Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

03. IL SOGNO E’ MIO, TUO, NOSTRO

Quello che potrebbe sembrarvi una banale compitazione grammaticale è, contro ogni apparenza, qualcosa di stupefacente che potrebbe rivoluzionare la nostra civiltà, il cui modello di vita si sviluppa attorno alla proprietà, dove ciò che è “mio” rimane e deve rimanere “mio”.

Nello stato ordinario di veglia, tendiamo drammaticamente alla separazione e alla differenziazione mentre nello stato onirico, entriamo in un ambito di completezza e di interrelazioni. Questo spiegherebbe in parte la funzione terapeutica e compensatrice dei sogni sulle quali si sono soffermate (e fermate) le maggiori scuole di Psicoterapia.

Ma ritorniamo alle origini. Nelle culture sciamaniche, il sogno non è mai una esclusiva del sognatore. In queste società, il racconto dei sogni fa parte del quotidiano rituale mattutino. Quindi quando il sognatore racconta alla tribù il suo sogno, esso diventa quello dell’intera tribù, un contenitore di informazioni preziose tanto per il sognatore quanto per ogni ascoltatore che per l’intera tribù. Le società sciamaniche danno all’interpretazione dei sogni un valore ben diverso da quello che noi le attribuiamo e che non nasce da un’analisi intellettuale. Il sogno diventa una specie di bussola che serve ad orientare le attività quotidiane della tribù e a decidere comportamenti e azioni.

L’interpretazione dei sogni e l’azione che ne consegue sono dunque strettamente collegate. Ciò spiega anche la loro convinzione che il contenuto dei sogni non rispecchi solo il passato o i problemi del presente, ma anche la dimensione del futuro: il sogno infatti orienta il loro futuro agire. Per i Popoli del Sogno, condividere un sogno è un tentativo straordinario di unire un piano virtuale a quello fisico. E’ trasformare un evento potenziale in realtà.

Attingendo alla saggezza di queste culture, ho potuto applicare la straordinaria efficacia della condivisione dei sogni in gruppi. Dopo una incubazione personalizzata, ognuno sogna il “suo” sogno, tuttavia la cosa sorprendente che accade dopo due o tre giorni di seminario, è che il sogno di una sola persona contiene indicazioni valide per tutti i partecipanti! Il sogno dell’altro diventa il mio, il tuo, il vostro. Quando si condivide un sogno, i simboli del sogno si trasferiscono nell’altrui coscienza e assistiamo ad un effetto “diapason”, di risonanza. Tale condivisione porta a delle intuizioni davvero sorprendenti ed è una brillante conferma della non-località della mente oltre che essere una dimostrazione palese dell’unità profonda che collega tutti gli esseri umani sul piano spirituale, a prescindere dalla razza, cultura, età, religione.

Continua..

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