Intervista a Luca Gazzetti sul tema dei chakra: cosa sono e come si inseriscono nel contesto della salute e della coscienza.
– Cosa sono i Chakra?
Prima di definire cosa siano i chakra, occorre fare delle premesse. Oltre al piano del corpo fisico esistono altri piani di esistenza, più sottili, inoltre la scienza riconosce l’equivalenza tra l’energia e la materia ma dal punto di vista esoterico c’è un ulteriore passaggio per il qualela materia è energia ma è anche coscienza. Tenendo conto di queste premesse, possiamo dire che i chakrasono addensamenti di materia che corrispondono ad addensamenti di energia e quindi di coscienza.
I chakra sono i motori stessi della coscienza, infatti quando la coscienza entra in manifestazione nei piani più densi cioè quando l’anima, nella sua discesa, si ammanta di materia, ossia di sostanza mentale, emotiva e infine eterica, concentra in particolari posizioni la materia intorno a cui vengono costruite tutte le strutture, e tali centri sono appunto i chakra.
– Qual è il collegamento dei chakra con gli aspetti pratici e quotidiani?
Dal punto di vista pratico vi sono diverse implicazioni. Fondamentalmente, si può ritenere che ciascun chakra metabolizza una determinata o comunque gruppi determinati di “qualità energetiche“. Questo è parte della mia esperienza, infatti ho potuto rilevare come da ciascun chakra si dipartono canali che vanno ad alimentare certi organi, ciascuno dei quali veicola una determinata e specifica qualità energetica.
Un difetto nella manifestazione di una certa qualità corrisponde in genere a una disarmonia dal punto di vista della relativa alimentazione energetica, e ciò produce patologie nell’organo di riferimento. Infatti ogni organo è una precipitazione nella materia fisica delle varie qualità energetiche, metabolizzate da un chakra .
– Dove sono situati i chakra?
I chakra non si trovano nel corpo fisico bensì nella sua controparte eterica. Per ogni chakra esistono nel corpo fisico due corrispondenze fondamentali, con un plesso nervoso e con una ghiandola endocrina di riferimento che si trova in genere vicino alla posizione del chakra. Queste due manifestazioni sul piano del corpo, sono la precipitazione fisica dell’energia che il chakra metabolizza.
In particolare, i chakra esistono dal piano eterico a salire, cioè su piani via via più sottili. Normalmente sono situati in corrispondenza della colonna vertebrale e anche nella testa dove se ne trovano due, tra i principali.
– Questa relazione tra il chakra e la sua controparte fisica in termini di plesso nervoso e ghiandola endocrina, è davvero interessante…
Non a caso, la coscienza e il comportamento dell’essere umano, dal punto di vista fisico sono potentemente condizionati dall’apparato endocrino e dall’apparto nervoso. Attraverso una corrispondenza diretta nonché padroneggiando questi due apparati, il chakra governa la coscienza anche dal punto di vista fisico.
– Dal punto di vista della tua esperienza, c’è un chakra che nella maggior parte delle persone richiederebbe un’attenzione particolare?
Quanto alle disfunzioni, un chakra che “va per la maggiore” è quello che corrisponde alla posizione dell’ombelico. Questo chakra alimenta grandementel’apparato digerente ed è facile notare, in corrispondenza, come le disfunzioni sul piano della coscienza in termini di difficoltà nel metabolizzare qualità soprattutto emotive e sentimentali, quali la dolcezza e la rabbia, producano patologie che nel caso della dolcezza coinvolgono il pancreas e nel caso della rabbia il fegato.
– Cosa bisogna fare per portare equilibrio ad un chakra e agli aspetti corrispondenti?
Occorre innanzitutto prendere consapevolezza di quello che impedisce una corretta manifestazione e metabolizzazione delle qualità energetiche, siano esse emotive, mentali o anche eteriche (ma quest’ultimo caso è più raro).
Con riferimento alle patologie lagate ad esempio al fegato, bisogna portare l’attenzione su come si vive la rabbia nella propria vita, come la si manifesta o la si reprime, e sulla base di questo iniziare a comprendere quali sono le disarmonie nel proprio stato emotivo, quest’ultimo è uno strato di coscienza, un piano dove più facilmente risiedono le cause delle patologie.
– E’ un tipo di lavoro che si può fare da soli oppure occorre la guida di un terapeuta?
Diciamo che si può fare anche da soli, e in fin dei conti è quello che si fa vivendo. E’ ovvio che che una guida può accelerare questo tipo di percorso e di presa di consapevolezza, finalizzata anche a ristabilire le condizioni della salute. Ma alla fine si tratta comunque di un lavoro personale in quanto solo la coscienza contiene sia le cause e sia le soluzioni al problema, che sia relativo alla salute, ad una patologia etc…
Il metodo fondamentale è quello di “portare l’attezione su” e non è diverso dal percorso che, citando Patanjali, prevede l’applicazione di una certa disciplina che si traduce in concentrazione, che poi diventa meditazione e infine permette uno stato di totale comprensione e unione con l’oggetto che si sta prendendo in esame. Tutto ciò consente la percezione via via più precisa di quelle che sono le dinamiche che si muovono e si manifestano all’interno della coscienza, al fine di ristabile una condizione di salute..
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