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256. IL GUERRIERO E L’ANNULLAMENTO DI SÉ

La mente intrisa da cento opinioni continua a sfornare illusorie sentenze su ogni aspetto della propria vita, giorno dopo giorno, spacciando le sue innumerevoli imbecillità per sagge comprensioni.

Guarda soprattutto gli altri attraverso il filtro delle sue frustrazioni e giudica continuamente e commenta ogni evento.

“Io, io, io…” sa solo dire “io” e ognuno crede di essere quell’io che è in realtà un povero fantasma gonfiato. Presunzione, arroganza, condanna, squalificazione, conflitto, illusioni sono il suo cibo, seguendo un processo che non ha fine. Ci si sveglia la mattina e inizia il ronzio molesto che ha sempre da ridire su tutto. Finché questa è l’identità che ognuno si illude di essere, non c’è spazio per nessuna vita vera.

Questa è la vera prova del guerriero: sviluppare un altro punto di osservazione, sganciarsi da questa identificazione con la personalità che si è saldamente costituita nel tempo e, attimo per attimo, disfare la trama fittizia che la mente ha costruito. È un lavoro senza sosta, con una pazienza da certosino, un lavoro umile e costante. Poco per volta, concentrati sul Cuore, questo io, io, io inizia a perdere forza e consistenza, si sfalda ed evapora come nebbia al sole.

Rimanendo aggrappati al Cuore, con una muta preghiera, con l’intensità di un anelito che non ha alcun nome, tutto si disfa, e inizia un periodo di estremi smarrimenti in cui non si sa più chi siamo, a cui subentrano invece fasi di pienezza in cui la coscienza di essere sorride gloriosa. Sembra di essere sulle montagne russe: estasi si alternano a notti buie e in questo crogiuolo prende forma e consistenza il senso di sé.

Il processo di diventare ciò che già adesso siamo passa per continue perdite dolorose. Giungono inaspettati i premi dell’anima e un nucleo di bellezza si stabilizza gradualmente e si fissa imperituro.

La vita quotidiana in questa fase è lucidamente folle perché il guerriero vive contemporanemante due piani: il piano del Sé testimone e il piano dell’ego impermanante. Ma questa fase continua a trasformarsi e l’ego impermanente, purificato sempre più dai condizionamenti e dalle identificazioni, inizia a diventare uno strumento del Sé che attraverso di esso si manifesta.

Queste lunghe trasformazioni alchemiche richiedono un vero coraggio e una solida fede, senza i quali non è possibile procedere. Ecco perché sono pochi coloro che intraprendono questa via e sono molti coloro che si illudono di percorrerla con palliativi spirituali.

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2 commenti su “256. IL GUERRIERO E L’ANNULLAMENTO DI SÉ”


  1. aiutaci a riconoscere, distinguere quando la mente ci confonde, inganna, creandoci cosi illusorie soluzioni a volte anche spirituali.
    Grazie ancora.

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