Performante o consapevole?

Essere performanti non ci renderà più vicini alla nostra verità, ma acquisendo consapevolezza di noi stessi potremo eccellere in qualsiasi situazione che riteniamo risuonare con noi…

 

Una mia consolidata abitudine è quella di scandagliare la mia quotidianità alla ricerca di preziose lezioni di vita e, tra tutte le mie infinite consuetudini, credo che sia la migliore.

Anche questa volta l’input è arrivato da un’informale conversazione al calar del giorno; una persona a me molto cara mi stava raccontando che è usanza diffusa lasciare ai teenager un’ampia possibilità di scelta di stile di vita in cambio di alte prestazioni scolastiche. Durante questa chiacchierata si è interrogata su quanto fosse produttivo questo metodo e di quanto fosse lecito applicarlo.

Al momento ho sentito un forte rifiuto nei confronti di questa metodologia d’azione e i ricordi sono volati a quando io stessa ero un’adolescente e mi era stata imposta la stessa cosa. Potevo studiare dove, come, quando e quanto volevo, l’importante era il voto.

Oggi con il doppio dell’età e tante lezioni apprese mi sono chiesta se davvero essere forzatamente performanti abbia un senso nella vita delle persone.

Se interessa molto il giudizio altrui, essere performanti potrebbe diventare una ragione di vita. Certo bisogna impiegare ogni singola energia a disposizione, schiacciare se stessi per compiacere gente estranea che probabilmente avrà comunque qualcosa da ridire.

Sembra un gioco al massacro, ma si può scegliere comunque di giocare. Oppure si può accendere la luce e chiedersi: “Questa cosa quanta importanza avrà tra 10 anni? Quanto mi renderà più connesso con la mia Anima?”.

D’improvviso sia che si tratti del voto scolastico, sia che si tratti di questioni di vita o lavorative, la performance cesserà di essere così prioritaria.

Ponendosi questi semplici interrogativi sarà chiarissimo che essere performanti non ci renderà più vicini alla nostra verità, ma acquisendo consapevolezza di noi stessi potremo eccellere in qualsiasi situazione che riteniamo risuonare con noi.

In molti sostengono che la pressione volta al raggiungimento di un’alta prestazione insegni il valore del sacrificio e di come sia possibile il raggiungimento dei propri obiettivi solo attraverso la sofferenza e la privazione del piacere. Io credo che il fine ultimo sia agire con Amore e solo amandoci davvero potremo imparare a conoscerci e capire che siamo venuti al mondo già perfetti.

Buona consapevolezza a tutti.

Serena Milano

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