Ci sono delle parole che hanno perso il loro reale significato e vengono usate a sproposito e con connotazioni negative. L’aggressività è una di queste. La parola viene dal greco adgredior e sta ad indicare “andare verso”. Di fatto l’aggressività è un istinto sano della vita, è la spinta ad andare verso le cose, a difendersi, ad avere l’energia per fare, per conquistare il proprio spazio, per mantenere la propria sopravvivenza. Una persona senza aggressività, manca di energia e di iniziativa e ha difficoltà a farsi avanti nella ricerca di un partner.
Molti scambiano l’aggressività con la violenza e la distruttività. Invece proprio quando l’aggressività è repressa, si trasforma in violenza verso gli altri o verso se stessi (masochismo). L’individuo che esprime liberamente la sua aggressività al contrario non è mai arrogante e prevaricatore perché non è frustrato in quanto è consapevole della sua forza.
Il vero guerriero cerca di non combattere mai, ma se è costretto alla lotta, ci mette tutta la sua energia e determinazione.
Bisogna guardarsi dalle persone miti, sempre servizievoli, che non sanno mai dire di no, che sorridono sempre. Covano sotto la coltre emozioni violente, rabbia, rancore, invidia. Sono sepolcri imbiancati. Spesso leggiamo nella cronaca che un individuo mite, bravo marito e padre di famiglia, in un raptus fa una strage. Certamente si tratta di un individuo represso che cova il fuoco sotto la cenere.
Ricordate Huriah Heep di David Copperfield? Era untuosamente umile e compiva le peggiori nefandezze…
continua..
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