Feng Shui: tra conoscenza ed esperienza

Feng Shui: tra conoscenza ed esperienza

Il Feng Shui – l’arte di arredare gli ambienti con il fine di favorire energie armoniche – riconosce il profondo rapporto, tutt’altro che scontato o “magico”, fra l’uomo e ciò che lo circonda. La via del praticare non è distaccata da quella del sentire, e in ciò occorrono etica e responsabilità.

Il Feng Shui è una disciplina molto complessa che spesso può sfuggire al controllo della mente per spingerci verso facili e pericolosi percorsi di tipo esoterico. Certo, nasce come arte divinatoria e sciamanica ma classificarla esclusivamente come tale diventa riduttivo. Èun’arte, l’arte di osservare, diascoltare la natura per cercare di comprenderla al meglio. È una disciplina millenaria fatta di esperienze che nella loro ripetitività la pongono quasi a livello di scienza senza volerla diventare per questo.

Si pone lì, in mezzo tra ragione (ciò che conosciamo) ed esoterismo (ciò che non possiamo comprendere con gli strumenti della sola ragione). Spesso invade entrambi i campi e per questo motivo dobbiamo sempre operare con nobiltà d’animo, dobbiamo poter discernere il vero dal falso, osservare senza giudicare, calarci nella realtà e vivere le cose al tempo stesso con distacco e con passione.

Per cercare di comprendere veramente, l’esperienza diretta è la Via più semplice e corretta, quella che ci pone nella giusta predisposizione psico-fisica per recepire il giusto. Come posso, altrimenti, parlare di energia del chi se non ho sperimentato veramente di cosa sto discutendo? L’esperto è un insieme di conoscenza e di esperienza, non può essere altrimenti, in tutti i campi.

Circa trent’anni anni fa, ho cominciato questo percorso, questo lavoro metodologico molto severo su me stesso. Ho avuto la fortuna di incontrare Maestri veri (il Maestro zen Giuseppe Kugen Figini ed il Maestro Kenji Tokitsu, studioso e praticante di diverse discipline marziali) che mi hanno avvicinato a un mondo affascinante, quello delle Arti Marziali, che da allora non ho più abbandonato. Da lì a qualche anno il passo verso il Feng Shui attraverso la pratica marziale è stato inevitabile.

Da una parte il lavoro sull’energia dell’uomo, dall’altra su quella dell’ambiente. Non potevo farne a meno. L’approccio e il metodo sono gli stessi. Ho cominciato a percepire gli ambienti da progettarenon più solo come dei contenitori sui quali esercitare virtuosismi architettonici formali, ma come dei veri e propri organismi viventi e pulsanti. La porta della casa è diventata così la bocca dalla quale introdurre nutrimento, le finestre si sono trasformate negli occhi percettivi della luce che dall’esterno si insinua all’interno, l’impianto elettrico è divenuto il sistema nervoso, quello idro-sanitario l’apparato intestinale e renale. La struttura dell’edificio ha preso le sembianze del sistema scheletrico, gli intonaci dell’epidermide.

Ho cominciato a pensare che, così come l’uomo gode nell’aver d’intorno ambienti solari, sani positivi e così come mi nutro di alimenti sani, anche la mia casa deve essere costruita con materiali salubri.L’interrelazione tra me e la mia casa è inconfutabile e al tempo stesso in continua trasformazione. Se la mia casa sta bene anch’io ne trarrò vantaggio, così come se mi sento in forma avrò voglia di dedicargli tempo ed energie.

Per realizzare tutto ciò ci si avvale di tecniche che nel loro insieme vanno a costituire un metodo. Se il metodo è valido, è trasferibile e vendibile sempre; questo vale per l’uomo come per l’ambiente, tenuto conto ovviamente delle differenze. Ma non basta, ci vuole dell’altro. Il Maestro Giuseppe Kugen Figini, riferendosi alla pratica di meditazione zen, dice:

