Il viaggio eroico dell’IO verso la felicità

Lo Zodiaco, con i suoi dodici segni astrologici, è il simbolo di importanti tappe interiori, che vanno dalla costruzione dell’IO al diventare se stessi: un viaggio che, per essere affrontato, chiede di riconoscere i propri condizionamenti. Ce ne parla l’astro-coach Danilo Talarico.

Il 3 marzo 2014 Danilo Talarico è a Milano in Libreria Esoterica per presentare e approfondire “Il viaggio eroico dell’io verso la felicità”. Per maggiori info clicca qui .

 

T’insegneranno a non splendere. E tu splendi, invece. 
(Pier Paolo Pasolini)

Nella prospettiva dell’astro-psicologia positiva, lo Zodiaco è la rappresentazione grafica di ciò che Jung definisce il “processo di individuazione” della psiche, il processo evolutivo attraverso il quale un individuo diventa se stesso in modo pieno e completo, realizzando la propria natura e permettendo a tutte le potenzialità di diventare “atto”.

Aristotele è stato il primo a utilizzare la parola ‘zodiaco’ in un testo scritto; il termine greco che impiegò fu zodion, non con il significato tradizionale di “cerchio di animali”, ma con quello più profondo di cerchio di “creature viventi”. La parola utilizzata in lingua tedesca per “zodiaco”, tierkreis, ne chiarisce ancora meglio l’interpretazione: mentre la seconda parte del termine kreis significa “cerchio”, la prima tyr specifica in modo inequivocabile a quale tipo di “cerchio” ci si riferisce: quello dell’eterno cambiamento, del ciclo di nascita, crescita, trasformazione e morte a cui tutte le “creature viventi” di cui parlava Aristotele sono sottoposte sulla Terra. Con il linguaggio della psicologica junghiana possiamo, allora, affermare come lo Zodiaco sia un simbolo “dell’archetipo zero”, ovvero quello dove risiede la matrice della Vita e dei suoi cicli evolutivi naturali.

Per Jung, il processo individuativo è un archetipo perché è connaturato a ogni psiche umana: è la matrice dello sviluppo naturale della personalità. “Diventare se stessi” non fa parte del campo delle scelte coscienti: è un obiettivo verso il quale la psiche tende in modo naturale, costante e continuo, per tutta la vita dell’individuo.

Se diventare se stessi è qualcosa di così “naturale”, per quale motivo, allora, non riconosciamo al nostro interno tale tendenza? La non facilità per molti di comprendere la naturalezza di tale processo risiede, innanzitutto, proprio nella sua “inconscietà”, almeno per quel che riguarda la prima parte della vita.

Potremmo paragonare il processo d’individuazione a quello dello sviluppo fisico. A partire dalla nascita del feto, fino al momento della morte, lo sviluppo fisico del corpo umano è “scritto”. Non solo per gli uomini, ma per tutti gli esseri viventi, esiste una “matrice”, un programma in cui tutte le tappe di creazione, nascita, sviluppo, maturazione, degenerazione e morte del corpo fisico sono fissate in modo chiaro e preciso. Tutto ciò fa sì che questo processo di crescita fisica si possa ripetere sempre uguale a se stesso, da quando è nata la Vita, in eterno.

Come esiste un DNA dove è scritto il copione del nostro sviluppo fisico, possiamo riconoscere che esista un DNA psichico in cui è programmato lo sviluppo naturale, aprioristico (e quindi archetipico) della psiche umana.

Il tema natale è un simbolo del processo d’individuazione junghiano perché rappresenta la mappa, in dodici tappe, del “viaggio eroico” dell’IO verso la Felicità, intesa come momento finale di allineamento tra la volontà cosciente dell’individuo e quella inconscia del Sé.

Il secondo elemento che rende complesso riconoscere la spinta interiore verso la conquista della Felicità è rappresentato dai “condizionamenti” ai quali ogni essere umano è “naturalmente” sottoposto nella prima parte della sua esistenza.

‘Condizionare’ è un termine composto che deriva dalle parole latine cum e dicere col significato di “dire insieme”, “stabilire di comune accordo”.

Il momento della nascita per il neonato è un trauma perché a partire da quell’istante diventa dipendente: la vita del bambino è “condizionata” dal Mondo esterno. Non per scelta, per necessità. Non potrebbe essere altrimenti. Il cordone ombelicale fisico che è stato tagliato ha creato un senso di morte, un trauma che ora il bambino deve superare per non esserne annientato. Il modo “naturale” che egli ha per farlo è ricreare un cordone ombelicale col Mondo nel quale si è trovato a nascere, accettandone le condizioni.

Nel termine “condizionare” esiste un senso molto bello e creativo di “patto” e di “collaborazione”: ciò che deve essere detto o fatto per permettere alla persona, in questo caso al neonato, di diventare “atto”, cioè di manifestare nel Mondo concreto le sue potenzialità, deve essere “stabilito di comune accordo”.

L’elemento disturbante in questa situazione (che potrebbe essere massimamente armoniosa) risiede nel fatto che i due attori in campo (figlio e figura/e di accudimento) non si trovano in una condizione paritetica, ma di evidente squilibrio.

Il neonato è nato dov’è nato e ha la madre che ha. Egli non può che accettare ciò che gli viene dato dal Mondo esterno perché, per ora, non è in grado di agire sulle condizioni in cui è venuto a trovarsi. Senza le cure, il nutrimento e la protezione di una figura di accudimento il bambino morirebbe.

