Medicina alternativa in sala parto

Medicina alternativa in sala parto

A Forlì agopuntura e moxibustione per ridurre il numero dei parti cesarei dovuti al feto in posizione podalica…

 

Dalla medicina alternativa cinese un’opportunità in più per ridurre il numero di tagli cesarei. Nel caso di feto in posizione podalica, cioè con sederino, ginocchia, o piedi verso il basso, l’U.O. di Ginecologia-Ostetricia dell’Ausl di Forlì, diretta dal dott. Claudio Celestino Bertellini, consente, infatti, alle proprie pazienti di ricorrere alla stimolazione con agopuntura e moxibustione, antica tecnica orientale della medicina alternativa diretta a favorire il rivolgimento spontaneo del bambino ed evitare così il cesareo.
L’iniziativa, partita a settembre del 2011, è rientrata nel progetto regionale “Giù la testa”, promosso dall’Emilia-Romagna nel quadro del 2° programma sperimentale “Medicine non convenzionali” col coinvolgimento di 47 fra ospedali e Consultori della Regione, compreso, appunto, il centro forlivese.

Di solito, i tagli cesarei per presentazione podalica del feto – circostanza che al termine della gravidanza si riscontra in 4 casi su 100 – rappresentano il 30% di tutti i cesarei, pari, a Forlì, a 80 ogni anno.
Dato che col passare dei mesi diminuiscono le possibilità di un rivolgimento spontaneo del feto, si sono messe a punto diverse tecniche dirette a favorirlo spontaneamente oppure eseguirlo con manovre esterne sotto controllo ecografico. Tali manovre esterne, effettuate nella 37° settimana, sono riservate, tuttavia, a casi selezionati e presentano alcuni minimi rischi. «L’agopuntura e la maxibustione, invece, sono tecniche della medicina alternativa assolutamente innocue – spiega il dott. Bertellini – e costituiscono, quindi, un’ottima opportunità per evitare, in totale sicurezza, il ricorso al cesareo, che resta pur sempre un intervento chirurgico, soggetto, come tale, a possibili rischi e complicanze».

Alcuni studi multicentrici sul rivolgimento podalico condotti in Oriente e confermati in Europa sembrano mostrare come, dopo la stimolazione con agopuntura e moxa, aumenti il numero di bambini che si girano senza bisogno di forzatura medica. Sulla base dei dati disponibili, di fatto, le donne sottoposte a tale tipo di trattamento ricorrono al cesareo per presentazione podalica solo nel 28-30% dei casi (NdR – In diversi paesi europei, agopuntura e moxa sono largamente utilizzate in caso di posizione podalica, prima di considerare la necessità del parto cesareo).

Le madri che si rivolgono alla struttura di Forlì, possono scegliere fra ricorrere alla sola stimolazione con moxibustione, oppure a quella combinata con l’agopuntura. Questi trattamenti vanno praticati fra la 32° e 34° settimana, andando a stimolare un punto situato nel quinto dito del piede, sia destro sia sinistro. «L’agopuntura deve essere effettuata due volte a settimana, per due settimane, recandosi in reparto – spiega il dott. Amadori – la moxibustione, invece, è da eseguire quotidianamente, al proprio domicilio: si tratta di scaldare la zona indicata, per circa 40 minuti, con un sigaro a base di moxa, ovvero un’erba dotata di proprietà terapeutiche, l’artemisia, il cui calore favorisce il movimento spontaneo del feto».

Fonte
http://www.ausl.fo.it/.

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