Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

23. LEZIONI DALL’ACQUA

È giunto il momento di imparare dalle forze naturali.

Lei, l’acqua, già nel tragitto in barca verso La Digue, aveva provato a farsi viva. Il ferry ballava tre le onde, che avevano quella profondità lenta ma inesorabile per lo stomaco tipica dell’Oceano Indiano. Quasi tutti attorno a me si erano già muniti di apposito sacchetto per il mal di mare… Io allora ho chiuso gli occhi; per cambiare la realtà basta volgere lo sguardo altrove.

A occhi chiusi sentivo la forza dell’acqua. Sentivo l’ondeggiare non più come qualcosa di fastidioso ma come la forza immensa dell’elemento. Ero in connessione con lei, con la natura fluente e mobile del suo dispiegarsi. Poi, mi sono addormentata.

Una volta scesa dal ferry, tra i pochi scampati al mal di mare, pronta per esplorare l’isola, non ho più pensato a quel contatto interiore. Ma di nuovo, il giorno successivo, immergendomi nelle acque di Anse Source D’Argent, ho avuto la stessa chiamata.

L’acqua chiamava a un contatto, chiedeva ascolto. Allora ho chiuso gli occhi, nuotando in avanti come verso l’infinito. Ero avvolta da acqua, mentre le cellule più superficiali della mia pelle celebravano un matrimonio liquido con le molecole risonanti dell’elemento.

Potevo sentire l’elemento. Potevo avere informazioni da esso. Vi era una precisa intenzione che la forza cosmica “acqua” in quel momento aveva. Voleva il mio ascolto, e aveva precise qualità.

La sua energia aveva queste caratteristiche: insistente, caparbia, perentoria. Tutto il contrario della fluidità come forse noi la intendiamo.

È così che mi ha spiegato la sua inesorabilità: “Sono ciò che mai si ferma, che massimamente penetra, che senza sosta scorre, ciò che non conosce ostacoli, che nel fluire cattura e vince, che mai si arrende, che sempre giunge dove vuole. Dura nel fluido e soprattutto ferma nella dinamica. Io non mi muovo, altre forze mi conducono, il vento, la Luna, il caldo, il freddo, la forma delle pietre che incontro, i pendii e le cascate … Io sono ferma, io sono immobile, nel profondo sempre calma, là dove nessuno mi raggiunge. Ciò che mi muove mi rende un servizio. Sono ferma eppure fluisco ovunque. Per questo sono anche il femminile. Non sono gentile, sono inarrestabile“.

Molto tempo fa, per un breve periodo, ho avuto paura dell’acqua.

Erica F. Poli

 


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Libro-Anatomia-Coppia-Poli

 

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4 commenti su “23. LEZIONI DALL’ACQUA”

  1. Di mare

    Percorsi
    di
    vita
    eterna
    lungo
    il
    mare
    agitato
    bianco
    forte
    intensamente violento
    grigio
    orizzonte
    sale
    riflesso
    luce
    immensamente
    rosso dietro le montagne
    andare
    venire
    andare
    venire
    sempre diverso
    sempre lo stesso
    prendo
    tocco
    sono dentro
    il deserto
    del mare
    mi inondo
    bevo
    ho sete
    anche
    d’acqua salata
    dentro
    la bocca
    entra
    esce
    entra
    esce
    conosco
    questa sensazione
    inesorabile
    gusto
    di mare

    Stefania Ugatti 1997

  2. Erica
    queste “note” sull’elemento acqua sono meravigliose.
    Leggendole mi sono venuti i brividi e un po’ ho immaginato di vivere quel magico contatto.
    Sei magica!
    ciao Daniela

  3. chi dice che il mare è agitato dice un grande nonsenso: il mare non è mai agitato, è la sua superficie che lo è! se hai bisogno di pace vai nel profondo, lasciati alle spalle la superficie senza paura.

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