Messico, petrolio, 2012…

Messico, petrolio, 2012...

Perché in tutto il mondo le autorità stanno chiudendo l’accesso ai luoghi sacri più significativi? E perché questo accade soprattutto in Messico? C’è forse un tentivo di occultare le “vie” per arrivare alla “Quinta Dimensione”?

Fratelli e sorelle amatissimi, quanto sta succedendo nel Golfo del Messico mi costringe a una riflessione.

Come ho descritto in Il ponte tra i mondi, alla fine del 2009 viaggiai attraverso il Messico e notai un fatto molto inquietante: stavano chiudendo l’accesso a tutte le piramidi e ai siti più significativi dal punto di vista energetico. Quando arrivai a Palenque, trovai chiusa la piramide di Pakal e a Uxmal la piramide dell’Indovino; a Tulum addirittura tutto il sito era stato transennato e non parliamo di Chichen Itzà dove era vietata la salita al Castillo, al tempio dei guerrieri dove sta il più importante Chaak Mol, al tempio astronomico Caracol e all’Akab D’zib.

Le scuse addotte erano varie e in contrasto tra loro: restauri, sicurezza, salvaguardia… piramidi che stanno in piedi da mille anni? Per un turista ubriaco di birra che cade dalla scala si chiude l’accesso? Ebbi la sensazione precisa che la chiusura celasse dell’altro e ne ebbi conferma da una guida alternativa che incontrai a Chichen Itzà.

Di seguito riporto alcune parti del mio libro Il ponte tra i mondi dove ho descritto ciò che mi è successo. Leggetelo perché capirete meglio quello che dirò dopo:

… La scomparsa dei Maya è tutt’oggi avvolta nel mistero sebbene teorie ufficiali abbiano tentato di attribuirne le cause alle variazioni climatiche. Di fatto, come anche gli Inka, pare impossibile che il popolo messicano abbia potuto, dopo circa 3.000 anni di storia e di incredibili realizzazioni architettoniche che denotavano una cultura tecnologica e matematica non indifferente, lasciarsi completamente debellare da un manipolo di rozzi e ignoranti europei nel giro di pochi anni. Ci dev’essere sotto qualcosa d’altro.

Tutto ciò mi richiamava alla mente la civiltà druidica la quale si dice che si sia volontariamente lasciata sopraffare dall’Impero Romano e dal cristianesimo quasi senza combattere. E’ strano questo “rassegnare le dimissioni” delle civiltà più antiche, complesse e avanzate. Dove sono andate? Per quanto riguarda gli Inka e i Celti ho tentato di dare un’interpretazione nei miei precedenti libri. Ma sulle civiltà messicane per il momento non avevo idea. Non sentivo risonanza con la ferocia dei loro rituali e non potevo credere che menti così evolute dal punto di vista astronomico e cosmogonico fossero tanto brutali e primitive nei riti.

Ufficialmente quello che cercavo nelle piramidi Maya erano i parallelismi con quelle di Angkor. Naturalmente la risposta arrivò… neanche a farlo apposta, completamente diversa da ciò che potevo aspettarmi. Infatti, mentre ero in viaggio, rilessi un interessante volume – I Superdei di Maurice M.Cotterell – di cui riporto un sunto che si integra con quanto da me scoperto:

“Il Popol Vuh, secondo Cotterell, afferma che coloro che incisero la lastra di Palenque erano Dei che conoscevano il futuro e il passato. I primi quattro fondatori del popolo Maya (anche gli Inka ebbero origine da quattro fondatori: i 4 fratelli Ayar!) avevano il presentimento della propria morte ma non erano ammalati né soffrivano… Non furono sepolti perché non furono più visti quando disparvero dalla cima del monte (Popol Vuh).

Tutti i maestri, compreso Pakal, parlano del ritorno dell’età dell’Oro dopo un capovolgimento (forse il cambio di polarità terrestre?). Prima di sparire sulla cima del monte, i quattro dicono ai loro figli: “Noi torniamo alla nostra città, abbiamo completato la nostra missione… seguite la vostra strada e vedrete di nuovo il luogo donde venimmo”. E scomparvero.

