Vivere in sintonia con la nostra essenza e con il Tutto. Annullare i limiti che l’ego ci crea nelle piccole e grandi situazioni esistenziali. Riscoprire e capire le nostre potenzialità. Questi sono solo alcuni degli effetti derivanti da un nuovo percorso terapeutico che affonda le proprie radici nelle tradizioni alchemiche, negli studi di psicologia e nelle filosofie orientali. Per capire meglio questa nuova disciplina olistica, abbiamo intervistato Giampiero Varetti, psicologo psicoterapeuta, rebirther e musicista.
– Cosa s’intende per risonanza transpersonale?
Risonanza transpersonale è un sistema di comunicazione tra esseri senzienti, che utilizza modalità simboliche simili a quelle oniriche per trasmettere e ricevere significati.
– Perché viene definita transpersonale? A quali ricerche e tradizioni si ispira?
La Psicologia Transpersonale è stata definita la quarta forza. Si è sviluppata infatti dopo il Comportamentismo, le teorie psicanalitiche classiche e la Psicologia Umanistica. L’obiettivo che si pone è definire quelle potenzialità e capacità dell’essere umano che non sono state considerate dalle scuole che l’hanno preceduta. Il termine Psicologia Transpersonale sembra essere stato utilizzato per la prima volta da Roberto Assagioli (il creatore della Psicosintesi). Inoltre, si richiama al pensiero di Jung, sottolineando il nesso con le filosofie orientali. Il Buddhismo, il Sufismo e il Taoismo rappresentano le maggiori spinte in questa direzione. Anche l’Induismo può fornire agli psicologi importanti spunti, derivanti in particolare dallo Yoga e dal Vedanta. Si ispira anche al Cristianesimo, soprattutto quello di carattere esoterico, legato ai Vangeli apocrifi. Figure di riferimento sono Eckhart e Georges Gurdjieff, personaggi che possono fornire preziosi insegnamenti a coloro che non concepiscono il Cristianesimo unicamente nei suoi aspetti istituzionali.
Queste sono le premesse che conducono verso un campo totalmente nuovo. Esistono particolari esperienze, grazie alle quali l’uomo può raggiungere un altro stato mentale, molto più significativo di quello della veglia. Esse sono già state definite come “esperienze picco” (peak experiences) da Abraham Maslow, importante esponente della psicologia umanistica, e sono in grado di fornire all’essere umano una nuova visione del mondo e della realtà. Per classificare lo stato d’animo che si lega a queste esperienze, le maggiori tradizioni spirituali hanno elaborato i propri termini specifici: nello Zen si parla di satori; nel Taoismo, di hsü (“condizione del vuoto”); nel Sufismo, di fana’ (“estinzione dell’Io”); nel Buddhismo, di Nirvana; nel Cristianesimo esoterico, del “regno dei Cieli”.
La Psicologia Transpersonale è dunque un vasto movimento di pensiero e di ricerca che opera per una sintesi progressiva delle conoscenze nel campo degli Stati di Coscienza, in particolare di quelli definiti superiori. È una branca della psicologia il cui studio si estende alle esperienze e agli stadi di coscienza che trascendono i limiti dell’io personale e della razionalità convenzionale.
Abraham Maslow, uno degli esponenti di spicco della Psicologia umanistica, ha proposto alla fine degli anni Sessanta un ulteriore ampliamento delle basi filosofiche e del campo di ricerca della psicologia. Questa è una delle sue frasi più emblematiche: «Dovrei pure osservare che, a mio avviso, la psicologia umanistica, la Terza forza della psicologia, è transitoria, è un prologo ad una Quarta psicologia ancor più ‘elevata’, trans-personale, trans-umana, incentrata sul cosmo anziché sui bisogni e sull’interesse umano, oltrepassante la condizione umana, l’identità, l’autorealizzazione e così via».
