La parapsicologia – II

La parapsicologia - II

La parapsicologia si occupa di diversi fenomeni apparentemente inspiegabili che tuttavia possono essere registrati e descritti con precisione… Seconda parte.

Perché studiare Parapsicologia? Avevo concluso il precedente intervento con questa domanda, che adesso riprendo. Invece di dare una risposta teorica, cercherò di spiegarlo descrivendo alcuni esperimenti e attività che si svolgono in Parapsicologia e che spero suscitino il vostro interesse.

Partiamo da uno dei fenomeni più classici, la trasmissione del pensiero, o telepatia. A molti sarà certamente successo di pensare a qualcuno e subito dopo vederlo comparire o ricevere sue notizie, come se l’altra persona avesse in qualche modo “segnalato” la sua intenzione. Oppure di pensare qualcosa mentre si sta conversando con un amico e di sentirglielo dire subito dopo esattamente con le stesse parole.

La Parapsicologia si è posta lo scopo di studiare questi fenomeni in laboratorio. Per questo sono state inventate, ormai più di mezzo secolo fa, le famose carte Zener (con i cinque simboli: stella cerchio onde quadrato croce). In un esperimento tipico un soggetto cercherà di indovinarle mentre un amico le scopre e le osserva una dopo l’altra. Questo esperimento, anche se oggi è considerato sorpassato, ha permesso di stabilire alcuni concetti fondamentali: da una parte le precauzioni che devono venire osservate per evitare che i soggetti ricevano sensazioni o suggerimenti, anche inconsci, e quindi perchè si possa effettivamente parlare di fenomeno paranormale. Basti pensare che le prime obiezioni che ricevette Rhine, il più noto sperimentatore di questo genere, erano legate al fatto che le carte, fabbricate in modo imperfetto, potessero lasciar trasparire i simboli anche quando erano coperte.

Dall’altra parte sono state messe a punto tecniche matematiche molto sofisticare per analizzare e interpretare i risultati degli esperimenti, distinguendo gli effetti reali dal caso. In esperimenti più moderni, invece delle carte, si utilizzano come “bersagli” delle fotografie o dei brevi filmati e si cerca di fare in modo che chi deve indovinare si trovi il più possibile rilassato e isolato dagli stimoli del mondo esterno. Si è infatti notato che fenomeni come la telepatia sono favoriti da stati di coscienza alterata, cioè diversi da quello di veglia normale, come ad esempio il sonno, l’ipnosi, il rilassamento profondo. Un secondo concetto correlato è l’osservazione che alcuni tratti di carattere, come ad esempio la creatività artistica o l’estroversione, sembrano favorire le “performance” paranormali. Per questo, sono stati utilizzati vari questionari e test psicologici che possono evidenziare i principali tratti di carattere dei soggetti più portati ai fenomeni paranormali.

Sempre a proposito della telepatia, è stato ideato da alcuni anni un altro tipo di esperimento. Si è ipotizzato, infatti, che la mente razionale possa ostacolare le manifestazioni psi, le quali avverrebbero principalmente a livello inconscio. Per evitare questo problema, oltre agli esperimenti classici in cui si chiede al soggetto di indovinare qualcosa che un altro pensa, si è quindi pensato di misurare alcune variabili fisiologiche delle due persone e di vedere se tra di esse si stabilisce un certo accordo. Fra le principali variabili considerate vi sono: la resistenza elettrica della pelle, il ritmo cardiaco e le onde cerebrali.

La prima è una misura dell’eccitazione o della tensione della persona, in quanto è collegata alla sudorazione; ad esempio essa è alla base della cosiddetta “macchina della verità”. Per quanto riguarda il battito del cuore, tutti sappiamo cos’è e che accelera automaticamente quando siamo sotto stress, preoccupati, ecc.

Le onde cerebrali, sono anch’esse abbastanza note, almeno in via di principio: corrispondono all’attività elettrica delle cellule del cervello e assumono forme caratteristiche quando esso è vigile, addormentato, stimolato da una luce, da un suono, ecc… Un esperimento di questo genere consiste nel misurare contemporaneamente le variabili menzionate di due soggetti. A uno di essi viene somministrata una serie di stimoli, che possono essere luci, fotografie, suoni, ecc., mentre l’altro resta in quiete. Si osserva, in alcuni casi, che anche le misure del soggetto in quiete variano, quando l’altro viene stimolato. Questo effetto è maggiore se le due persone sono legate affettivamente, come genitori e figli, fratelli, coniugi, ecc., oppure se sono state sottoposte a una fase di meditazione comune.

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