…Mentre camminavo riflettevo sul fatto che tutte le più importanti piramidi hanno 9 gradoni e che, tranne quelle di Teotihuacan, sono tutte state chiuse al pubblico. Quello che scrivo e che ho percepito, devo ammettere, è solo frutto del mio “collegarmi” alla storia e all’energia del sito, poiché come ho già detto ho trovato chiuse tutte le piramidi e i templi: non era consentito né salire né entrare, tranne in pochi tempietti minori e senza importanza. Avevo la sensazione che gli yucatechi avessero imparato dagli egiziani come negare l’accesso ai luoghi di energia (il tempio a valle della Sfinge è chiuso e spesso viene chiusa anche la Grande Piramide come pure le più importanti tombe della Valle dei Re e delle Regine). Poi però mi venne in mente che anche Stonehenge è stata transennata e così pure i luoghi più importanti di Macchu Picchu. E il Bugarach. E il Poiké a Rapa Nui.

…Complotto mondiale? La Voce però mi diceva che nonostante queste infantili operazioni di sabotaggio, le persone che avranno raggiunto il giusto livello di preparazione ed energia potranno “salire” da qualunque posto anche senza essere entrate nelle piramidi. Le forze dell’involuzione si attaccano a ciò che non possono manipolare che in maniera maldestra. Ma l’energia è libera e disponibile: basta sapere come accedervi attraverso il proprio corpo. Però il mio senso della giustizia mi faceva ribollire il sangue all’idea di quanta gente come me avesse fatto tanta strada per trovarsi tutti gli accessi negati. A questo riguardo, di lì a qualche ora avrei avuto un brutto scontro con la direttrice del sito.

…Cosa nascondevano? Cosa vietavano? Ebbi la prova che c’era sotto qualcosa di non chiaro quando tentai di raggiungere il misterioso sito denominato Akab D’zib. Avevo letto sulla guida che il nome “Akab D’zib”, il più antico sito di tutta la città di pietra, significa “parole oscure” nel senso di “significato non compreso”. Quando cercai la strada per raggiungerlo la trovai sbarrata. Chiesi a qualche guardaparque come fare per accedervi e tutti mi dissero che era assolutamente chiuso, ma la cosa strana è che ognuno di loro mi diede una motivazione diversa.

Uno mi disse che avrei potuto provare a chiedere il permesso alla direttrice e mi spiegò dove trovarla. Seguii le istruzioni e raggiunsi gli uffici direzionali di Chichen Itzà. Trovai la persona indicatami, una donna con uno sguardo feroce da generale. Fui trattata immediatamente come una criminale (il tono era lo stesso della soldatessa egiziana a Gizah che anni prima mi aveva minacciata di farmi arrestare se avessi insistito per entrare nei luoghi chiusi). La sua unica preoccupazione, senza nemmeno ascoltarmi, era sapere chi mi aveva detto di andar lì. Ebbi un bel cercare di spiegare che sono una ricercatrice, non una turista che danneggia i siti e abbandona le lattine delle bibite e che volevo un permesso per vedere l’Akab D’zib. Non ci fu verso di penetrare il muro di aggressività della donna la quale, quando dissi che avrei descritto nel mio libro il trattamento riservatomi, divenne una nemica e mi disse che “loro avevano il dovere di proteggere i loro luoghi sacri”… Proteggere da me? Era evidentemente che la reazione era smodata rispetto alla richiesta, anche perché al mio nominare l’Akab D’zib tutti gli impiegati si erano scambiati tra loro uno sguardo allusivo. Non c’era nulla da fare contro la volontà ostacolante della “generalessa”, perciò uscii indignata.

Comprendo che le centinaia di migliaia di turisti che partecipano, senza vero interesse né rispetto, ai tour giornalieri organizzati dai villaggi vacanza delle località balneari, siano un problema. Quelli sono coloro da cui proteggere le rovine, non i seri ricercatori che attraversano l’oceano per amore della conoscenza. Se il governo volesse davvero proteggere le rovine dovrebbe limitare il numero dei pullman che ogni giorno scaricano centinaia di vacanzieri da Cancun per battere le mani davanti al Castillo e rimanere basiti sentendone l’eco. Ma quello porta molto denaro nelle casse di chissà quale ministro, così il danno si riversa su tutti: i vacanzieri però non ne risentono più di tanto, mentre i ricercatori e i viaggiatori seri si trovano l’accesso negato a tutti i templi più interessanti.

