Caro viandante, a volte può capitarci di venire coinvolti nell’antichissima arte della maldicenza. Essa conserva in sé una carica molto potente e densa, che agisce in modo nefasto, sia su un fronte consapevole, sia su un altro, più sordido, a insaputa di chi la esercita.
Questa maldicenza, questa carica altamente negativa, arriva senz’altro a colpire colui al quale è indirizzata. Quello che magari si sa di meno, tuttavia, è il “come” essa agisce sul malcapitato e… su chi la emette.
In questo consueto appuntamento con il mio Spazio Nero Avorio vorrei condividere con te alcune – a mio parere – vitali considerazioni.
Che buon pro ci faccia, caro lettore!
L’energia
Dio è energia costruttiva all’ennesima potenza. In sé conserva tutto ciò che occorre per l’armonica funzionalità dell’intero sistema. Quando arriviamo sulla Terra, per il solo fatto che qui, nel “regno delle cose che passano”, esiste la dualità, questa forza tende a due polarità diverse, di cui solo una costruisce, l’altra distrugge. Vi è quindi una valenza positiva che è fondamentalmente una estensione dell’amore divino e una valenza negativa che tende a separare.
La parola diamballo (o diavolo) lo esplica alla perfezione, in quanto significa proprio separare, in qualche modo “allontanare dalla creazione”.
Nella vissuto disfunzionale dell’uomo, quando si agisce nella valenza negativa, le cose si muovono in maniera meno fluida, più faticosa. Qui nascono la maggior parte dei sentimenti umani pesanti con carica distruttiva, come la gelosia, l’invidia per ciò che altri hanno, invidia per il successo altrui, per le conquiste che ad altri arrivano, la rabbia verso una persona, un evento, la cattiveria, la menzogna, il rancore ecc.
Tutti questi sentimenti figli del diamballo non sono né male né bene, sono così affinché si compia una volontà più alta: una lezione da imparare.
A volte questo insegnamento può risultare molto duro e persistente poiché, se non capito, ci si ritrova a questo punto a essere dei recidivi del diaballo, mantenendoci in questo modo un po’ troppo a lungo nella valenza negativa. E il risultato di tali comportamenti non può in nessun modo avere a che fare con la felicità.
Amore o Paura
Veniamo al motivo per cui una persona dovrebbe provare tali sentimenti verso un fratello o una sorella (poiché siamo tutti nati dalla stessa informazione universale chiamata Dio o Fonte).
Esistono due grandi contenitori, e ne parlo spesso nelle mie pubblicazioni (edite da Anima Edizioni), nelle conferenze (ne trovi molte su YouTube), e nei seminari: essi sono il contenitore Amore e il contenitore Paura.
Se la mia attenzione si trova dentro a uno di questi contenitori, non può trovarsi dentro l’altro.
Mi spiego meglio: se il mio sentimento vibra con la mancanza, con la paura che qualcuno mi porti via qualcosa (attenzioni, successo, lavoro ecc.), entrerò in vibrazione con il contenitore Paura e lascerò quindi le vie dell’Amore e della costruzione, assumendo forme disfunzionali alla felicità come quelle della distruzione, del pessimismo e del fastidio, dell’invidia, della rabbia ecc.
Se sono nell’abbondanza, nella credenza che ce n’è per tutti, che tutti hanno il diritto, anzi il dovere, di potersi esprimere nel mondo, portando ognuno a proprio modo l’obolo, il proprio contributo per consumare le risorse della Terra, allora sono nel contenitore Amore. Quello che verrà a questo punto emanato sarà abbondanza (che non necessariamente significherà avere tanti soldi!). La vibrazione che si espanderà come un concerto nella nostra aura sarà gioia, costruzione, opportunità, piacere, condivisione, co-creazione, disponibilità. Saranno molte le persone e le opportunità che si sentiranno attrarre da questa vibrazione, poiché essa dà e non toglie a nessuno, anzi moltiplica.
Se mi trovo malauguratamente invece nel contenitore Paura, quello che andrò ad attrarre sarà altra paura, altre persone con dinamiche di mancanza simili alle nostre, altra deficienza, altra dissonanza, altra distruzione. Anche le mie opere, le mie parole, il mio stesso lavoro, anche se apparentemente potrebbe risultare ben fatto, con tali frequenze diverrà un letamaio, una vasca piena di marciume putrefatto che richiamerà il peggio. Vivono in questa vibrazione le persone parassite, gli opportunisti, altri tipologie di maldicenti, i perdenti ossia quelli che perderanno ogni opportunità, i poveri di sentimenti, gli ottusi di idee malsane, gli “sfigati cosmici”, le cloache universali che forniranno interi residence per energie distorte, larve eteriche, forme pensiero pesanti, fino a essere ottimi distributori di egregore e parassiti di vario genere e tipo, anche fisici.
