Il linguaggio dell’inconscio influenza la maggior parte della comunicazione. Imparare a decodificarlo significa saper comunicare ad un livello più profondo.
Cos’è la comunicazione non verbale? Si potrebbe definirla come tutti quegli atti comunicativi non rientranti nel normale linguaggio logico. Infatti, il nostro cervello è costituito da due emisferi: uno destro e uno sinistro. Non sono separati (altrimenti non saremo vivi!) ma si tratta di una suddivisione di comodo in quanto nella parte destra vi sono la maggior parte delle funzioni del nostro inconscio (creatività, emozionalità, sogni, intuizione ecc.) mentre in quella sinistra vi sono quelle adibite alla parte razionale (logica, matematica, valutazione, capacità sequenziale, parola ecc.). Mentre la parte razionale utilizza il linguaggio informativo per comunicare (il tipo di comunicazione maggiormente conosciuta), l’inconscio utilizza un altro genere di comunicazione: la comunicazione non verbale. Si tratta di gestualità, tono di voce, gestione degli spazi territoriali e “toccamenti” (ad esempio, dare una pacca sulla spalla, o toccare se stessi come accarezzarsi i capelli). Si tratta di un vero e proprio mondo sommerso di cui ignoriamo l’esistenza o a cui non diamo troppa importanza.
La società occidentale è essenzialmente basata sulla logica e la razionalità (emisfero sinistro) e per questo tendiamo a dare importanza in maniera esclusiva al linguaggio informativo. Badiamo più alle parole che al modo in cui sono espresse. Se, ad esempio, chiediamo ad un nostro amico di prestarci l’auto e questo ci risponde che lo farà, prestiamo ascolto solo alle parole dette. Non notiamo, ad esempio, se mentre asserisce scuote la testa (come a indicare un “no”), abbassa inconsciamente il tono di voce (quasi a non voler pronunciare quelle parole) o tende ad allontanarsi da noi (quasi a “prendere le distanze” dall’affermazione). In questo esempio, riscontriamo una serie di incongruenze tra comunicazione logica e inconscia. E non dovremo meravigliarci se il nostro amico ci chiamerà dopo un paio d’ore per dirci che a causa di un impegno imprevisto, non potrà mantenere la parola data.
Ma vorrei farvi un esempio ancora più semplice: quante volte è accaduto di incontrare qualcuno che, da un punto di vista logico ci ha fatto discorsi ineccepibili, seri e pieni di buone intenzioni ma, quando poi se ne è andato, dentro di noi ci siamo detti: “Questo non mi convince?”. Eppure, ha fatto dei bei discorsi! La spiegazione è semplice: il nostro inconscio decodifica i segnali non verbali del nostro interlocutore
(conosce la comunicazione non verbale!) e filtra le incongruenze.
L’unico modo per avvisare la parte logica consiste nell’inviargli unasensazione (che spesso ignoriamo). Infatti, quello che faremo qui è rendere logica la comunicazione non verbale, ricodificare un linguaggio ormai perso in quanto da piccoli usavamo solo questo (non sapevamo usare il linguaggio informativo). Ma, a questo punto, si potrebbe affermare che questo è un sistema per smascherare le bugie. Non è proprio così. Tornando all’esempio del nostro amico che vorrebbe prestarci l’auto, potrebbe darsi che lui sia convinto logicamente di potere soddisfare le nostre richieste ma forse ha completamente dimenticato che l’auto gli serve per una commissione. Ma il suo inconscio non lo ha dimenticato e lo comunica.
Ma perché è importante conoscere il linguaggio del nostro inconscio? Forse, la domanda non è corretta: quanto il linguaggio dell’inconscio influenza la comunicazione? E quanto conta quello logico? A tal proposito sono stati effettuati degli studi e delle ricerche il cui risultato è a dir poco sconvolgente: il 93% della comunicazione è gestita dall’inconscio. La parte razionale influenza il 7%. Questo non vuol dire che il linguaggio informativo non è importante, anzi, provate a parlare con qualcuno solo gesticolando e senza esprimere un significato logico: probabilmente vi scambierà per pazzi. Anche se ha solo il 7%, ha un’importanza fondamentale in quanto tutta la nostra cultura si basa su comunicazione di tipo informativo.
Conoscere la comunicazione non verbale è un ottimo sistema per decodificare la comunicazione del nostro interlocutore in tempo reale, sapere se chi abbiamo di fronte gradisce o rifiuta i nostri argomenti, potendo leggere in lui come in un libro aperto sollevando il velo dei convenevoli logici! È un sistema per capire da cosa è stimolato il nostro interlocutore, qual è l’argomento che ama e utilizzarlo per creare un rapporto empatico. Infatti, ho suddiviso i segnali in tre categorie: Gradimento, Rifiuto e Specifici. Il nostro inconscio si esprime in maniera semplice e comunica gradimento o rifiuto verso un argomento, una parola o una persona. I segnali Specifici sono una variante di rifiuto e gradimento ma con qualche significato in più.
Alcuni segnali
1. Bacio dato a se stessi – Il nostro interlocutore esprime un specie di bacio inconscio, un “arricciamento” delle labbra. Questo segnale significa che l’argomento o la parola espressa lo stimola e che dovremmo approfondire quanto detto. Si sta creando in lui un interessamento positivo. Spesso questo segnale è appena accennato e poco visibile.
2. Pressione della lingua all’interno delle guance – Questo segnale è visibile come un rigonfiamento delle guance e viene espresso rarissime volte. Significa che l’interesse verso l’argomento o la parola espressa è molto alto (anche se non si è raggiunto il massimo del gradimento). Infatti è precedente ad un altro segnale (il linguino – esposizione della lingua). Si potrebbe dire che siano collegati. È come se la lingua accarezza internamente le guance per poi esporsi.
3. Accarezzamento delle labbra con le dita o il dorso della mano – Il nostro interlocutore si accarezza le labbra utilizzando le dita o il dorso della mano. Può essere espresso anche utilizzando, ad esempio, una penna. In genere tutti gli atti concernenti l’accarezzamento, esprimono gradimento. Questo segnale significa che il nostro interlocutore è coinvolto emotivamente verso la parola o argomento espresso.
4. Linguino – Si tratta del massimo segnale di gradimento. In percentuale potremmo affermare che è pari al 100%. Si tratta di una breve esposizione della lingua sulle labbra come per umidificarle. Questo segnale esprime il massimo dell’empatia. Se il vostro interlocutore tende a fare spesso e volentieri questo atto, a prescindere dall’argomento, vuol dire che il gradimento è nei vostri confronti.
Bibliografia consigliata:
– Come interpretare i messaggi del corpo di Marco Pacori – De Vecchi
– I Poteri Segreti della Comunicazione Empatica di Vincenzo Fanelli, Editrice Proto
Fonte:
www.vincenzofanelli.com
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