Dagli anni Settanta in poi, la Psicologia Transpersonale si è andata sempre più arricchendo grazie alle opere di una serie di studiosi, soprattutto americani. Anche Roberto Assagioli, attraverso la Psicosintesi, è stato indubbiamente uno dei precursori. Gli sviluppi sono frutto anche di altri autori, quali Stanislav Grof, Ken Wilber, Michael Washburn, Frances Vaughan, Roger Walsh, Stanley Krippner, Michael Murphy, Charles Tart, David Lukoff e Stuart Sovatsky. Anche se Wilber è considerato un autore e teorico importante nel campo, ora si è dissociato dal movimento a favore di quello che lui chiama un pensiero, o un approccio, integrale.
L’idea centrale della Psicologia Transpersonale è che l’uomo non sia semplicemente un’unità bio-psichica, ma un insieme aperto e collegato, nella sua realtà più intima, profonda, ad una dimensione spirituale che tutto abbraccia. C’è dunque un recupero esplicito dell’aspetto spirituale dell’esistenza, senza che questo implichi l’adesione ad un credo o ad una tradizione particolari. Si tratta, infatti, ed è bene sottolinearlo, di un approccio scientifico, e non fideistico. Non prende avvio da rivelazioni o da dogmi, ma da una ricerca attenta e sistematica sugli stati di coscienza non-ordinari, così come si verificano nell’esperienza religiosa e non, di ogni tempo e di ogni cultura. In uno studio di questo tipo, la ricerca psicologica si arricchisce dei portati della mistica comparata, senza assumere in maniera implicita le concezioni filosofiche e culturali che ne stanno alla base. L’uomo acquista così un’identità «transpersonale», cioè un’identità che trascende la struttura della personalità.
La Psicologia esistenziale e quella Umanistica avevano sottolineato il fatto che l’Io non è semplicemente un meccanismo di argine tra impulsi contrastanti (in un’opera di difficile mediazione tra Es e Super-Io) al fine della conservazione dell’individuo, ma un centro autonomo di coscienza, capace di scelte libere e responsabili, e di dare un significato all’esistenza. Aveva mostrato che la caratteristica intima dell’Io è l’auto-trascendenza, cioè la continua tensione ad andare oltre se stessi in un processo di autorealizzazione (e non in direzione della semplice ricerca del piacere, o del potere). Se la terza forza aveva raggiunto una simile prospettiva, la quarta fa un ulteriore passo in avanti: afferma che l’Io (o Sé) personale è solo il riflesso di un Sé trascendente, di un centro di coscienza transpersonale, in cui tutte le cose trovano la loro origine e il loro principio costitutivo. Il Sé transpersonale costituirebbe così l’unità sottostante l’apparente molteplicità.
– Lei parla di “capsula egoica” nel suo libro Risonanza transpersonale. Può spiegarci meglio cosa significa questo concetto?
Possiamo immaginare la coscienza delle persone come offuscata, intrappolata da una sorta di guscio che oscura la visione limpida e corretta della Verità, una sorta di caverna platonica. La mente è oberata di ricordi, nostalgie, sensi di colpa, rabbie, gelosie, paure, ansie, preoccupazioni, invidie, attaccamenti, passioni, desideri, abitudini, e quant’altro.