Il pensatore e la carica disfunzionale
Il pensatore che vive solcando la strada del contenitore Paura, esercita continuamente il suo fetidume in pensieri, parole, opere e omissioni; se potrà infatti non aiuterà il prossimo, se non in cambio di qualcosa. Le opere di tali soggetti saranno viziate dall’energia diamballo, quindi avranno in seno il suo tarlo. Le parole saranno a loro volta frutto del pensiero malato e distorto da un ego offeso che vomita al mondo il suo proprio dissenso. Egli per primo è vittima di tali parole, ma non lo sa, o smetterebbe subito di frequentare tali “ambienti”.
La vittima
La persona colpita da queste energie distorte avrà sicuramente dei problemi, più o meno intensi, in base a come è attrezzata per agire o reagire a tali “densità”.
Quando si ricevono certi “doni” e si accettano, l’atteggiamento classico è quello di entrare in difesa, specie se si conosce l’identità di chi ha partorito la maldicenza. Ci si sente ingiustamente colpiti e si parte in carica per dichiarare la propria innocenza. Così facendo però si entra in difesa, non in azione. Ci si trova quindi, più o meno facilmente, a percorrere le stesse vie dissonanti dalle quali è arrivata la carica negativa, quasi senza accorgersene.
La maldicenza infatti è una carica potentissima e altamente contagiosa. La vittima, sentendosi tale, inizierà a fare altrettanto, sperando di rimettersi in buona luce, senza sapere che così facendo, passerà dalla padella alla brace.
Credimi, viandante quando, ti dico ciò, potrei in un certo senso definirmi quasi un’esperta!
Più si è in vista, più si brilla per qualcosa che manca a qualcuno per pigrizia nel procurarsela, per sua poca capacità, per paura di venir oscurato da quel tipo di luce (senza pensare che al massimo se ne viene illuminati), più si attirano certe situazioni di maldicenza.
All’inizio anche io mi sentivo vittima e ci rimanevo male. Quell’energia rigurgitata era davvero in grado di attaccarsi a qualche parte di me, evidentemente trovava qualche nervo scoperto, qualcosa su cui non avevo lavorato a dovere. Finivo così per dare la mia attenzione – e quindi la mia energia – a queste cariche perverse.
Ora sono diventata un po’ più accorta e preferisco camminare con – e quindi frequentare – i vincenti, che hanno capito cioè che parlar male porta “sfortuna” (ossia toglie a noi stessi, prima di tutto).
L’atteggiamento di chi viene colpito
Caro viandante, poco importa chi tu sia, cosa tu faccia o meno, quale sia la tua posizione sociale, il tuo conto in banca, il tuo nome, o la tua faccia: alcune persone sono infastidite anche solo il fatto che tu esisti! Quindi non ti preoccupare di cosa puoi aver fatto di sbagliato che possa aver attirato l’attenzione del maldicente. È perfettamente inutile chiedersi perché si attirano questo genere di persone.
Quel che è utile e funzionale, invece, è passare all’azione ed evitare le vie della paura sostenendo un atteggiamento di reazione, più nocivo che altro. Se avessi dovuto preoccuparmi, caro viandante, di cosa le persone pensano o meno di me, non avrei mai fatto nulla nella vita!
Il mio maestro Pier Luigi Ighina, grande anima, diceva che ogni solido ha la propria ombra. Ogni grande piramide avrà, finché non si smaterializza e si fonde alla luce completamente (come nell’ora del mezzogiorno per il solido, in cui l’ombra della piramide arriva a scomparire), la sua altrettanto enorme ombra: mai sarà, infatti, che un solido gigantesco abbia un’ombra piccolissima!
Inutile lamentarsi della quantità di energie che dovremo gestire… se siamo delle centrali elettriche! Più cresciamo, più le prove saranno proporzionate alla nostra crescita. Chi è in un percorso evolutivo non si ammala meno degli altri o ha meno noie, anzi! Egli si ammalerà come gli altri, se non di più (poiché più sensibile), ma avrà mezzi per rialzarsi in fretta.
La carica disfunzionale e il suo creatore
Ogni volta che dall’aura di una persona che frequenta l’energia della maldicenza scoccherà la freccia della mala-lingua, si verrà a rompere la sua propria aura. Il dardo rapidamente arriverà a colpire il destinatario creando una ferita. A questo punto l’energia del malcapitato inizierà a sanguinare.
