaci e degli oriundi del pianeta, creando in questa maniera, tutto attorno al globo, uno spesso strato di energia non armonica che avrebbe sicuramente impedito, per molto tempo, l’avvicinarsi del momento di una nuova reintegrazione cosmica.

La comunità degli esiliati – gli atlanti – si sparse in piccoli raggruppamenti nelle Americhe, nell’odierno Polo Sud, e soprattutto in Europa, dove grazie ad una tecnologia assolutamente sconosciuta, e incomprensibile, agli occhi degli abitanti nativi, riuscirono a mantenere il controllo del potere sui territori che occupavano.

Se con i nativi la politica egemonica degli atlanti non trovò nessun ostacolo, lo stesso non si potè dire per ciò che riguardava i rapporti con le altre razze extraterrene – nei loro corpi originari – che per motivi diversi occupavano ampie regioni continentali alla ricerca soprattutto di minerali introvabili, o difficilmente reperibili, nei loro mondi di origine. Gli scontri con le civiltà provenienti da Sirio, in territorio indiano, e con quelle originarie di Nibiru, in Mesopotamia, intaccarono velocemente e con grande intensità la loro supposta egemonia per il controllo della Terra, facendogli perdere quel senso di invincibilità che li aveva fino ad allora accompagnati.

I grandi sommovimenti tellurici e soprattutto oceanici del 10.000 a.c. finirono poi per disintegrarne la struttura logistica di laboratori, arsenali e magazzini, fino a renderli impotenti di fronte al dilagare numerico dei terracquei che cominciarono ad assumere il controllo delle terre rimaste emerse. Ridotti ormai a poche migliaia di individui – salvi o perché in viaggi spaziali durante il grande “diluvio”, o perché in luoghi alti non attinti dalla “grande onda” – cercarono di elaborare nuove strategie per potere nuovamente controllare quello che ritenevano il “loro pianeta”…

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