Me ne andai indignata da Chichén Itzà giurando a me stessa che non ci avrei più rimesso piede. Comunque ciò che avevo intuito, collegandomi, riguardo all’acqua e ai cenotes non era certo da poco. Quando giunsi al mio alloggio scambiai due parole con il proprietario, che era una guida. Gli feci tutte le mie rimostranze e lui mi confermò che c’era un progetto dietro alla chiusura dei siti che non aveva nulla a che fare con la loro conservazione. Egli suggerì che fosse per riaprire dopo qualche tempo alzando i prezzi, e mi disse che anche Chichén Vecchia era stata chiusa con dei pretesti perché in realtà i siti non erano per nulla malsicuri.

Qui finisce la citazione dal mio libro. Tornai a casa con la sensazione che ci fosse un progetto mondiale per negare l’accesso ai siti del potere e che il Messico ne fosse l’epicentro. Ora torno col pensiero alla storia dell’influenza suina di quest’inverno e relativo vaccino. Ve la ricordate? Dov’era nata la famigerata “malattia”? Esatto: Messico! Forse un sistema per scoraggiare qualunque afflusso turistico nelle terre dei Maya? E ora la fuoriuscita di petrolio… Dove? Messico… di nuovo. Mi chiedo se il tutto non sia un’enorme manovra per impedire l’accesso ai tunnel interdimensionali maya nel 2012. Visto che con la suina è andata male perché grazie a Dio non ci siamo fatti fregare, forse ci stanno riprovando con il petrolio: alcuni sostengono che la catastrofe sia dolosa e che la fuoriuscita non viene bloccata perché non si vuole. Ora sì che è davvero impossibile andare in Messico anche per i più coraggiosi.

Le conclusioni ognuno le trarrà per conto suo.

Voglio però portare alla vostra attenzione una riflessione, per la quale ringrazio l’amico fraterno e serio ricercatore Carlo Tondi di Abbadia San Salvatore. Cito direttamente dal mio ultimo libro La quinta dimensione che sto ultimando e che probabilmente sarà direttamente scaricabile dal mio sito in autunno (fatemi sapere cosa ne pensate dell’idea di scaricarlo dal mio sito):

Di lì proseguimmo sulla cresta dei Pirenei fino alla non lontana St.Jean Pied-de-Port, il punto di partenza del Camino de Santiago. Che emozione enorme, che voglia di farlo anch’io!!! Quattrocento chilometri di marcia dai Pirenei alla Galizia, fermandosi nelle posadas per i pellegrini con la conchiglia, simbolo del Camino, esposta fuori. In quel paese tutto era dedicato al Camino, nomi, negozi, posadas, uffici informazioni. La porta con la freccia dell’inizio del Camino ha un’energia fortissima. Solo l’averci posato i piedi sopra mi ha fatto sentire collegata.

Mi tornò alla mente un brano che avevo letto qualche anno prima sull’interessante La mitologia di Tolkien. L’autrice Ruth S.Noel, mitologa americana, scrive:

“Le isole beate, dimora di numi immortali o di defunti, costituiscono un tema ricorrente nella mitologia. Esse si trovano a Ovest. Infatti per chi osserva il cilo quotidiano del sole, l’occaso si associa non solo all’idea della morte ma anche a quella dell’immortalità poiché dall’ovest il sole prosegue il suo viaggio, apparentemente sotterraneo, per risorgere di nuovo a Oriente.

Molte civiltà hanno collocato all’occaso la terra degli immortali. Per i sumeri, nell’isola-paradiso Dilmun, all’estremo Ovest, il lupo e l’agnello non erano più nemici e non c’era la vecchiaia. Per gli Egizi la terra immortale era oltre i monti della Libia. Per i Greci erano varie isole occidentali semimitiche. Per i teutoni, i beati vivevano nelle isole britanniche mentre per i popoli britannici era l’Irlanda la terra immortale. Gli irlandesi, dal canto loro, guardavano a ovest e associavano con la terra dei morti una piccola isola rocciosa chiamata Tech Duinn (la casa di Donn) ove Donn, mitico antenato degli irlandesi, invitava i defunti. Più oltre c’era il mitico arcipelago di “tre volte cinquanta isole remote” dove non c’era né vecchiaia né morte, bensì amore innocente, festa e musica di soprannaturale bellezza… Alcuni oltremondi sono la dimora soltanto di Elfi; in altri i defunti vivono in mezzo agli Elfi e sono da essi governati.