La rimarginazione può essere molto veloce, se la persona si trova in azione: allora si curerà la ferita, cercherà di fissare la propria attenzione altrove, evitando in questo modo di disperdere la propria energia nella lamentela.
Se invece la ferita viene incrementata con energie simili a ciò che l’ha provocata, potrebbe infettarsi e creare una piaga che potrebbe non guarire subito, o anche mai.
A questo punto, chi ha letto questo articolo di vitale importanza saprà come muoversi. Potrebbe scegliere la via dell’Amore e far rimarginare la propria piaga velocemente, creare una benedizione pubblica, un ringraziamento rivolto a chi ha scoccato il dardo, compatendolo, mandandogli in tal modo una bomba di consapevolezza. I risultati sono stupefacenti!
Oppure potrebbe inviare questo scritto al maldicente, facendogli sapere a cosa va incontro con tali frequentazioni tossiche.
Quello che sfugge infatti al maldicente è che non solo la carica negativa tornerà al mittente sette volte sette (dopo aver ferito), ma nel frattempo la freccia, che è uscita per andare a ferire, ha creato una ferita anche nella propria aura, che attirerà frequenze simili a quelle emesse.
Bene-dire, male-dire
Il bene-dire attira benedizioni e crea scudi contro energie basse, fa circondare di persone benevole, uomini e donne di soluzione e di visione costruttiva; il male-dire invece crea spaccatura, aprendo inoltre una ferita fetida che attira solo “mosche”.
Come cavarsela
Carissimo, a questo punto sarà chiaro che il malpensante e il maldicente è tossico persino per se stesso. Quindi evita di agevolare, dare spazio, sostenere e frequentare (ebbene sì, anche frequentare) chi percorre certe vie. Se puoi, cerca di evitare persino l’acquisto da chi non è etico, da chi sfrutta, da chi promuove la falsità. Evita di mangiare, dormire, passare il tuo tempo e offrire il tuo denaro e il tuo sostegno a tali fenomeni.
I tre popoli dell’adesso
Serve in questi casi sicuramente munirsi di grosse dosi di compassione, perché non tutte le persone in questo momento hanno gli occhi aperti a tali dinamiche; altre ce li hanno, ma dubitano spesso del potere del bene, finendo per dare supporto ai ciechi.
Vi è poi chi vede e sente piuttosto bene: essi hanno il compito di aiutare e aprire la strada fin quando è possibile. La spaccatura infatti tra chi vede e chi è cieco ora è molto grande, e anche se molti si dicono uomini e donne di “nuova visione”, seminano opere che non rispecchiano tali pensieri. Dalle loro opere li riconoscerete.
Per questo popolo resta solo la propria miseria e la tua compassione, se vorrai, caro lettore.
Chi vuoi essere?
Puoi decidere a questo punto di essere un uomo che sostiene il problema, o diventare un uomo di risoluzione.
Ne va di tutti, soprattutto di te.
Grazie
Monia
..
carissima Monica come a molti è capitato anche a me di avere intorno gente così ma io non sapevo difendermi !!beccai la mia ex suocera mentre accompagnandomi alla porta mi faceva gestacci con la mano e versi alle spalle solo perché mi girai di scatto !! mi sentii gelare il sangue e mi vergognai x lei !!
carissima Monica ti stavo dicendo che beccai la mia ex suocera farmi versi e gesti dietro le spalle infatti inconsciamente non le ho mai voluto lasciare mia figlia quando era piccola perché qualcosa di lei mi disturbava, la sua energia mi turbava la sua voce il tono, era più forte di me ! quando ho avuto la mia casa non l’ho mai invitata con la scusa che io e suo figlio eravamo dentro a un tira e molla e poi infatti ci siamo lasciati e lei non si è mai più fatta sentire nonostante io mi sia quasi rovinata la vita x lui e che poi ha scelto la droga ! meglio cosi ! non mi piaceva quando lei parlava del mio ex da piccolo sentivo tutto il male che lei le aveva fatto io invece lo amavo con tutto il cuore ma non è bastato x salvare il nostro amore da cui è nata la mia bimba che ore ha 20 anni !! ora sono libera da tutto ciò, ma è terribile sentirsi come mi diceva un mio amico discepolo di Osho “tu sei un agnello in mezzo ai lupi” !!!! A 53 anni ho imparato a difendermi ma sono troppo sensibile tutto mi ferisce a volte penso di non appartenere a questo pianeta ma x mia figlia trovo la forza di andare avanti !! grazie a te x l’energia che trasmetti ogni volta che scrivi !! Manuela