Abbiamo intervistato Lyana Galis chiedendole di parlarci delle sua esperienza di sensitiva.
– Gentile Signora Lyana, in alcune trasmissioni televisive e in alcuni articoli su diverse riviste, è stata definita “sensitiva”. Lei si considera veramente una sensitiva?
Questa è una parola che mi fa paura, in quanto è una parola dalle mille sfumature. Se per “sensitiva” intende fare esibizionismo, manipolando così un mondo che ci sfugge, no, non sono sensitiva. Credo che la sensitività sia insita nella natura umana, ma perdendo la nostra spontaneità, inquinando la nostra mente e la nostra anima, non siamo più in grado di riconoscerla. Sensitivo è chi ha conservato la capacità di afferrare e interpretare i segnali che arrivano da un’altra dimensione.
Io, ad esempio, che sono un’insegnante e una scrittrice, grazie alle esperienze spontanee che ho sempre avuto, mi limito a riflettere sull’essenza della vita. Ho anche considerato necessario renderle pubbliche nel mio libro “Viaggio al portale delle Anime”.
– Cosa ne pensa di quei personaggi che esibiscono la sensitività come se fosse una loro prerogativa esclusiva? Che opinione ha di loro?
Sono contraria a tutti quelli che manipolano e sfruttano la fragilità delle persone, soprattutto in momenti di grande bisogno e di disgrazia. Sono anche contraria e molto irritata da quelli che fanno spettacoli di pessimo gusto davanti alle platee confondendo la gente.
Un sensitivo secondo me è una persona il cui intento non è quello di “stupire”, ma piuttosto di mettere a disposizione le sue capacità, di aiutare con amorele persone che si rivolgono a lui, cercando di fare chiarezza nel loro mondo, e in certi momento difficili della vita.
– Qual è la sensibilità che lei ha sviluppato? Quali esperienze particolari ha vissuto? Ci faccia qualche esempio.
Vi racconto una delle più recenti esperienze che ho vissuto. Mi trovavo a Napoli per la presentazione del mio libro “Viaggio al Portale delle Anime”, in una grandissima libreria, con circa 50 persone che mi ascoltavano. Alla fine della presentazione, quando quasi tutti se n’erano andati, si è avvicinata a me una signora per chiedermi di autografarle il libro. Dopo averle fatto una dedica, la signora si è allontanata, verso l’uscita.
Fatti pochi passi, mi sono accorta che stava ritornando verso di me, visibilmente emozionata. “Signora, ma che data mi ha scritto sul libro?” Mi ha chiesto. Stupita ho osservato la dedica, convinta di aver scritto la data del giorno, invece mi sono accorta di aver scritto di mio pugno totalmente un’altra data. Mi sono scusata con la signora per l’errore che credevo di aver commesso, ma lei, più stupita di me, mi disse: “Ho perso mio padre, e non riesco a darmi pace. Sono venuta qui sapendo che il suo libro parla dei misteri dell’esistenza umana. Sa, lei ha scritto nella dedica la data della morte di mio padre”.
Questo è solo uno dei tanti fatti “particolari” che mi sono accaduti, ho altrettanti fenomeni di chiaroveggenza, telepatia e precognizione che mi succedono costantemente. Non credo che siano tutte coincidenze, sono troppe, e soprattutto non posso essere a conoscenza di molti dettagli che sempre scopro in seguito, come racconto nel mio libro.
– In un’intervista rilasciata ad un noto settimanale, ha dichiarato che lei può entrare in contatto con i morti, ci può dire qualcosa?
Io non ho mai partecipato a sedute spiritiche e me ne guardo bene dal prendervi parte. Tutte le esperienze di questo genere che ho vissuto sono state spontanee e sotto forma di normalissimi sogni, che però si sono costantemente verificati.
Ad esempio dopo che ho perso una carissima amica romena, Maddalena, che aveva solo 35 anni, lei mi è apparsa in sogno diverse volte. Una volta mi ha chiesto di recarmi il giorno stesso da suo marito per trasmettergli che lei gli voleva un bene infinito. Mi recai nel suo ufficio la stessa mattina, convinta di essere ridicola per ciò che gli avrei detto, ma l’uomo rimase straordinariamente compiaciuto. Quel giorno era il loro anniversario di matrimonio…
– Perché teme le sedute spiritiche?
Voglio chiarire che tutte le mie esperienze di questo genere sono spontanee. Io lascio scorrere la vita come un fiume, se le cose arrivano, ben vengano; non andrei mai ad invadere un mondo che non conosco, che molto probabilmente ha le sue regole e che rispetto fortemente. Sarebbe come aprire una porta non sapendo cosa c’è dietro.
In questo mondo so che se passo con il semaforo rosso, rischio di essere investita; ma non conosco le regole di “là”. Inoltre non credo sia giusto cercare e stuzzicare le anime dopo il trapasso per soddisfare le nostre curiosità o quelle altrui. Questo non è un gioco.
– Forse teme “qualcosa”, ha visto qualche pericolo in queste sedute spiritiche?
Il pericolo è solo quello dell’ignoto, di ciò di cui non abbiamo esperienza e conoscenza. Temo molto di più la cattiveria dell’essere umano, l’ignoranza, l’invidia, la stupidità e la mancanza di consapevolezza. Ho timore delle azioni compiute senza buon senso in mancanza di amore e di rispetto verso la vita. Questo è tutto quello che temo. Non ho motivo di temere altro.
– Ha avuto delle esperienze che l’hanno colpita, traumatizzata?
No, assolutamente, sono un essere solare, che considera la vita un’esperienza straordinaria, che ama e rispetta il prossimo per quello che veramente è e non per la maschera che porta.
– Come si fa a capire se le persone portano una maschera?
Questa è una delle mie abilità, la capacità di “radiografare” le persone e capire quello che esse sono veramente nella ricchezza della loro anima, scansando totalmente l’apparenza, la posizione sociale o il conto in banca.
Riesco ad entrare in contatto con l’essenza delle persone che mi stanno di fronte, se sento che si tratta di persone “negative”, con grande ego, piene di sé, arroganti, me ne sto ben lontana, pur volendo loro bene ed accettando il loro essere.
– Perché e per chi ha scritto il suo libro?
L’ho fatto perché so di avere qualcosa da dire. Tutto ciò che ho scritto è vero e sento il bisogno di condividere la mia visione del mondo per aiutare gli altri ad aprirsi alla riflessione. Il libro si rivolge a tutti ed invita ad apprezzare e godersi la vita che è fatta di un insieme di preziosi attimi da non sprecare con leggerezza.
Mi rivolgo soprattutto a chi ad un certo punto della sua vita ha perso una persona cara diventano “figlio di nessuno”. Questo prima o poi accade a tutti noi e l’impatto è molto doloroso. Per loro vorrei lanciare un messaggio di speranza e far riflettere sul fatto che quando subentra la morte, si scompone solo l’effimera materia, mentre lo spirito resta per sempre nel circuito dell’eternità che trascende la nostra realtà ordinaria..
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