“…per comprendere a fondo una qualsiasi tecnica bisogna ripeterla centinaia di volte, ma se la ripetizione non è fatta con la necessaria concentrazione dopo poco diventa noiosa e non dà alcun frutto. Concentrarsi significa mettere tutti noi stessi in un gesto, scaricare in esso tutta la nostra energia, per poi ricaricarsi nuovamente. Solo ciò che è vuoto, infatti, può essere riempito di nuovo. Durante la meditazione zen (ma vale per tutte le arti marziali) la costante concentrazione sulla postura, sulla respirazione e sull’atteggiamento dello spirito, svuota la nostra mente dalle eccessive preoccupazioni, dall’affastellarsi dei vari pensieri, dalle ansie e dai dolori. Pian piano ci si trova a muoversi in un orizzonte più ampio, senza limiti e contraddizioni di uno sguardo piccolo, egoistico, limitato in se stesso. Praticare za-zen genera forza, equilibrio, serenità e un senso di libertà che trasforma il nostro rapporto col mondo, rendendolo spontaneamente più creativo. Con lo zen si diventa semplicemente migliori, perché lo zen insegna a praticare e vivere con lo spirito mushotoku, ossia senza scopo e senza spirito di profitto, senza mai aspettarsi qualcosa in cambio. È questa la dimensione più elevata della pratica…”

Quando entro nel mio dojo (palestra), è con questo spirito che cerco di praticare e insegnare. Quando progetto con il Feng Shui è la medesima cosa. Tutto si circoscrive e concentra sull’obiettivo da raggiungere che è quello dell’armonia. Non è facile perché viviamo in un’epoca caratterizzata da un grande sviluppo delle scienze laddove pochi passi si sono fatti, invece, sul significato delle vita e dell’universo, e sul reale senso di benessere e armonia. Brancoliamo spesso nel buio. La nostra educazione basata quasi esclusivamente sulla conoscenza intellettuale è incapace, da sola, di portare soluzioni, di dare risposte. Eppure queste sono lì; la pace universale e la felicità dell’umanità si trovano nei principi stessi dell’esistenza dell’universo che, per la loro semplicità, sono ovunque e alla portata di ciascuno. Occorre un reale impegno fisico e mentale, un vero desiderio di volersi bene.

Avere cura del proprio corpo e della propria casa
 vuol dire impegno costante e sincero nella ricerca.

“Ognuno di noi deve farsi carico della propria salute, della vitalità che ha ricevuto al momento della nascita, che è un patrimonio di cui siamo responsabili per tutta la vita”
(Maestro Kenji Tokitsu).

Dedicarsi alla ricerca della salute significa anche imparare a stare bene, a prestare una diversaattenzione ai segnali che il nostro corpo ci dà in continuazione. Salute che è sinonimo di vitalità che deve durare tutta una vita. Imparare a star bene significa essere capaci di far funzionare armonicamente il nostro corpo, attivando facoltà e potenzialità che troppo spesso il nostro stile di vita ci costringe a mettere da parte. Praticare permette di sviluppare uno sguardo interiore, la capacità di percepire e capire quello che il nostro corpo ci dice attraverso le diverse sensazioni fisiche o i diversi stati emotivi.

 “Il benessere non è altro che la gioia di vivere, la percezione concreta del nostro armonico stare, qui e ora, tra il cielo e la terra”
(Maestro Kenji Tokitsu).

Il benessere è una sensazione concreta, la percezione fisica di uno stato di serenità, di equilibrio, di forza. Nasce dall’equilibrio tra lo stato fisico e mentale. Ricercare il benessere significa creare nuovi legami mente e corpo, mantenere nel tempo un proprio equilibrio fisico e spirituale.

“Efficacia è per me la capacità di vivere con uno spontaneo senso di sicurezza in tutte le situazioni a cui la vita ci pone di fronte”
(Maestro Kenji Tokitsu).

Attivare i propri sensi, affinare la propria capacità di concentrazione, dedicarsi interamente nella ricerca della migliore esecuzione di un gesto, implica una tensione alla perfezione. Una tensione che non riguarda la sola tecnica marziale ma investe la quotidianità di ognuno di noi. È di questa tensione, di questa propensione alla ricerca della perfezione che si parla anche nel Feng Shui dove tutto trova una logica e un senso nella misura in cui pone l’uomo attore e spettatore di un percorso di armonia con l’Universo intero.

 

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