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265. IL GUERRIERO E LA SCIENZA DELLA COSCIENZA

Le neuroscienze sono diventate le principali sostenitrici di quei percorsi che nelle tradizioni esoteriche sono chiamate vie iniziatiche di trasformazione, percorsi spirituali, processi alchemici, ecc.

La saggezza antica era scienza, ma una scienza particolare, ovvero basata esclusivamente sulla sperimentazione personale, sulla scoperta di sé attraverso pratiche fisiche, energetiche, emozionali, mentali, codificate e inserite in discipline organizzate che sono giunte a noi con diversi metodi.

Ognuna di queste discipline mirava ad agire sulla trasformazione del sistema-uomo per renderlo sempre più recettivo a una coscienza nucleare, ricoperta da strati di condizionamenti e abitudini mentali ed emotive.

Tutto ciò ancora adesso è chiamata “ricerca spirituale”, ma io preferisco ormai chiamarla Scienza della Coscienza.

Gli studi sulla meditazione e sulla mindfulness, collegati alle più avanzate ricerche sul funzionamento delle aree cerebrali e del sistema nervoso, hanno spalancato un orizzonte vastissimo di scoperte sulla coscienza e sui suoi stati.

Questo campo d’indagine si sta estendendo con rapidità, rendendo sempre più comprensibile l’azione trasformativa reale che la meditazione o mindfulness ha sulla modificazione strutturale delle vie neuronali e dei collegamenti sinaptici.

Gherardo Amadei, nella prefazione al libro di Daniel Siegel Mindfulness e Cervello, scrive: “Alla mindfulness è stata riconosciuta la capacità di promuovere le funzioni integrative della corteccia prefrontale che sono implicate in processi di regolazione corporea, di stabilità emotiva, di flessibilità di risposta, di conoscenza di sé, di eliminazione dei condizionamenti rispetto a stimoli che fanno paura…”.

Daniel Siegel fa un’affermazione molto importante che riguarda l’essere nella presenza: “Il modo in cui focalizziamo la nostra attenzione ci aiuta a modellare direttamente la nostra mente”.

Nelle pratiche di consapevolezza l’attenzione è il catalizzatore di ogni processo di presenza cosciente che ci consente di essere nel momento presente.

Siegel rincara la dose con un’affermazione forte: “La mindfulness è il processo per mezzo del quale possiamo andare al di là delle credenze, fino a cogliere gli elementi basilari della consapevolezza”.

Si possono ormai osservare i segni chiari di una svolta nella conoscenza per cui diventa possibile intraprendere un autentico percorso di ricerca di sé che non sia inquinato da ideologie religiose, che a volte possono essere depistanti, per restituire alla parola “spiritualità” il senso originario di respiro universale.

Roberto Maria Sassone

 

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