Sottobraccio con lo stress

Sottobraccio con lo stress

L’organismo si adatta a tensioni e problemi psichici e fisici in modo naturale tuttavia, quando tali situazioni asssumono carattere di continuità, si incorre nello stress…

Spesso è capitato che persone diverse mi facciano la stessa domanda: “la mia vita è uno stress: corro, corro e non ho mai tempo per me… tra lavoro e famiglia. Non ce la faccio più. Cosa devo fare?” Lo stress viene considerato la malattia del nostro tempo, quasi un prezzo da pagare per stare al passo con i tempi “moderni”.

Stress è un termine che inizialmente venne utilizzato da Cannon per indicare una reazione di allarme prodotta nell’organismo da uno stimolo esterno. Successivamente Selye descrisse una sindrome generale di adattamento,  un adattamento dell’organismo al cambiamento della sua omeostasi interna prodotto da un evento stressante (stressor). L’organismo attiva cioè una risposta biologica non specifica (indipendente cioè dal tipo di stressor).

Lo stress si sviluppa attraverso tre fasi successive: una fase di allarme in cui l’organismo si prepara all’attacco o alla fuga; una fase di resistenza in cui viene mantenuto un livello di allerta costante con una sovrapproduzione di cortisolo e un conseguente abbassamento delle difese immunitarie dell’organismo; una fase di esaurimento in cui vi è un crollo dell’immunità e il soggetto non è più in grado di adattarsi ad altri agenti stressanti e nemmeno di comprendere come uscire dalla situazione.

La tensione provocata dallo stress a livello fisico e psicologico è una reazione adattiva, una reazione cioè che predispone il soggetto ad una risposta idonea alla situazione che si trova ad affrontare, a sopportare e diventa una condizione nociva per l’organismo in funzione dell’intensità e della durata. Il grado di stress varia anche a seconda della fase di vita che si sta vivendo e della motivazione che il soggetto investe nell’affrontare quella situazione.

Lo stress coinvolge l’intero organismo, sia dal punto di vista fisiologico che psicologico. E’ pericoloso quando si cronicizza tenendo costantemente sotto pressione l’individuo. Il soggetto può viversi come in gabbia, senza vie d’uscita, e questa interpretazione degli eventi determina l’intensità del suo disagio e il rischio di ammalarsi.

Gli eventi stressanti che la vita ci presenta possono essere innumerevoli. Iperstimolazioni, squilibrio tra domanda e possibilità di risposta, lutti, situazioni di perdita, senso di fallimento o minaccia, frustrazione di desideri o progetti sono tra le condizioni che più facilmente creano tensione e malessere negli individui.

A volte lo stress nasce dal sentire di dover rispondere a richieste eccessive e continue, percepite anche come necessarie; l’individuo si sente incastrato e si vive incapace di trovare soluzioni. Le situazioni difficili possono essere affrontate in diversi modi, possono essere motivo di squilibrio e malattia, oppure possono rivelarsi occasioni di conoscenza e crescita. Tutto dipende da come il soggetto percepisce tali situazioni.

E’ dunque veramente stressante ciò che riteniamo di non poter incontrare e trasformare. L’individuo fortemente stressato percepisce se stesso e il suo mondo in modo alterato. Presenta difficoltà nel compiere scelte perché non riesce a fare una “ricognizione del campo”, una valutazione che gli permetta di comprendere come trasformare la situazione.

Il soggetto può essere aiutato facendogli compiere un’esperienza di riattivazione della percezione di quanto accade, dentro e fuori di sé. Affinché questa riattivazione avvenga è necessario imparare ciò che chiamo il “rilassamento osservativo”. Il soggetto viene accompagnato a momenti di rilassamento che gli permettano di recuperare la capacità di focalizzarsi sulle situazioni di realtà, fino ad arrivare a individuare gli aspetti emotivo-affettivi, presenti negli strati più profondi della persona, che erano rimasti imbrigliati in quella modalità di vita non funzionale. Dopodiché il soggetto può accedere alle sue parti creative e riuscire ad accogliere le sue esigenze più intime, frutto della naturale pulsione evolutiva* presente in ciascun essere umano.

A questo punto si riaccende nell’individuo la fiducia nella capacità di prendere decisioni e di trovare soluzioni. L’elemento stressante si è così trasformato da sintomo e malessere in esperienza di crescita e cambiamento, recuperando quindi la sua originaria finalità adattiva.

Note
* La Pulsione evolutiva è presente in ognuno di noi. E’ una spinta naturale verso il divenire, ed è responsabile dei cambiamenti e dell’evoluzione della coscienza. (Tratto da  “L’Universo Riflesso. Viaggio nell’occhio virtuale dell’osservatore” di Clara Serina, Clara Serina Edizioni 2004, Milano)..

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