Gli elementi costituenti la capsula egoica si potrebbero sintetizzare lungo le seguenti coordinate a tre dimensioni:
– un asse costituito da Io (Noi) / Tu (Voi, loro): questa coordinata rappresenta tutti i conflitti che nascono da questa dicotomia, il desiderio di imporsi sugli altri, la tracotante superbia dell’IO maiuscolo che, più o meno visibilmente, imponiamo sul mondo, l’orgoglio di quando si afferma “Io ho fatto”, “Io ho detto”, “Io sono bravo”, e il Tu accusatore, discriminante, denigratorio, colpevolizzante, svalutante, giudicante;
– un asse costituito da Mio (Nostro) / Tuo (Vostro, loro): a questa categoria appartiene il “Mio” avido, possessivo, rapace, sfrontato, geloso, campanilista, settarista, fazioso, a cui fa il paio un “Tuo” invidioso, deresponsabilizzante, accusatorio;
– un asse costituito da Ieri / Domani: l’asse “temporale” è costituito dal “Ieri” delle nostalgie, dei rimpianti, dei sensi di colpa, dei rammarichi, le delusioni più o meno cocenti. Vi appartengono quella miriade di vuoti e ripetitivi “chiacchiericci” mentali come “avrei dovuto fare”, “avrei dovuto dire”, “ma perché ho fatto così”, “perché lui mi ha detto”, “come si stava bene”. D’altra parte il “Domani” rappresenta le ansie, le preoccupazioni, le fobie, le paure, le aspettative buone o pessime, le illusioni coltivate con tanta emozione, i castelli in aria.
– Come è possibile comprendere il proprio Sé? E quali sono i principali limiti/ostacoli che si frappongono alla vera conoscenza del Sé?
Per rispondere a questa domanda possiamo usare la metafora di uno strumento musicale. Il proprio Sé non riesce ad esprimersi al meglio se non è perfettamente accordato. Dunque io riporto la medesima metafora per individuare la metodologia della terapia: accordare le interferenze.
– Come il concetto di risonanza transpersonale può modificare le relazioni con gli altri?
La comunicazione affinché sia autentica ed efficace deve essere risonante. Questo significa che noi dobbiamo essere “accordati” per esprimere appieno le skills (abilità), i talenti, il potenziale. Già questo è un traguardo importante che riguarda la sfera individuale, soggettiva intenzionale e oggettiva comportamentale. Ma non basta. Occorre sviluppare anche la sfera sociale interoggettiva e quella culturale intersoggettiva. Questo ci permette di lavorare con un approccio integrale, che riguarda contemporaneamente i vari aspetti del sé, senza dimenticare che l’essere umano è multidimensionale e che se trascura anche solo uno dei molteplici aspetti crea un disequilibrio nell’armonia ologrammatica del Sé. La risonanza transpersonale mette in relazione le anime delle persone, i loro Sé autentici, i loro fini ultimi, ciò che va oltre la limitatezza e la finitudine di ciò che rappresenta la sfera “personale”.
– Come si applica la risonanza transpersonale nella vita di tutti i giorni?
Ci sono sei fondamenti per realizzare la risonanza transpersonale:
– vivere liberamente (osare sperimentare se stessi nel mondo seguendo il proprio flusso sanguigno a scapito di condizionamenti e pregiudizi);
– essere consapevoli (essere coscienti delle sensazioni fisiche ed energetiche espresse dal corpo, delle emozioni che si provano, dei pensieri che fluiscono);
– comprendere le dinamiche dell’ego (allargare l’universo del senso);
– essere compassionevoli (riconoscere ed accettare, senza critica né giudizio, negli altri quel che riscontriamo in noi, cioè tutto, poiché noi siamo tutti; compassione è risuonare con l’ego altrui);
– sviluppare la mente superiore, intuitiva, porsi in risonanza con le azioni della propria Guida Interiore, con la vita e gli insegnamenti di persone di grande saggezza, risuonare col silenzio interiore;
– dedicarsi al servizio, verso l’altro da sé (umanità, animali, vegetali, minerali, ideali) portare la propria attenzione all’esterno da noi, dedicarsi con passione alla cura di esseri bisognosi, che siano figli, partner, parenti, malati, animali abbandonati; coltivare orti o giardini, tenere puliti ed in ordine oggetti, case; costruire associazioni di tipo altruistico, ecologico, equo solidale…
– Chi può avvicinarsi alla risonanza transpersonale?
Tutti.
– Ci può segnalare alcuni siti di riferimento?
Lascia un commento con Facebook