L’impotenza maschile è un tema tabù e allo stesso tempo un “problema” diffuso… L’autore ce ne parla a partire dalla sua esperienza personale, mettendo in evidenza le connessioni fra la sessualità e l’atteggiamento di apertura alla Vita… un viaggio spirituale che coinvolge uomini, e donne. Prima parte.
Non ricordo con esattezza quanti anni avessi – sicuramente più di venti e sicuramente meno di trenta – quando mi accinsi a voler consumare a tutti i costi il mio primo rapporto sessuale, convinto di essere irreparabilmente in ritardo rispetto alla media dei sani e virili ragazzi italiani.
Non avendo io ancora una fidanzata, alcuni coetanei che si ritenevano “esperti del settore” mi consigliarono di cominciare con una prostituta nigeriana. Secondo loro alla mia età ormai non c’era tempo per iniziare un corteggiamento, bisognava agire in fretta! Al reperimento di una fidanzata ufficiale ci saremmo dedicati in un secondo tempo.
Pertanto una delle notti seguenti mi recai, a piedi (non avevo ancora la macchina), nel parco torinese La Pellerina e qui mi accostai a una fra le tante donne dai facili costumi che trascorrono all’aria aperta le loro serate. Insieme ci addentrammo nel buio del parco e qui lei, sbottonatasi il body elasticizzato, tirò giù la lampo dei miei pantaloni ed estrasse con gesto esperto il mio infreddolito pisello (era Novembre). Cominciò ad accarezzarlo in lungo e in largo, a smuoverlo, a strizzarlo… ma la mia reazione rimaneva nulla. Io stesso ero stupito di quanto stava non-accadendo sotto i miei occhi, ma più che per la mancata erezione, ero sconcertato per il fatto che, in piedi, di notte, senza un bacio o anche solo un abbraccio… lei pretendesse che io potessi eccitarmi.
La sua interpretazione psicologica di quanto accadeva fu piuttosto bizzarra e sbrigativa, infatti mi apostrofò in questo modo: “Tu vuoi fare furbo. Tu non fai tuo uccello duro perché tu non hai soldi per pagare e vuoi solo che io tocco!”. Dopo questa frettolosa diagnosi, che avrà fatto rivoltare Freud nella tomba, mi sentii ancora peggio. Per la mentalità di quella donna non era possibile che io non avessi un’erezione indipendentemente dal mio volere. Per lei lo stavo facendo apposta allo scopo di farmi toccare e non pagare. Per me, che avevo già il morale sotto le scarpe, quella era la beffa che si aggiungeva al danno.
Agitando mani grandi come padelle continuò: “Vai via! Io non perdo tempo! Io sono qui per lavorare.” Capii immediatamente che stavo intralciando i suoi affari arrecandole un danno economico e, rimesso a posto il mio inerte strumento di piacere, mi allontanai in tutta fretta e pieno di vergogna nel parco notturno.
Ho voluto raccontare questo episodio della mia vita per entrare subito nel vivo del problema dell’impotenza maschile. Con l’espressione ‘impotenza’ non si intende unicamente un’incapacità totale e costante di avere rapporti, ma anche un’incapacità parziale e magari solo episodica, fenomeno che coinvolge una quantità davvero notevole di uomini di tutte le età (come molte donne possono testimoniare… e come pochissimi uomini sono disposti a testimoniare).
Energia maschile ed energia femminile
Nel mio libro Risveglio ho spiegato bene quali sono le differenze fra energia maschile e femminile.
Le caratteristiche maschili sono: analisi, razionalità, divisione, competitività e, in campo sessuale, penetrazione. Le caratteristiche femminili sono: sintesi, intuizione, inclusività, collaborazione e, in campo sessuale, accoglienza. Chi ha una preponderanza di energia maschile è più attivo e meno riflessivo, affronta la vita in maniera penetrante, come una sfida. Chi è più femminile è invece più meditativo, inclusivo, capace di cogliere le situazioni da differenti punti di vista, e affronta la vita accogliendo ciò che arriva, senza opporre resistenza, senza voler controllare. Non a caso l’energia femminile è quella che caratterizza la Nuova Era, mentre quella maschile andrà scemando.
Il tema del controllo riguarda l’energia maschile. Chi pensa in maniera maschile – uomo o donna che sia – tende a voler controllare l’ambiente, o i suoi stessi sentimenti. Non si fida della Vita e di ciò che essa ha preparato per lui, ma vuole essere lui a programmare e controllare, secondo quelli che sono i suoi personali obiettivi: l’erezione o l’illuminazione… in fondo è uguale.
