Dare e avere: esiste un equilibrio? Ce ne parla Igor Sibaldi, in questa breve intervista.
– C’è chi non riesce che a dare, c’è chi prende e basta… dov’è l’equilibrio tra dare e ricevere?
In Guerra e Pace c’è qualcosa di molto bello: il protagonista, che compare già nel primo volume di quattro, è Pierre Bezuchov ed è una persona enormemente generosa. Figlio illegittimo di un nobile russo, in realtà era stato per tutta una vita estremamente povero, e non capisce il valore del denaro; quando era povero non gli importava di essere povero, e quando improvvisamente diventa ricchissimo, continua a non capirlo. Così, elargisce tantissimo denaro a tutti coloro che glielo richiedono, e a lui ciò sembra molto bello.
Tuttavia non capisce perché – pur volendo essere buono e donando a tutti – sbaglia di continuo: le persone a cui dà il denaro o non sono meritevoli oppure si risentono nei suoi confronti… Alla fine (dopo quasi quattro volumi), e dopo essere stato prigioniero dei Francesi etc, scopre di avere una specie di talento che non sa come gli è arrivato, cioè si accorge che riesce a dare alle persone a cui è bene dare, e a non dare a coloro a cui è bene non dare. E da quel momento viene meravigliosamente rispettato… anche se lui non sa come è arrivato ad avere questa abilità.
Tolstoj lo non spiega ma lo lascia intendere a chi può e a chi è interessato all’argomento… per cui, se uno se lo chiede e continua a chiederselo, scopre (magari dopo trent’anni che ha letto il romanzo) che c’è un episodio in cui Pierre Bezuchov, deportato dai Francesi, sta per essere ucciso ed è vicinissimo alla morte, e qui egli si accorge che la cosa che dà più fastidio al mondo e che ti fa sbagliare sempre è quando tu hai coscienza di te.
E’ un discorso esattamente opposto all’autostima. Non appena tu pensi a te stesso e dici “ma io che cosa è giusto che faccia e cosa è giusto che non faccia… etc?”, o segui una linea di estrema prudenza e praticamente finisce che non scegli neanche e fai solo quello che detta la tua razionalità (che non è una gran soddisfazione in fin dei conti, e alla fine ti annoi) oppure sbagli.
Invece, il segreto per trovare l’equilibrio nelle cose è un qualcosa di meraviglioso che però si ottiene solo con dei tempi lunghissimi di crescita: èscoprire che il tuo io proprio non c’è. Se tu riesci a fare a meno del concetto di io, a esserci e basta – senza pensare di esserci – tutte le tue scelte riguardo il dare e il ricevere sono tutte quante giuste.
Penso che sia proprio un fattore economico. Consideriamo un foglio e mettiamo che rappresenti tutta la forza di cui dispongo, per un valore totale ad esempio di 10 unità. Se questo foglio guarda se stesso, deve impiegare parte della sua forza e allora 4 unità potrebbero essere destinate all’osservazione, per cui alla fine potrà disporre solo delle restanti 6. Se invece tu sei intero, e non ti importa di fare una cosa giusta o sbagliata, non stai lì a pensarci, a controllare – come se a qualcuno importasse qualcosa del fatto che esisti oppure no – allora sei sempre nell’equilibrio… ma ciò è difficilissimo e si può ottenere solo attraverso profonde esperienze personali..
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