Mi resi conto che il Cammino di Santiago era un “andare verso ovest”. E poiché la Terra è rotonda, non esiste un Ovest assoluto. Quindi andare verso Ovest è un moto che si può compiere in qualunque luogo, anche idealmente, sebbene ci siano alcune linee di energia che si prestano particolarmente alla trasmutazione alchemica.

Perché andare a Ovest è trovare la terra immortale? Perché si cammina in senso contrario a quello del movimento terrestre, quindi se il moto terrestre verso Est porta all’invecchiamento e alla morte per il trascorrere del tempo, camminare in senso contrario, cioè verso Ovest, significa camminare contro il movimento del tempo e quindi fermare l’invecchiamento…

…Collegamento serio e antichissimo tra Abbadia San Salvatore e la sua famosa e misteriosa cripta sul monte Amiata e Santiago de Compostela in Galizia. l’Amiata è un vulcano spento da sempre considerato sacro, fin dagli Etruschi, e con forti tradizioni riguardo a un mondo sotterraneo abitato come in Cappadocia: una linea che unisse i due punti passerebbe in terra catara dal Bugarach, ad Montségur e da Rennes le Chateau, proseguendo verso Roncisvalle (battaglia di supereroi!) e i Paesi Baschi con la croce di Hendaye e il castello di Abbadie pieno di simboli alchemici e cabalistici: i Paesi Baschi si affacciano sul golfo di Biscaglia sotto al quale c’è la città di quinta dimensione in terra cava Yapool.

In sostanza c’è una linea di energia che comincia sull’Amiata e finisce a Santiago de Compostela sul 42° e 52’. I simboli sul basamento della croce di Hendaye sono gli stessi della facciata di Santa Maria del Castagno ad Abbadia san Salvatore: quarto di luna, X e stella a otto punte. in poche parole, sullo stesso parallelo 42° e 52’ coesistono alcuni dei luoghi più forti d’europa legati alla terra cava, alla vita dentro la crosta e alla quinta dimensione.

Nella faggeta di abbadia ci sono due sassi particolari – il sasso porta e la pietra porta – di impressionante somiglianza coi due colossi islandesi denominati londrangar ai piedi dello Snaefells, il vulcano spento da cui inizia il viaggio al centro della terra di Jules Verne. Il centro della linea tra Abbadia e Santiago è il 2° meridiano a dx di greenwich, detto anche il meridiano della rosa. Intorno a questo sorgono tutte le più importanti cattedrali di Francia: il punto di incrocio esatto è il Bugarach, poi salendo ci sono le cattedrali di Tolosa, Burges, Orléans, Chartres, Paris, Amiens. Esattamente allineate sul 2° meridiano ci sono Amiens Parigi e Burges che, per inciso, sono le uniche prese in considerazione da Fulcanelli nel suo trattato su “Le Cattedrali”.

Invece proseguendo sul 42° verso ovest, in America c’è il lago Klamath e il monte Shasta. Verso ovest si sbuca in Italia sulla costa marchigiana verso san Benedetto del Tronto, dove avviene il maggior numero di avvistamenti UFO ogni anno.

…Alla fine di un convegno durato tre giorni in provincia di Ravenna, fui avvicinata da una bella donna, alta e bionda con magnifici occhi azzurri. Mi chiese se avevo sentito parlare del ricercatore Carlo Barbera e di Yapool, e alla mia risposta affermativa mi disse di aver avuto un rapporto personale con Barbera anni prima. Mi disse di essere stata invitata ad unirsi a lui per visitare la terra cava ma di aver rinunciato per paura, pensando di poter rimandare. Nel frattempo Carlo Barbera era sparito, il suo libro, sopra da me analizzato Agartha la sorgente originaria, divenuto introvabile e il suo sito disabitato. Impossibile contattarlo anche per me che ci ho provato a più riprese.

Dove è andato Barbera? Ha raggiunto la quinta dimensione? La donna mi disse che Barbera si era molto preoccupato dell’Amiata e di Abbadia San Salvatore e soprattutto della cima dell’Amiata chiamata Monte Labbrodove risiede una importante comunità tibetana trasferitasi lì perché c’è “la stessa energia di Aghartha”. I tibetani che vivono sull’Amiata sostengono che quel luogo si salverà.

 

Web: http://www.devanavision.it/filodiretto/default.asp?id_pannello=2&id_news=4232&t=Messico_e_petrolio_2012

 .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento con Facebook

Torna in alto