Questa differenza vale anche nel campo della ricerca spirituale. Chi vuole giungere al risveglio della coscienza usando l’energia maschile, vede il percorso spirituale come una lotta contro se stesso, una sfida, con un traguardo da raggiungere e tante iniziazioni da superare prima di giungervi. Quello che doveva essere un cammino interiore diventa una gara a chi arriva prima. Sente l’illuminazione come qualcosa di suo, che può ottenere lui, se solo la vuole con abbastanza intensità, e se pratica con sufficiente abnegazione. Vuole controllare il cammino, non è capace di abbandonarsi alla Grazia, di mettere tutto nelle mani della Vita. Per lui a un certo sforzo deve corrispondere un determinato risultato.
Ma sebbene all’inizio del percorso, per un certo periodo, anche questo atteggiamento possa essere utile, a un certo punto nei confronti dell’illuminazione deve subentrare l’atteggiamento femminile: accoglienza, passività (nel senso positivo del termine), attesa della Grazia, completa fiducia nei piani dell’Esistenza. Con un atteggiamento penetrante… non si può ottenere il risveglio finale, perché l’Uno non può essere penetrato, ma solo accolto dentro di sé. L’Uno non può essere voluto.
L’erezione maschile non può essere controllata
Può sembrare una banalità, invece la maggior parte degli uomini, pur sapendo questo sul piano intellettuale, si comporta come se l’erezione fosse controllabile. Ogni uomo è contento e fiero di sé se ha l’erezione e si dispera se non ce l’ha… proprio come se fosse merito o demerito suo. Stesso discorso concerne la grandezza del pene: l’uomo è contento e orgoglioso se lo ha grosso ed è scontento e pieno di vergogna se lo ha piccolo… proprio come se fosse una misura che dipende da lui e non dalla Natura.
Ho capito a mie spese che l’erezione maschile non può essere controllata. Quando non ero sufficientemente in confidenza con una donna, quando non ero emotivamente tranquillo per qualche ragione, invariabilmente non avevo l’erezione. Prima del rapporto ero pieno di desiderio – fin da giovane ho sempre sentito dentro di me un Fuoco incontenibile – e volevo che questo desiderio si tramutasse in un rapporto memorabile, di cui si potesse narrare nell’Enciclopedia dell’Erotismo!
Dovevo dimostrare qualcosa alla mia partner, dovevo penetrare il mondo (energia maschile), ero competitivo. Ma proprio questo mio voler fare bella figura, voler penetrare a tutti i costi, voler controllare l’incontrollabile, voler avere un’erezione a comando (come gli attori dei film pornografici) faceva sì che invece accadesse esattamente l’opposto, e che io mi scontrassi con l’impossibilità di controllare proprio ciò a cui tenevo di più!
Il risultato era il tanto temuto pisello moscio. In ogni caso il problema non è il pisello moscio in sé, ma il fatto che questo fenomeno non venga accettato dal maschio, il quale preferirebbe morire piuttosto che dover fare i conti con quel disastro. Infatti la cura non consiste nel cercare di evitare il problema con esercizi psicologici, respiratori o, ancora peggio, con il Viagra, ma nell’imparare a convivere, a giocare e infine a trarre piacere da quella situazione. La soluzione non può essere solo ‘locale’, bensì necessita di una totale rivoluzione nel modo stesso di affrontare la vita.
Aggiungo che nemmeno l’orgasmo femminile può essere controllato. Da ciò deriva che una donna desiderosa di venire per far piacere al suo partner, perché sa che così lui si sente più uomo, rischia di non riuscire ad avere l’orgasmo proprio perché vuole controllarlo, e quindi è poi costretta a fingerlo perché non vuole dispiacere al suo compagno. Anche questo atteggiamento è intriso di energia maschile. Se l’uomo viene troppo velocemente perché la donna abbia il tempo di seguirlo, la cosa più furba da fare per la donna non è sforzarsi di venire prima o fingere di aver avuto l’orgasmo, ma invitare il partner a lavorare su di sé. L’eiaculazione precoce ha motivi psicologici ed esoterici molto simili a quelli che valgono per l’impotenza e che stiamo analizzando in questa sede.
…Continua nella seconda parte
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