La medianità come strumento di crescita interiore extrasensoriale, lontana dai limiti educativi a cui siamo abituati di razionalità e concretezza.
Medianità – una parola difficile da comprendere veramente fin quando non ti trovi coinvolto direttamente in questo mondo magico, imprevedibile e affascinante che si presenta al di là dei cinque sensi che la nostra mente ben addestrata è normalmente in grado di riconoscere e controllare. Purtroppo, fin da piccoli, tra i banchi di scuola, ci hanno educato alla razionalità e alla concretezza, quasi che queste doti dovessero essere i pilastri irrinunciabili cui avrebbe dovuto fare riferimento la nostra esistenza di futuri uomini.
Oggi ci troviamo di fatto disorientati o per lo meno fortemente impreparati dinnanzi alla crescente manifestazione di fenomeni che vanno palesemente oltre quei cinque sensi che ci hanno insegnato a riconoscere come unico vero strumento di consapevolezza dell’essere umano. Avvertiamo un certo disagio, quasi un senso di paura nel confrontarci con il mondo delle energie sottiliche sfida apertamente le elucubrazioni della nostra mente razionale. Quando ci capita di essere coinvolti in prima persona in questi fenomeni che vanno al di là del nostro controllo, ci sono, all’inizio, tentativi quasi disperati di reazione… Quella parte di noi, così ben istruita e che ha fatto proprie le lezioni impartite da quella maestra di asilo, dai nostri genitori e insegnanti, grida e si ribella ad un mondo che non conosce e che quindi istintivamente teme.
Quando la “medianità” ci attraversa in qualche modo, sia come spettatori sia come attori, torniamo per un istante a sentirci “diversi”, come quando, da piccoli, la mamma ci esortava a lasciar perdere tutte quelle fantasie fatte di luci e di immagini evanescenti che potevano svelarsi solo ai nostri occhi incantati di bimbi. Dobbiamo quindi fare un “salto” molto importante per la nostra evoluzione e per il nostro cammino terreno, pur conservando una minima capacità di discernimento e sana critica; non dobbiamo infatti farci coinvolgere nei “contatti” e nelle manifestazioni medianiche fino al punto di assumere per vero e reale tutto quello che ci capita.
Purtroppo l’essere umano si presta anche a manipolare la realtà, qualunque essa sia, a proprio piacimento e per proprio interesse, per cui l’unico antidoto serio ed efficace alle mistificazioni, purtroppo esistenti anche se magari in buona fede, resta solo ed allusivamente l’ascolto della voce del proprio cuore. Tutto ciò che risuona nel nostro intimo con un brivido nella schiena, un impercettibile soffio sul collo o tra i capelli o un’emozione profonda capace di portare fino alle lacrime è manifestazione di una medianità pura e sincera. Tutte le parole che ci renderemo conto di ascoltare solo con le nostre orecchie, senza avvertire quel sottile fruscio della nostra anima in festa, possono essere da noi affidate al vento perché non ci servono… Quando la medianità si fa strumento di comunicazione, al di là del velo delle apparenze, con chi ha terminato prima di noi il viaggio terreno, ci può aiutare veramente a riconoscere la nostra reale essenza divina e diventare un importante strumento di crescita interiore.
Quando avremo finalmente compreso che la vita continua con immutata intensità, dopo ciò che ci hanno abituato a chiamarla “fine di tutto”, e che quel legame con i nostri cari è diventato più forte, più puro e più sacro di prima, saremo finalmente sulla strada giusta… i contatti con questa esistenza parallela si faranno sempre più leggeri e naturali fino al momento in cui non avremo più bisogno di “medium” e potremo parlare quando vorremo, con il linguaggio muto del cuore, con chi vive al di là del velo della nostra incredulità, fintanto che il respiro della vita continuerà ad animare con pari amore ed intensità chi cammina ancora sulla terra e chi già vola nella luce…..
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