Intestino ed emozioni

 

Intervento di F. Andreazzoli, G. Tazzioli, A. Fiorito al convegno Dialoghi sulla Coscienza, organizzato da Centro Mosaica a Lido di Camaiore (LU) il 6-7-8 aprile 2018.

Tra gli argomenti del video:

Le emozioni non risiedono nella parte cognitiva e razionale, ma in una zona inconscia.

Ogni volta che ci nutriamo ripercorriamo il momento in cui, da infanti, attendavamo il capezzolo della madre.

Il cibo sazia il bisogno. Il nutrimento sazia il bisogno di essere a contatto.

Quando il bambino guarda la madre, vede se stesso. Questo è il primo mattone attraverso cui costruiamo la coscienza di ciò che siamo.

Nella cucina avviene una trasformazione: ciò che è crudo viene cotto, ciò che è unito viene separato e viceversa. Ogni piatto è il risultato di una trasformazione.

Allo stesso modo la coscienza è frutto di un processo di trasformazione.

L’anima della cucina è il cuoco. Il cuoco è un soggetto utopico nel senso che ha un sogno e tramite la conoscenza degli elementi lo porta a realizzazione.

Le nostre conoscenze vanno messe a disposizione di un sogno. Senza una meta e un progetto, le nostre conoscenze servono a poco e la coscienza non evolve.

Le emozioni sono eventi che, come il cibo, sono vissute nel corpo.

Il cuoco non mangia, ma assaggia. Lui si nutre della gioia vista negli occhi di coloro che mangiano il cibo che lui ha prodotto.

La nostra coscienza ha bisogno di una collettività e di un rispecchiamento nell’altro, così come il neonato si rispecchia nel volto della madre.

Tutto ciò che viene trasformato deve essere bello alla vista.

Il convivio è il momento in cui noi ci troviamo con gli altri, mangiamo e insieme al cibo scambiamo parole e quindi relazioni.

Tutti i disturbi dell’alimentazione sono disturbi legati al convivio. La persona anoressica nega illusoriamente l’interdipendenza e il collegamento fra lei e gli altri esseri umani.

Nelle religioni si parla spesso di cibo. L’uomo, infatti, è fatto anche di ciò che mangia. Gesù ribalta la situazione dicendo: non ciò che entra nella bocca degli uomini li fa puri o impuri, ma ciò che esce.

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L’intestino è il luogo fisico dove albergano anche le emozione e queste prendono corpo.

Nell’intestino qualcosa si tramuta.

La superficie intestinale è stimata in circa 200mq. Attraverso il cibo l’intestino comunica con il mondo esterno. L’intestino decide ciò che può entrare e ciò che va eliminato.

Con le sue pieghe ci ricorda il cervello.

Dal cervello arrivano comandi che arrivano all’intestino, e questo è noto. Meno noto è il fatto che il 90% delle informazioni va dall’intestino al cervello e non viceversa.

Produce serotonina per il 95%, dopamina per il 50% e buona parte dell’adrenalina.

Gli antichi Egiziani dicevano che l’intestino è la sede delle emozioni.

L’intestino è assimilabile alla parte rettiliana del cervello, quella più istintiva e legata al nutrimento.

Abbiamo tre cervelli: nella testa, nell’intestino e nel cuore. Questi dovrebbero essere sempre in armonia tra loro.

Il microbiota è l’insieme di microbi intestinali con cui viviamo in simbiosi.

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L’uomo è un sistema di flusso, significa che immettiamo energia (sotto forma di cibo) che viene trasformata in parte in lavoro e in parte in scorie. Tutto questo sistema definisce la nostra salute e una qualunque interruzione di esso la compromette.

Ciò che il nostro corpo non elimina, in qualche modo troverà la sua via di uscita attraverso altre vie.

La pelle è un intestino secondario e viene utilizzata per smaltire le tossine.

Per la MTC i vari organi sono divisi in logge e ciascuna loggia ha una sua peculiare simbologia.

In realtà ogni organo e ogni cellula è un cervello.

Il microbiota intestinale è un organo.

Il tessuto connettivo è sede di macrofagi, nervi e vasi e ora gli scienziati hanno scoperto che si tratta di un organo.

La salute dipende dal microbiota e dal tessuto connettivo.

La disbiosi è un rapporto sproporzionato di batteri intestinali.

Quello che mangiamo è in grado di condizionare la flora intestinale, il che impatta sulla qualità della nostra digestione fino alla qualità delle nostre emozioni.

La cellula tumorale è la cellula che non sa chi è e segue un processo di crescita individuale.

Il cervello mangia emozioni, le trasforma in esperienza e coscienza, ed elimina le scorie. Il metodo attraverso cui elimina le scorie è il sogno.

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