Intervista a Peter Roche de Coppens, che ci parla del ruolo del lavoro e della sua importanza per la salute e la vitalità, spiegandoci inoltre perché in quest’epoca non è più possibile lavorare solo in funzione del denaro. A cura di Camilla Ripani.
– Quanto e perché è importante il lavoro?
I vecchi filosofi e iniziati greci, così come i Padri della Chiesa, affermavano che affinché il bambino potesse crescere in modo equilibrato e felice, e l’adulto mantenersi in buona salute ed esprimersi, occorrevano tre pilastri fondamentali: la preghiera, il lavoro e la ricreazione o divertimento sano.
Sappiamo che il lavoro è fondamentale per vivere, e che la preghiera è importante per la dimensione spirituale… ma il divertimento – quello sano – è altrettanto importante per mantenere un equilibrio fra questi due aspetti; cioè un equilibrio fra la dimensione verticale della preghiera, e la dimensione orizzontale del lavoro.
Parlando in particolare del lavoro, questo è molto importante per svariati fattori. Quando lavoriamo mettiamo in campo le nostre facoltà e potenzialità, quindi facciamo uno sforzo attivo in tal senso e siamo spinti a “svegliarci”; così in qualche modo favoriamo una circolazione di luce-energia nella materia dei nostri corpi (fisico ed energetici) e nei centri psicospirituali… questa libera circolazione di energia – che si ha su tutti i livelli, da quello sottile a quello fisico (circolazione del sangue e della linfa) – stimola il senso di armonia e la salute.
Tutto ciò accade se però si rispetta una premessa fondamentale: se lavoriamo perché c’è il desiderio e l’amore nel farlo, e non perché siamo spinti e costretti dal movente dei soldi. Allora lavorare diventa una boccata d’ossigeno per l’asse PNEI – l’asse psiconeuroendocrinoimmunologico, ossia il sistema immunitario, ormonale, nervoso e circolatorio che gli anziani chiamavano Vis Medicatrix Naturae – che è la chiave in ogni guarigione.
Quando lavoriamo con dedizione, dimentichiamo il tempo e i problemi vengono meno, riceviamo maggiore ispirazione e ci sentiamo più vitali, inoltre riusciamo a ottenere risultati migliori e siamo apprezzati dagli altri, e tutto questo è una terapia incredibile…
Circa due settimane fa mi sono ritrovato con un brutto raffreddore e mal di gola più altri sintomi, e dovevo rilasciare un’intervista. Ci tenevo molto quindi ho fatto lo sforzo di uscire di casa e raggiungere gli studi dove mi aspettavano; nell’arco di un’ora sono guarito del tutto e a un certo punto, mentre facevo l’intervista, ho proprio sentito i sintomi scemare e l’energia che tornava…
Il messaggio per il nuovo secolo, e quello che vorrei trasmettere ai nostri lettori, è che il lavoro è fondamentale ma ad una condizione: bisogna amare quello che si fa, o fare quello che si ama.
Non si può più lavorare solo per un’ottica di guadagno in denaro, perché con l’attuale livello di coscienza ed evoluzione ciò equivale ad una forma di prostituzione. In pratica, quando siamo costretti a lavorare ci ritroviamo facilmente frustrati ed entriamo in conflitto con il datore di lavoro, diamo il minimo indispensabile cercando di sfruttare al massimo il sistema, con il risultato che alla fine siamo sempre più demotivati e privi di vitalità… fondamentalmente si fa una vera e propria violenza su se stessi e si bloccano i propri canali vitali, con tutte le conseguenza del caso.
Come la Luna, il lavoro presenta quindi due facce: una piena di luce e l’altra in ombra.
– Su larga scala, il mondo del lavoro è espressione delle dinamiche di potere. Cosa si può dire in merito?
L’umanità deve fare un passo ulteriore, quello di integrare l’amore con la conoscenza e il potere. Allora si avrà come risultato qualcosa di positivo. La conoscenza e il potere, senza l’amore, non possono portare gioia né appagamento. Siamo esseri che stanno innalzando il proprio livello di coscienza, siamo sempre più sensibili e quello che facciamo ha conseguenze più rilevanti… le nostre azioni, sia quelle distruttive sia quelle costruttive, adesso hanno un maggiore impatto sulla realtà e quindi occorre maggiore attenzione e consapevolezza, ma vale la pena perché questo può portarci a grandi realizzazioni in termini di soddisfazione e gioia.
Certo, viviamo nel mondo della dualità dove il bene si contrappone al male, e così come in ogni circostanza, anche il lavoro può essere espressione del bene o del male. Questo non toglie che, al di là di certi equilibri, il lavoro dovrebbe essere qualcosa che dà soddisfazione per quello che si fa e che si vuole realizzare, e non per quello che si riceve.
Allora, come visto, lavorare diventa estremamente terapeutico, e ne beneficia l’asse PNEI. Si parla anche di ergoterapia… In molti centri nel mondo è noto che quando una persona sia focalizzata con la mente e il cuore nelle sue attività, usando l’immaginazione e l’intuizione, tende a risvegliarsi, a sentirsi più viva.
Ma l’epoca attuale è ancora caratterizzata da un uso distorto delle dinamiche di lavoro, ed è accaduto che il mezzo ha mangiato il fine: molte organizzazioni sono state create con lo scopo di raggiungere un obiettivo… mentre in seguito gli obiettivi sono stati creati con lo scopo di mantenere in vita certe organizzazioni, lavori e privilegi a essi connessi….
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