In questa intervista, Igor Sibaldi ci parla di volontà e desideri, e dei meccanismi che li governano.
– E’ importante la volontà? In che senso?
Ovvio che la volontà è importante: “se vuoi, puoi” ecc… per quello che ne so io riguardo la volontà, credo tuttavia che sia interessante segnalare come questa funzioni nella pratica.
Nella vita di una persona si realizzano diverse situazioni: quando una persona vuole una cosa, quella avviene di sicuro, e quando una persona non vuole una cosa, quella avviene di sicuro, perché “non” non ha nessuna importanza. Se pensi a qualcosa che non vuoi e ti ci focalizzi sopra, e continui a pensarci, ad un certo punto trovi il modo di mettere insieme tutta una serie di sistemi per cui poi fai accadere quello che non vuoi.
E’ facile pensare quale sia la modalità: se una persona ha un obiettivo, la sua memoria agisce in modo selettivo in funzione di questo. Si sa che non ricordiamo tutto quello che vediamo ma facciamo una selezione. Anche la percezione è selettiva ma tutto quello che è di confine tra percezione e memoria non è poi così chiaro, nel senso che in genere si pensa che una cosa esista nel momento in cui la si percepisce e si riesce a ricordarla, ma vale anche il contrario etc e quindi il meccanismo non è così ovvio.
Comunque, se io ho uno scopo e lo voglio ottenere, entrando in una stanza ad esempio vedrò una decina di oggetti in 20 secondi. Se dopo di me entra un’altra persona, nello stesso periodo di tempo questa si accorgerà a sua volta di una decina di oggetti… Se elenchiamo quello che entrambi abbiamo visto, otterremmo due elenchi completamenti diversi, essendo che io seleziono il mondo in base a quello che voglio.
Ciò avviene anche per quello che non voglio. Se non voglio qualcosa e mi ci fisso sopra, evidentemente vedrò comunque quello che non voglio… Stabiliamo quindi che se una persona vuole una cosa, questa avviene, e se non vuole una cosa, questa avviene.
E’ interessante vedere, invece, quali sono le situazioni che non si realizzano: sono quelle che tu devi volere. Il verbo “dovere” e il verbo “volere” sono come due entità che hanno entrambe una stessa “carica” e quindi si respingono a vicenda… Se io voglio va bene… Se io devo volerequalcosa, invece non l’otterrò mai.
Per questo la maggior parte delle persone non fa soldi: perché tutti quanti pensano di volere i soldi, in realtà pochissime persone vogliono i soldi anche perché dei soldi non è che ci sia granché da volere: essendo uno strumento, eventualmente il denaro ti permette di andare verso qualcos’altro che vuoi. Invece le persone affermano “io voglio i soldi”, e perché vogliono i soldi? Perché tutti quanti ragionano in questo modo: “non sarò mica l’unico fesso che non voglio i soldi? Allora io mi impongo di dover voler i soldi”, e siccome “io devo volere”, fallisco.
Un altro esempio: io stabilisco che devo trovare una fidanzato, allora devo volere un fidanzato e, cosa strana, da quando ho stabilito che devo avere un fidanzato, non riesco a trovarlo mai… (e anche da quei due tizi che mi avevano notato, non è venuto fuori niente). Questo è uno dei motivi per cui di solito piove sul bagnato, e chi ha una fidanzata, ad esempio, ne può trovare molte altre e quando invece non ne ha, non riesce a concretizzare una storia, e tutte le persone che trova non vanno bene.
Tra l’altro, il dover volere è un annientatore della creatività tremendo, e fa sì che la memoria selezioni proprio le esperienze che non ti servono e che sono al di fuori del tuo obiettivo. E se proprio ci metti tutta quanta la volontà che puoi, ad esempio 50mila unità di “volere” e solo 1 unità di “devo” il fatto didover volere qualcosa fa in modo che tu arriverai a realizzarla, ma nel momento sbagliato, nel modo sbagliato e tale che poi alla fine non funzionerà.
Per questo, in genere, le persone si accorgono troppo tardi di aver sbagliato vita, quando magari stanno per morire… perché per tutta la loro esistenza hanno pensato di dover volere delle cose e non le hanno ottenute, o se le hanno ottenute non ne hanno ricevuto alcuna gioia.
Quanto alla volontà, uno dei veleni peggiori che esista in merito e che, se pur molto diffuso, non tutti arrivano a scoprire, è che tantissime persone pensano “io voglio una certa cosa” ma in realtà non la vogliono loro bensì è il desiderio di qualcun altro. E’ il desiderio della mamma o del papà che non si è realizzato e che loro vogliono portare a termine in qualche modo, oppure addirittura si tratta del desiderio di un compagno di scuola che ammiravano tantissimo quando erano ragazzi… “Guarda quello lì che voleva quella cosa… lui sicuramente non la otterrà ma vedrai che la otterrò io” e magari si arriva anche ad ottenerla, dopo una fatica terrificante e senza gioia, durata moltissimi anni, per scoprire – alla fine – che non valeva niente..
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