Come Mikao Usui, il Monaco tibetano giapponese creatore del Reiki, ritornò nei ghetti di Kyoto, disperato, perché la gente non aveva compreso l’importanza del Reiki né quale fossero le possibilità che il Reiki attraverso la guarigione dell’anima poteva produrre, così quella di parlare del Reiki senza poter scendere nei dettagli della guarigione sembra una battaglia persa in partenza… sembra che non si sia ancora pronti ad accettare che c’e’ dell’altro, e accettare che non bisogna solamente e per forza ascoltare gli altri…
Adesso è giunto il momento di ascoltarsi di più e ascoltare il proprio cuore, di decidere da “soli”… sentire così se una cosa è buona per noi, portare attenzione a come ci fa sentire, o chiederci qual è il modo di affrontare la giornata dopo un trattamento di Reiki… “Come affronto la giornata dopo aver dedicato qualche minuto a me stesso e da solo, senza chiedere agli altri consigli e quant’altro?”.
Per questo penso che, come già avviene in tante scuole sperimentali e purtroppo sempre e solo all’estero, sia importante insegnare il Reiki ai ragazzi giovani, che proprio imparando la meditazione e l’amore universale, possono sicuramente eccellere negli studi e nella vita.
Pensate a come sarebbe il mondo nel futuro se avessimo degli uomini che si preparano alla scuola della vita anche imparando tecniche di rilassamento e di meditazione, con amore incondizionato e universale. Sono sicuro che molti pensano a questo come ad un’utopia ma io sono convinto nel mio cuore che come c’è un ritorno alla natura e alle cose naturali, così i ragazzi – che sono il nostro futuro – saranno in grado di comprendere che l’energia universale attraverso il Reiki li può portare oltre, farli spaziare ancora di più con la mente… affinché il loro cuore sia aperto…
I ragazzi capirebbero che in questo modo si può solo fare del bene e creare un mondo migliore, prima nei nostri cuori e poi intorno a noi…
Lascia un commento con Facebook