Oggigiorno, uomo e donna non sanno più abbandonarsi all’amore e al piacere, e non sanno più “fare amore”. Perché l’amore e il sesso non sono divisi, anzi. Sono la sintesi di un momento alto, culmine divino di felicità, come “c’era una volta” nelle fiabe…
Una delle fonti più grandi di infelicità umana è rappresentata dall’incapacità dell’uomo e della donna di “fare amore”. Attenzione: ho detto “fare amore” e non, banalmente, “fare l’amore”, come è comunemente inteso; in questa sottile differenza tra le due frasi sta l’invisibile inganno che impedisce agli esseri umani di vivere felici. Da migliaia di anni gli uomini e le donne non si capiscono più e, di conseguenza, non si amano più. Questa è la catastrofe primaria da cui ogni male o malattia derivano.
Fino a che non riusciremo a risalire a questa origine primigenia di infelicità, non potremo cominciare il percorso inverso, quello, appunto, verso la felicità e il divino Piacere. Gli esseri umani sono nati per amare e per essere felici: questo è il codice genetico che ogni anima che viene al mondo possiede impresso nel profondo del Dna.
La tensione verso la felicità è ciò che fa muovere le nostre vite, è ciò che ci fa sentire vivi, è ciò che ci spinge a superare i nostri limiti, è ciò che ci permette di “perseguir virtude e conoscenza”. Quando questa tensione cade, ci ammaliamo e moriamo. Evolvere implica cambiare pensiero. Noi ci ammaliamo per imparare a pensare in modo diverso. Perché dobbiamo cambiare pensiero? Che cosa c’è che non va nel pensiero “comune”?
Il pensiero che noi definiamo “comune” ha, evidentemente, qualcosa di “patogeno” che non ci rende felici. Apparentemente, nella nostra opulenta società, tutto sembra andare per il meglio: frigoriferi pieni, vestiti firmati e canali televisivi a volontà. Come mai qualcosa non va? Abbiamo risolto tutti i “problemi” che hanno attanagliato l’umanità per millenni e ancora non siamo contenti? È esattamente così: abbiamo tutto, ma non siamo “contenti”.
Perché non siamo contenti? Cosa ci manca davvero? Torniamo alle due frasi dell’inizio: “fare amore” e “fare l’amore”. La seconda, nella nostra povera cultura disumanizzata e robotizzata, è sinonimo di “scopare”, cioè compiere un mero atto sessuale (spesso squallido) che avvilisce, alla lunga, entrambi ipartner. Siamo lontani anni luce dal vero atto d’amore, che porterebbe entrambi i protagonisti a vivere una delle più sconvolgenti e gratificanti esperienze che gli esseri umani possono vivere.
Ricordate come finivano le favole?
Ricordate come finivano le belle fiabe che ci raccontavano da bambini? Ricordate quella stupenda frase finale, che stava a sugello di ogni ulteriore ricerca di felicità? “… e vissero per sempre felici e contenti”. Ma cosa succedeva, nella storia, un attimo prima di questa magnifica conclusione? Succedeva che il “principe” e la “principessa” si baciavano! Ovviamente il bacio è metafora di una atto sessuale completo ed appagante, che permetteva ad entrambi di raggiungere uno stato di estasi profondo e duraturo. In altri termini, attraverso quell’atto sessuale (a cui, presumibilmente, ne sarebbero succeduti molti altri) l’uomo e la donna raggiungevano uno stato di grazia divina non altrimenti raggiungibile.
Questo finale, lungi da essere “impossibile” come il Potere ci induce sempre a credere, è alla portata di ogni essere umano che abbia il coraggio, appunto, di diventare “principe” o “principessa”. Il punto dolente sta proprio qui: non è affatto facile diventare principi e principesse! Nessuno più conosce la strada verso questa integrità di corpo e di anima che è lo scopo primario della nostra esistenza. Molte scuole iniziatiche cercano di dare indicazioni ai propri adepti per ripercorrere il magico sentiero che ci riporta al nostro originario stato di creature divine, ma queste scuole sono complesse, elitarie, e spesso di difficile accesso.
Molti esseri umani si sono “persi” in questo intricato bosco, in questa spaventosa “selva oscura” di dantesca memoria, e pochi hanno raggiunto la conoscenza necessaria per operare la divina alchimia di “fare amore”.Nell’atto erotico vero e proprio è nascosta la divina mappa perduta. Ecco perché tutte le Religioni lo stigmatizzano come “peccato” e, attraverso questo inganno, perpetuano l’orrenda divisione tra sesso e amore.
Attraverso i miei libri e i miei seminari ripercorro queste mappe di conoscenza perdute, aiutando le persone a fare della loro vita un lungo, continuo “atto d’amore” che rende i rapporti personali gratificanti e colmi di piacere. Tutti noi abbiamo le capacità per riscrivere la nostra vita personale e renderla bella come una fiaba, sempre che lo vogliamo con tutte le nostre forze. Il finale dipende da ognuno di noi..
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