Milionaria fa la spazzina
per dare l’esempio ai figli

Milionaria fa la spazzina per dare l\'esempio ai figli

Una milionaria cinese fa la spazzina per dare l’esempio ai figli di come sia importante lavorare e dare il proprio contributo alla società.

Una milionaria cinese lavora come spazzina nella città di Wuhao, e non per tirchieria ma per dare il giusto esempio ai suoi figli. La 53 enne Yu Youzhen che vive a Wuchang, distretto di Wuhan, capitale della Provincia di Hubei, ha spiegato alla stampa, che sta diffondendo la sua incredibile storia, che:

Voglio essere un modello per i miei figli. Non voglio stare seduta e sprecare i miei soldi e soprattutto non voglio dare ai miei figli l’impressione di essere una donna che si limita a incassare denaro senza dare un contributo. Questo stile di vita, a lungo andare, li danneggerebbe”.

Anche se la signora Yu è davvero ricca e possiede appartamenti per un valore di 10 milioni di Yuan, pari a 1 milione di euro, si rifiuta di vivere di rendita e continua a lavorare come spazzina dal 1998.
Il suo stipendio è di 1420 Yuan al mese pari a 170 euro e lavora sei giorni su sette e pulisce tre chilometri di strade al giorno.
A lavorare anche i due figli che non si sono adagiati sul benessere economico della famiglia.

Le origini della signora Yu sono molto umili: proviene da una famiglia poverissima e non ha mai dimenticato le sue radici. Però la vita le ha riservato anche un colpo di fortuna quando, grazie al risparmio con il marito, negli anni’80 acquistò un piccolo immobile che mise in affitto. Qualche anno subì un esproprio di un grosso appezzamento di terreno e come risarcimento ebbe dallo Stato cinese 21 appartamenti. Nel mentre la signora Yu ha continuato a vivere la sua vita come se non avesse mai guadagnato un centesimo in più, tant’è che i suoi figli lavorano regolarmente e senza svolgere una vita oltre i limiti del loro stipendio.
Il figlio della Signora Yu è autista e guadagna poco più di 240 euro mensili mentre la figlia impiegata porta a casa circa 300 euro al mese.

Marina Perotta per ecoblog.it.

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