Navigando nelle infinite possibilità dell'essere

150. I TRE POPOLI

13/06/14

Caro viandante che ti accorgi,

questa settimana vorrei parlarti di un argomento ahimè piuttosto scomodo: la “divisione evolutiva” in corso. Lo scrittore Igor Sibaldi ha parlato di qualcosa di simile, definendo questo cambiamento evolutivo come una “speciazione”, ossia la tendenza da parte di un ristretto nucleo di persone ad accorgersi del sistema malato, abbandonando così la massa e perseguendo altre vie; in tal modo si va a percorrere una nuova strada che finirà, su lunghe distanze, con l’essere totalmente separata rispetto a quella originaria.

Da qui vorrei partire, scattando una foto della situazione con le mie lenti interpretative. Sto osservando questo fenomeno da un po’, tanto da parlarne con il mio compagno nei momenti di condivisione per comprenderne le dinamiche.

Accorgersi

Quello di cui ci siamo accorti, e che vorrei condividere con te, è che più andiamo avanti e più le persone tendono in modo spontaneo a includersi all’interno di vere e prozie categorie, aumentando in questo modo gli spazi di separazione tra una tipologia di umanità e un’altra.

Una enorme spaccatura evolutiva sta assumendo la forma di un movimento esistenziale

Prendono forma in questa maniera tre nuclei.

Il primo è il più “accettato”: si tratta della categoria dei mal pensanti, di tutta quella serie di persone che – se può – pensa male. Per loro abbastanza non è mia abbastanza, non esiste neppure il bicchiere mezzo pieno, mettono in discussione pure il fatto che esista un bicchiere! Sono gli indissolubili della negazione: per loro l’amore è solo il titolo di un film al cinema e c’è sempre qualcuno nascosto dietro l’angolo che li voglia fregare.

Credono che non esista alcun modo di costruire, governare, vedere che non sia ciò che possiedono loro, nella visione imbibita di formaldeide che si avvinghia al sacrificio e al dolore, in un territorio per lo più senza speranza, che vende l’accettazione all’abominio che sta avvenendo sulla terra come inesorabile e unica realtà. Essi sono la carne morta, la massa votante la massa, il gregge che rincorre un padrone cattivo di cui lamentarsi volentieri ma senza far nulla per togliergli potere. Vi presento il popolo dei Morti.

C’è di peggio che essere morti ed è essere morti che camminano

Questa prima categoria è quella dei “morti che camminano”, della massa informe senza scelta, che dà vita al destino che qualcun altro di “sveglio”, ma senza troppi scrupoli e con brama di potere, crea appositamente per loro. Sono tanti davvero in questa categoria e rappresentano una consistente massa “usabile” nei momenti in cui la “massa” conta (tipo alle votazioni). Questi rappresentano coloro che sopravvivo alla vita trascinandosi addosso ciò che ricorda un corpo in una flatulente esistenza.

Questa categoria è ben orgogliosa di appartenete a tale clan, zavorrandosi alla lamentela costante, chiamando con il nome delle persone i propri malanni, cullando amorevolmente scuse per voler stare dove stanno. Essendo in tanti in questo club, sono una autentica forza, e dove incombe fa sentire il potere del proprio pessimismo.

I Morti rappresentano una sorta di virus contagiosissimo per la restante parte dell’umanità e agiscono come tale, tanto da contagiarsi persino tra loro, evitando inesorabilmente ogni impulso alla vita.

Il Popolo che si sta risvegliano

Esiste una seconda tipologia di persone, oltre ai Morti, e rappresenta il numeroso (meno dei Morti però) popolo di Quelli Che Si Stanno Svegliando.

Queste persone vedono il bicchiere senz’altro, ma qualche volta è mezzo pieno, altre invece mezzo vuoto, e possono – attenzione – essere ben disposti a trasformarsi in momenti della giornata in Morti. Un po’ come sotto a un sortilegio (“legaggio della sorte”), essi si muovono per lo più in solitaria, dando sprazzi di saggezza. Questi sono spesso usati dal Cosmo fungendo da veri e propri messaggeri ad altri che si stanno risvegliando, divenendo in tal modo dei Guru senza saperlo: degli angeli terrestri che portano messaggi di speranza nella direzione del “bicchiere mezzo pieno”.

Il problema di Quelli Che Si Stanno Svegliando è che la loro energia non è stabile; oscillano facilmente da uno stato vibrazionale costruttivo a uno dis-funzionabilissimo che gli fa perdere a volte parte del territorio guadagnato. Quando è così, si smontano e si perdono nella dolcezza della lamentela. Questi sanno di per certo che si tratta di tossica lamentela, ma a volte lisciare la coda del diavolo ha i suoi (apparenti) vantaggi. La massa dei Morti è ben più forte e, si sa, sono loro a dettare le regole del sistema, quindi conviene appoggiarsi a questa forza, almeno fino a quando la consapevolezza preme a tal punto da far uscire qualche brutto o mediocre male ed, ecco, il miracolo riprende a esistere: il risveglio momentaneo si riproduce!

Quelli Che Si Stanno Svegliando vanno avanti così, con due passi avanti e uno indietro, dando la colpa a chi hanno vicino per le loro scelte prese oppure no, e per la loro qualità di vita; si sentono segretamente in colpa quando in solitudine si ricordano che stanno mentendo a loro stessi, poiché sanno benissimo come si sta quando si sta bene, e pure quando si sta male, e che prima o poi prenderanno la decisione definitiva: credere fino in fondo nel cambiamento ed esercitarlo… poi tornano giù, e questo ciclicamente, finché non passano allo step successivo. Sempre che ci arrivino.

I Risvegliati

Ed eccoci a quella che rappresenta la parte più piccina: il piccolo popolo, il dedalo d’umanità che ha aperto gli occhi alla Coscienza. Quest’ultimi, chi più, chi meno, camminano ancora accecati dalla grande luce, ancora doloranti si sostengono come possono e imparano a sostenere, perché ce n’è bisogno, perché hanno imparato che nessuno è un’isola e che insieme tutto può accadere.

Inizialmente erano pochi, venivano definiti come i folli o gli artisti della storia, gli alternativi della situazione, quelli mai accontentabili, i ricercatori mai stanchi con molti debiti e altrettante idee. Il piccolo gruppo dei Risvegliati in silenzio si ritrova, sa che ognuno potrà contare solo su se stesso, apprezza quando trova un compagno di viaggio ma non lo vede né scontato né vitale. Questo è il popolo che conosce il potere dei bisogni e sa che chi gli viaggia accanto è un dono, non una esigenza, semmai un piacere.

Sa benissimo che domani potrebbe ritrovarsi da solo, ma sa anche che non ha scelta se non quella di continuare a camminare nella direzione della vita. Vorrebbe aiutare di più, vorrebbe poter fare di più, ma ha capito, e si ricorda bene di quando faceva parte del popolo di Chi Si Sta Svegliando, che ogni percorso è come la nascita e la morte: si deve compiere da solo.

Il Risvegliato ha capito che può solo mostrare la via senza portare nessuno in braccio né tanto meno pretendere che cammini al suo passo o per le sue strade. Egli, infatti, si chiama “Risvegliato”.

 

Mi piace credere che un giorno esisteranno solo Risvegliati.

Con il cuore,

Monia

 

Credits Img..

1 commento su “150. I TRE POPOLI”

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