La struttura archetipica dello Zodiaco rappresenta alla perfezione tali dinamiche. Tutte le tappe del viaggio “sotto l’orizzonte”, le prime sei, esprimono il concetto del “condizionamento”, inteso nel senso che abbiamo appena esplicitato:

  • la prima tappa descrive le condizioni in cui il neonato è venuto al Mondo;
  • la seconda le condizioni in cui è stato nutrito e protetto;
  • la terza le condizioni in cui ha sviluppato le prime mappe cognitive;
  • la quarta, le condizioni in cui ha scoperto di provare delle emozioni e ha iniziato a condividerle;
  • la quinta, le condizioni in cui ha espresso per la prima volta in modo egoico le potenzialità del suo IO;
  • la sesta, le condizioni in cui ha integrato le specificità del suo IO con quelle degli altri.

Il fatto che queste sei tappe siano quelle dominate dalle dinamiche dei condizionamenti è chiaro fin dalla forma grafica del tema natale: a partire dalla prima fase (nello Zodiaco naturale, l’Ariete), ciò che viene visualizzato è, infatti, un percorso di “discesa”; sarà solo dal settimo gradino (nello Zodiaco naturale, la Bilancia) che tale direzione sarà invertita e il soggetto inizierà a proiettarsi verso un “oltre” e “altro da sé”.

Le sei tappe sotto l’orizzonte rappresentano le fasi fondamentali della costruzione dell’IO del soggetto, fasi in cui il risultato al quale egli può giungere non è ancora totalmente nelle sue mani. Potremmo dire che in queste prime sei fasi di sviluppo ognuno di noi si trova in una situazione di “libertà condizionata”: è libero di agire fintanto che le condizioni in cui si trova glielo permettono.

La facilità per il soggetto di “diventare se stesso” nella seconda parte della vita sarà direttamente proporzionale alla qualità dei condizionamenti che ha “dovuto” accettare nella prima.

Nella nostra prospettiva, potremmo tradurre il termine “qualità” in quello di “coerenza”: più i condizionamenti saranno stati coerenti alle potenzialità del bambino, maggiore sarà la facilità con la quale il soggetto potrà “portare fuori” tali potenzialità e, quindi, manifestare la sua natura.

Il ruolo delle figure di accudimento primario (la Madre e il Padre) e quelle di sostegno secondario (la famiglia allargata, gli amici, gli insegnanti e qualunque altra persona abbia un ruolo nella formazione del bambino) è assolutamente cruciale per comprendere il grado di qualità/coerenza dei condizionamenti che egli ha vissuto.

Uno degli aspetti sui quali esiste il maggior accordo tra le diverse correnti della psicologia contemporanea riguarda proprio il ruolo determinante che queste prime fasi evolutive, e i relativi condizionamenti, svolgono nel determinare la capacità del soggetto d’intraprendere e condurre a termine il suo viaggio eroico verso la conquista della Felicità personale.

L’interpretazione astro-psicologica delle dinamiche messe in evidenza dalle sei fasi sotto l’orizzonte è, quindi, essenziale per comprendere in che modo il soggetto vivrà la rielaborazione soggettiva delle sue esperienze infantili nelle sei fasi “sopra l’orizzonte”. In ognuna di queste egli inizierà a portare a proprio vantaggio il tasso di libertà personale, facendo “pesare” sempre di più il suo potere di scegliere e di agire con atti di volontà liberi e consapevoli ciò che ha scelto di essere, dire o fare.

La base archetipica dei cicli evolutivi dell’Uomo, come rispecchiamento di quelli della Natura, è comprovata ulteriormente dal fatto che essa si ritrova come struttura narrativa ricorrente in moltissimi miti e fiabe, nei quali l’apparente viaggio del Sole intorno alla Terra è rappresentato come il viaggio di un Eroe che, solo dopo aver superato prove di vario tipo, riesce a raggiungere la tanto agognata ricompensa, il più delle volte simboleggiata dalla possibilità di ricongiungersi con la bella principessa addormentata, preludio al classico finale “… e vissero felici e contenti”.

Nella vita reale ognuno di noi è un eroe. Da un punto di vista psicologico, infatti, il nostro IO, una volta formatosi, non può fare a meno di ricongiungersi alla sua “principessa”, il suo Sé. Per riuscire in tale impresa, però, dovrà vivere sopportando tutti i limiti della condizione mortale, superando, cioè, tutte le prove “iniziatiche” che la Vita comporta, quelle previste dalla struttura a dodici tappe dello Zodiaco.

Come nel caso della principessa, anche il nostro Sé è solo “addormentato”; inoltre, esattamente come nelle fiabe, quando ci troviamo davanti a dure prove, esso viene in nostro soccorso “invocandoci” per farci intendere verso quale direzione dobbiamo proseguire il nostro viaggio. In base alla nostra capacità di ascoltare il suo richiamo, il traguardo potrà essere raggiunto con tempistiche diverse, oppure non raggiunto affatto.

Se avremo la forza di superare le diverse prove intravvedendo il potenziale evolutivo che ogni sfida vorrà farci sperimentare, il bacio finale dato alla nostra “principessa interiore”, il Sé appunto, ci permetterà di risvegliarci e di vivere “felici e contenti”.

Danilo Talarico

 

 

Il 3 marzo 2014 Danilo Talarico è a Milano in Libreria Esoterica per presentare e approfondire “Il viaggio eroico dell’io verso la felicità”. Per maggiori info clicca qui .

DT3marzo

 

 

“Cari amici MILANESI vi aspetto tutti lunedì 3 marzo in Libreria Esoterica per l’evento gratuito di astro-coaching Il Viaggio Eroico dell’IO verso la Felicità. Inviatemi i vostri DATI di NASCITA completi e inizieremo insieme l’INTERPRETAZIONE del VOSTRO TEMA NATALE durante la serata. Felice vita a tutti voi”.

Danilo

 

Credit Img.

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