In Italia e nel resto del mondo, migliaia di persone denunciano di essere state rapite da strani esseri. Si tratta dei casi di “interferenza aliena” o “abduction”. Ce ne parla Corrado Malanga, esperto e studioso del fenomeno.
– Dottore, quando ha cominciato ad interessarsi di interferenze aliene?
ho cominciato ad interessarmi al problema delle interferenze aliene quando lavoravo all’interno del Centro Ufologico Nazionale (CUN). Il direttivo del centro mi disse di verificare le dichiarazioni di un ragazzo genovese che diceva di aver avuto un incontro ravvicinato, all’età di quindici anni. Il ragazzo si chiamava Valerio Lonzi e fu il mio primo caso di abduction che studiai all’interno del CUN. Il rapporto stilato su quel caso fu poi un libro, all’inizio sostenuto e successivamente denigrato dal CUN. Da lì in poi capii che all’interno del CUN qualcuno non voleva approfondire il fenomeno delle abduction ed anche per quello mi dimisi da quell’associazione di ufologi e continuai, da solo, la mia ricerca.
– Cosa sono le abduction e gli addotti? E in cosa consiste un’interferenza aliena?
Sulla base delle mie osservazioni devo sottolineare come il termine “interferenza aliena” fu coniato da me oltre 15 anni fa. Alcuni soggetti umani di questo pianeta vengono fatti oggetto di interesse di differenti razze aliene apparentemente in accordo fra loro nello sfruttare le potenzialità dell’essere umano. Tali sfruttamenti sono condotti da migliaia di anni all’insaputa della maggior parte degli esseri umani. I così detti addotti o rapiti, sono soggetti che per le loro caratteristiche biogenetiche, sono oggetto di sfruttamento da parte di alieni. L’alieno utilizza sia il materiale biologico, sia energie sottili, di cui non conoscevamo sino a poco tempo fa l’esistenza.
L’interferenza consiste in più cose. L’addotto viene tolto dal suo contesto, viene portato in ambienti tecnologici alieni e sottoposto a operazioni chirurgiche atte a asportare endorfine, sangue e sperma nei maschi. Le donne subiscono inseminazioni artificiali ed altre operazioni chirurgiche. I soggetti addotti vengono impiantati con microchipaltamente miniaturizzati in varie parti del corpo. Inoltre l’alieno tende ad utilizzare energie sottili dell’umano per prolungare la vita e l’esistenza di alcuni membri della specie aliena. Tutto accade cancellando le memorie di questi vissuti negli addotti che però subiscono forti traumi, a livello inconscio mai rimarginabili.
– Quali sono le metodologie che usa per indagare ed appurare un presunto caso di abduction? In particolare, come distingue un addotto da uno schizofrenico? Quanti sono i casi da lei appurati?
I casi da noi indagati in questi ultimi anni sono circa un migliaio. Di questi circa 400 sono stati indagati approfonditamente con tecniche di ipnosi e programmazione neurolinguistica. Gli addotti si distinguano da altri comuni soggetti in base ad uno screening basato su un test detto TAV o test di autovalutazione, costituito da una cinquantina di domande a cui il soggetto addotto risponde sempre in un modo facilmente riconoscibile.
L’addotto viene sottoposto ad alcuni test proiettivi come l’analisi grafologica, il test della Lallemand, il test di Stroop. Attraverso poi un colloquio diretto, con l’applicazione di tecniche di PNL, si determina la veridicità di alcuni episodi che il teste crede di solito di aver vissuto in ambiente onirico. In quel contesto, attraverso lo studio delle espressioni verbali utilizzate dal soggetto attraverso le regole della grammatica trasposizionale, utilizzando il modello VAK del movimemnto dei bulbi oculari e l’utilizzo dell’analisi dei movimenti del corpo, si individuano quegli episodi che in realtà sono stati realmente vissuti dai soggetti indagati e si riportano alla memoria lucida indelebilmente. Il soggetto in quattro step impara a ricordare, a capire perchè gli alieni prendano proprio lui ed a decidere se vuole continuare il percorso con gli alieni o liberarsi della loro presenza. In questo ultimo caso, gli si insegnano le tecniche per esprimere quello che noi definiamo come ‘atto di volontà’. L’analisi grafologica mette in evidenza le forti differenze che esistono tra schizofrenia e sindrome da adduzione.
– E’ possibile liberarsi dalle interferenze aliene?
La liberazione dalle interferenze aliene prevede la perfetta comprensione di quello che accade. In questa fase il soggetto impara a riconoscere quello che credeva un sogno dalla realtà vissuta ma cancellata dalla sua mente. Il soggetto non cade più nell’oblio durante una operazione di adduzione ed impara ad interagire con il fenomeno in modo interattivo. Impara a far valere il suo atto di volontà contro il quale la tecnologia aliena non sembra poter porre rimedio. Impara ad usare le sue risorse energetiche interiori ed attraverso un forte atto di volontà esorcizza a livello fisico la presenza aliena.
In questo contesto risultano efficaci le tecniche che servono a ricordare cosa sia accaduto realmente, attraverso l’utilizzo di ancore di PNL e l’impiego di un particolare esercizio mentale detto SIMBAD, che unisce la potenzialità della meditazione trascendentale di Maesh (ndr: Maharishi Maesh Yogi), con lo psicodramma di Moreno e con le teorie di Kosslin delle immagini virtuali.
– Alcuni addotti descrivono situazioni che sembrano il risultato di un’alterazione dello spazio tempo. Ad esempio, durante il rapimento la scena sembra fermarsi e tutto appare immobile, mentre il malcapitato viene portato via, spesso attraversando pareti e mura. Esiste una spiegazione plausibile a tutto questo? La fisica quantistica può aiutarci a capire cosa accade?
I nuovi aspetti della teoria della quantizzazione prevedono che non solo l’energia ma anche lo spazio ed il tempo, cioè tutta la virtualità, siano quantizzati. In questo contesto la spiegazione tecnica di quello che accade durante una adduzione è ben spiegata dalla fisica della virtualità di Bohm. In altre parole l’alieno agisce solo sullo spazio, bloccandolo senza bloccare il tempo o viceversa. In pratica, l’alieno con l’addotto si muovono solo su una linea isospaziale o isotemporale del piano spazio-temporale einsteiniano. Inoltre, tenendo presente che lo spazio ed il tempo sono manifestazioni illusorie di una virtualità olografica, è facile dimostrare cosa accada. Il soggetto addotto non comprende come mai il suo tempo od il suo spazio si blocchino mentre lui può muoversi all’interno di questo stato quantico. I calcoli matematici e fisici a disposizione della fisica moderna effettuati da Bohm chiariscono senza ombra di dubbio cosa sta invece accadendo.
– Dal contatto con questi esseri, è possibile ottenere informazioni sulla
natura della realtà?
No. La natura della realtà è dentro l’uomo che non ha bisogno di chiedere niente a nessuno. L’uomo è parte di Dio, solo non lo sa. L’alieno rappresenta un essere tecnicamente cioè virtualmente evoluto ma realmente meno complesso dell’uomo che ha potenzialità decisamente superiori. Per questo l’uomo interessa agli alieni ma gli alieni non interessano all’uomo. L’uomo però deve acquisire coscienza di sé e sapere o meglio ricordare chi lui in realtà sia.
Intervista di Camilla Ripani per www.anima.tv
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