La pigrizia, che sia conseguenza di scarsa energia o di una cattiva organizzazione, è spesso all’origine di abitudini poco costruttive. In questa intervista Marco Paret ci suggerisce alcune tecniche per affrontarla e superarla.
– Qual è il suo punto di vista sulla pigrizia?
La pigrizia spesso va di pari passo con il procrastinare: la persona pigra tende a rimandare il da farsi in un secondo momento, anche se potrebbe o dovrebbe agire nell’immediato… accanto a ciò spesso c’è anche un elemento di carattere energetico, infatti spesso si sente stanca e senza forze. In breve, gli elementi che caratterizzano queste situazioni di pigrizia sono uno spostamento dei programmi nel tempo, e la mancanza di energia nel presente.
Per lavorare sulla pigrizia ci sono varie maniere, tra cui quella di aumentare l’energia del momento.
Spesso non abbiamo energia perché la disperdiamo: ci facciamo distrarre da elementi e stimoli svariati fino a che ci ritroviamo esausti e incapaci di andare avanti… Un esempio tipico è quello in ufficio: ogni cinque minuti riceviamo una chiamata, veniamo interrotti dai colleghi e dai clienti… Dopo un po’ di tempo trascorso in un simile ambito dispersivo ci sentiamo “scarichi” e incapaci di concentrare la nostra energia in una sola direzione. Bisogna considerare che ogni volta che, dopo un’interruzione, riprendiamo un lavoro, facciamo maggiore fatica che se lo avessimo continuato senza interruzione.
Una buona tattica è quella di cercare di ridurre il più possibile distrazioni ed interruzioni, come anche di far riposare l’organismo ogni 50/60 minuti circa, magari facendo una piccola pausa. Una chiacchierata o una breve telefonata per svagarsi, possono essere sufficienti per riprendere il lavoro con rinnovata lena.
– Lei consiglia un metodo particolare?
Un metodo può essere quello di visualizzare i risultati finali. Ad esempio, se stiamo facendo un determinato compito e magari non abbiamo voglia di finirlo, possiamo creare un’immagine del lavoro di quando sarà terminato, e sentire la soddisfazione che proveremmo, legata a tale immagine.
Invece di operare sulla nostra pigrizia, possiamo agire anche su qualcun altro per aiutarlo. Allora l’ideale è proiettare linearmente su costui il risultato ossia descrivergli la situazione fino al suo completamento. Se ad esempio dobbiamo aiutare un ragazzo a studiare ma che non ha voglia di farlo, magari gli descriviamo il procedimento e gli facciamo presente cosa potrà fare una volta che avrà seguito un certo iter lavorativo e terminato il tutto. Lo mettiamo a contatto con l’immagine mentale del lavoro completato e con le relative conseguenze, e in questo modo lo aiutiamo a uscire dal suo torpore.
– Una questione di focus?
Focus e energia. Sono due aspetti che vanno insieme: se non si ha focus si cade nella pigrizia. Ma anche se non si ha energia ci si ritrova incapaci di fare.
– Può spiegare meglio il rapporto tra focus ed energia?
L’energia segue certamente il focus: possiamo ingenerare maggior energia mentale proprio attraverso un adeguato focus sui risultati, il che aiuta spesso a condurre anche le altre persone.
Tuttavia possiamo anche aumentare la nostra stessa qualità energetica attraverso altre modalità. Si vede, ad esempio, che le persone che fanno attività fisica tendono ad essere meno pigre, perché si ritrovano con una migliore integrazione mente-corpo… il che a sua volta comporta una maggiore quantità di energia a disposizione..
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