In questa intervista Gabriella Campioni ci parla del potere, delle sue implicazioni e di come accettarlo nella nostra vita.
– Gabriella, cosa è per lei il “potere”?
Il potere è un tema estremamente importante al giorno d’oggi. Ci hanno abituato a pensare al potere come a un qualcosa di negativo, a un sopruso, che accompagna parole come “io ordino, comando, voglio, pretendo, ti schiaccio, ti conquisto…”
Invece, se ci pensiamo bene, “potere” è il modo infinito di “io posso, tu puoi…” quindi chi non ha potere è impotente. Evidentemente, è importante “essere potenti”, e con ciò non si vuol intendere schiacciare gli altri ma essere nel nostro potere personale, essere soddisfatti, contenti di quello che siamo, ripieni – e non pieni di noi stessi.
Il nostro potere deriva dall’essere in armonia con noi stessi, dall’essere fluidi e convinti delle nostre azioni, allora diventiamo una cosa sola con l’universo e collaboriamo attivamente nella creazione degli eventi, così come viene indicato nel film The Secret.
– Questo è il vero potere?
Il vero potere non ha bisogno di armi o di atti di forza sulle persone, quello è tutta un’altra cosa, è sopruso… il vero potere è proprio di colui che, di fronte ad una situazione problematica, sa che può fare qualcosa o, quantomeno, ci prova, agisce.
– C’è anche chi tende a evitare il potere…
Ci sono alcune persone, e credo di averne viste più che altro alla televisione, che hanno un vero e proprio “delirio di onnipotenza”, il che è certamente una cosa da evitare. Ma ho anche conosciuto molte persone – e relativamente ad alcuni momenti della mia vita includerei anche me stessa – che, invece, soffrono del “delirio di impotenza“.
Si tratta di qualcosa di tremendo: ci si avvilisce, ci si tira giù, si entra nella depressione più cupa. Ma allo stesso tempo questo delirio di impotenza può diventare un comodissimo alibi per dire “è inutile che mi sforzi perché tanto non sono capace… non posso…”.
Ricordo un uomo che, durante un mio seminario in cui ho lavorato proprio su questi aspetti, si rifiutava assolutamente di prendere in considerazione l’idea di avere un potere, perché per lui significava sopruso e quindi bisognava evitarlo.
Proprio oggi, considerando gli eventi del nostro pianeta, ritengo tuttavia che sia importante scoprire e riacquistare il proprio potere. Se c’è una via di uscita dai nostri problemi, questa risiede in un’assunzione personale del potere da parte di ognuno di noi.
Bisogna andare oltre le valenze negative che sono state associate al concetto di potere. Alcune persone, lasciando entrare il potere nella loro vita, temono di poter essere equiparate a un Hitler, a un Attila… la verità è che senza potere rimangono delle vittime.
– Come fare per uscire dal ruolo della vittima?
Ho notato che si verifica un cambiamento immediato nel momento in cui metto le persone di fronte al contraltare del delirio di onnipotenza, che è il delirio di impotenza di cui dicevo. Quello che più o meno veicolo è un messaggio del tipo:
Se tu non vuoi potere allora significa che sei impotente, che sei una vittima. Ti piace questa situazione? Se questa situazione ti piace, allora tanti saluti… ma se invece non ti piace allora puoi cominciare a fare qualcosa e già nel cominciare a fare qualcosa, dimostri un potere..
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