Inflazionata, abusata, storpiata, manipolata: Amore è una parola usata in molti ambiti, da quello personale a quello sociale e religioso. Forse, occorre imparare a recitare di meno sul palco degli “affetti”, e a indagare di più nelle profondità dell’animo.
In nome dell’amore. Mai il genere umano erediterà o inventerà vocabolo che sia altrettanto onnicomprensivo e inflazionato e inflazionabile. Il cangiante mondo di sensazioni – emozioni – sentimenti ne viene risucchiato come in un buco nero. Amore verso chi ti ha generato nella gioia e nel dolore. Amore per un fiore. Amore verso un animale. Amore per il proprio lavoro. Amore verso un altro essere. Amore per i figli. Amore sacrificale. Che cosa è l’amore? Che cosa significa? Quanti volti ha? Quante maschere indossa?
In nome dell’amore per gli dèi pagani furono immolate e trucidate intere popolazioni di umani e animali. In nome dell’amore per il Dio cristiano furono condotte Crociate e Inquisizione grondanti di sangue. Così pure in nome dell’amore per i grandi profeti. In nome dell’amore per la razza pura… Nel tempo si sono avvicendate innumerevoli spettacolari scenografie mentre il numero degli attori cresceva in modo vertiginoso. Risultato replicato e replicabile in migliaia milioni di morti ma l’umanità metabolizza comunque.
Tuttavia assai più banalmente nella nostra società civile quando si discute di amore viene subito in mente la misteriosa possente attrazione che parrebbe legare due esseri a livelli e dimensioni insondabili. Non importa il genere. Non importano le affinità. Nel magnifico periodo di migliore esplosione ormonale è spontaneo parlare di amore e progetti. Grandioso amore per tutta la vita che sovente si trasforma all’improvviso in odio per tutta la vita. Si potrebbe uccidere il prezioso oggetto d’amore per troppo amore. Nella storia dell’umanità le peggiori nefandezze sono state compiute in nome dell’amore.
Nonostante oggi parte della conoscenza concessaci sia virtualmente alla portata di tutti, l’attuale epoca storica è contraddistinta da una accelerazione tecnologica mai registrata prima a memoria di uomo che non concede energia né tempo sufficienti per una lucida introspezione nel fondo del caos più privato dei sentimenti. Cercando confusamente l’amore o i suoi surrogati molte anime si incontrano su Internet a un breve passo da una società di cloni.
E se invece di amore ci limitassimo a usare parole quali esperienze di percorsoe doni di affinamento evolutivo? Se avessimo il coraggio di parlare meno di amore sino ad abolirlo momentaneamente dal nostro vocabolario? Se indagassimo con rinnovato rigore l’intrigante universo emotivo che ci abita riflettendo su istinti e pulsioni come ci venne indicato dal geniale Freud? Se non temessimo così tanto di poterci scoprire meno buoni e belli di come ci presentiamo? Se evitassimo di concludere le nostre affrettate moderne analisi con il termine raptus saremmo senz’altro meno inorriditi di fronte al quotidiano filmato che il cosiddetto amore ci serve. Tornando a riflettere su attrazione e repulsione e aggressività latente e sui dolci umanissimi sensi di colpa e rimorsi. Su egocentrismo e protagonismo. Riflettendo sulla occulta alchimia che ci spinge verso un altro essere che forse – se davvero esistesse la reincarnazione come ci è stata spiegata – potrebbe essere semplice reminiscenza di un antico legame da superare.
Non si creda di amare realmente qualcuno per il fatto che al solo pensiero si stringe il cuore o lo stomaco o di salvare l’umanità intera partendo in missione – azione nobilissima e necessaria. Sarebbe saggio tenere anche in conto che potrebbe trattarsi dell’ennesimo gioco egoico della personalità. Essendo impossibile conoscere a fondo se stessi tanto più chi ci circonda resta comunque difficoltosa persino la percezione dell’altro nelle sue sfumature più evidenti – corpo mente e anima spirito – soprattutto riuscire ad accettarlo per come si intuisce possa essere senza volerlo trasformare. Cambierebbe comunque. Con ogni probabilità la maggiore accettazione in senso lato porrebbe fine a molte delle stupende nostre piccole perversioni sado-masochiste che ci hanno resi esemplari così straordinariamente singolari e attraenti mentre la commedia umana rischierebbe l’appiattimento passionale. In cambio però alcuni gironi dell’inferno scomparirebbero.
Immaginando idealmente l’amore in una società altamente evoluta o civilizzata – non necessariamente tecnologica – che ricerchi ogni giorno la “giusta via di mezzo” tra gli interminabili tortuosi sentieri a strapiombo della dualità non più enfatizzante parole oramai mistificanti quali bontà e amore, mi soffermo sulla semplice consapevolezza che ogni essere o cosa vive e palpita a modo suo, traversata nel suo mistero da una unica metamorfosante energia che mi piace definire divina, degna quindi di rispetto e di protezione.
Banalmente: Io ti amo perché ti stimo in quanto, esistendo, dai esistenza al mio personale gioco di vita. Io ti amo perché conoscendoti per quello che posso ti accetto. Amo qualità e difetti della tua inconosciuta essenza più profonda. …Poiché non ti accetto mi allontanerò sforzandomi di non ferirti..
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