Ricostruendo la profonda frattura con l’ambiente e la natura, l’uomo contemporaneo compie il primo passo verso la riconquista del senso della sacralità, verso la quiete e l’armonia che solo la pace con la materia e la natura, immagini rivelatrici del divino, possono donargli…
L’Astrologia è forse la scienza più antica che attesti la ricerca di un contatto tra l’uomo e il divino, attraverso una conoscenza che possa avvicinare al concetto di sacralità. Essa fu praticata e conosciuta da tutti i popoli e in tutte le epoche esplorate dalla storia.
I primi monumenti megalitici risalenti al Neolitico erano orientati secondo punti astronomici in prossimità del ritorno del Sole o di una stella in un determinato punto del cielo. Fino al XVI-XVII secolo la costruzione di quasi tutti gli edifici di culto tiene conto di importanti punti astronomici quali gli equinozi, i solstizi, le lunazioni, il ritorno di una stella durante il ciclo dell’anno solare o lunare.
Ovunque sulla superficie della Terra, i luoghi dove si celebravano culti, riti, misteri e iniziazioni sono associati all’Astrologia: le piramidi dei Maya, degli Egizi e dei Caldei sono gli esempi più importanti che seguono ai monumenti pitrei del Neolitico e che attraversano tutta l’età del bronzo.
Sin dall’Età della Pietra l’uomo cercò attraverso l’osservazione del cielo di trovare una spiegazione ai fenomeni sulla Terra o ancora, da un punto di vista più profondo, di cercare un contatto tra il finito, fenomenico, e l’infinito, causale.
I primi monumenti megalitici riproducono perciò i sentieri celesti: era infatti convinzione degli antichi che ci fosse un intrinseco e misterioso legame tra il cosmo e gli esseri umani, tra i grandi movimenti degli Astri e i piccoli avvenimenti di quaggiù. L’Universo era infatti percepito come un tutt’uno in cui si muovevano unitamente tutte le cose viventi visibili e invisibili, grandi e piccine.
L’uomo in questa visione non era che il ricettore e trasmettitore di forze arcane molto più potenti di lui che potevano indicargli la causa e la direzione ultima dei fenomeni che animavano la sua vita sulla Terra. Per questo gli Astri, insieme agli eventi atmosferici e agli elementi che animavano il cosmo, il fuoco, l’aria, il vento, l’acqua e il suolo, furono da sempre venerati come divinità portatrici di importanti segnali nella vita dell’uomo.
I primi Astri ad essere venerati dagli antichi furono il Sole e la Luna poiché direttamente connessi con i cicli agricoli e con i fenomeni biologici che regolavano la vita sulla Terra.
Il cielo notturno fu per i primi uomini sulla Terra la rivelazione sacra dell’entità divina che permeava il cosmo, lontana, occulta eppur sempre presente. Anche per le popolazioni antiche più civilizzate la divinità non era qualcosa di estraneo alla materia e alla natura, ma un’entità intrinsecamente presente in essa, che si rivelava attraverso gli elementi naturali così come nei sentieri luminosi tracciati dagli Astri nel cielo.
Era comune agli antichi l’idea di poter potenziare il fuoco della Terra catturando l’energia ignea degli Astri attraverso i monumenti sacri orientati astronomicamente.
Agli albori degli studi astrologici testimoniati attraverso la documentazione storica (2000 anni a.C.), i movimenti del Sole e della Luna avevano pari importanza nella predizione dei fenomeni sulla Terra. Sembra anzi che i primi culti associati agli Astri, dal Neolitico fino all’Età del Bronzo, avessero come oggetto la Luna e le sue fasi e fossero direttamente connessi alla fertilità, alla possibilità di rigenerazione biologica e di rinascita fisica e spirituale.
Una delle più antiche testimonianze della venerazione degli antichi per la Luna, rivelatrice della cause spirituali, è il culto del dio lunare Sin, presente in Mesopotamia fin dal III millennio a.C. La divinità lunare Sin è considerata “padre”di tutti gli dèi, come successivamente lo sarà Thot per gli Egizi: il dio creatore dalla testa di Ibis, artefice e fautore della conoscenza.
Numerose testimonianze affermano come la Luna con i suoi cicli fosse la tangibile rivelatrice della divinità sulla Terra. Per questo anche successivamente e fino all’età moderna, i cicli lunari e i relativi calendari furono ampiamente tenuti in considerazione nell’interpretazione degli avvenimenti e nella predizione degli stessi attraverso l’Astrologia. Se il Sole con i suoi cicli, osservati dalla Terra, è fautore dei ritmi del giorno e della notte e delle stagioni che spiegano i fenomeni esterni della natura, la Luna, ed anche le stelle, sono da sempre rivelatrici delle cause interiori, di un’evoluzione misteriosa e nascosta che è alla base di ogni generazione, crescita e mutazione, fautrice per gli uomini di conoscenza, sapienza e rivelazione.
Fino all’avvento della scienza moderna, Astrologia e astronomia furono praticate insieme come un’unica materia. La conoscenza dei fenomeni prima dell’età moderna era tutt’altro che arretrata: essa si basava piuttosto su di un altro tipo di linguaggio, sincretico, analogico, immaginativo. Un linguaggio che gli alchimisti e i veri astrologi cercarono di preservare nel tempo attraverso una visione integrata del sapere, che unisse in un indissolubile abbraccio facoltà scientifiche e razionali, immaginative, intuitive ed analogiche.
I linguaggi simbolici di cui fanno uso le scienze antiche quali l’Alchimia e l’Astrologia possiedono, al pari degli antichi alfabeti geroglifici, la proprietà di racchiudere in pochi semplici elementi tutto lo scibile umano.
Essi sono composti da numeri chiusi che traducono leggi e geometrie universali:
– Il tre, numero dell’evoluzione e del movimento organico, attraverso di esso ogni cosa si muove e si trasforma (basti pensare al ritmo apparire, essere, sparire comune a tutti gli esseri viventi).
– Il quattro, numero della completezza di un ciclo, traduce il manifestarsi nella materia di ogni entità incarnata e ordina ogni cosa esistente (le quattro stagioni, i quattro punti cardinali, i quattro momenti del giorno o della vita dell’uomo).
– Il sette, associato alla creazione nonché numero che ritma le fasi lunari, il crearsi e disfarsi continuo di ogni cosa che esiste.
– Il 12, numero che combina l’essenza e il movimento associati al tre, con la sostanza tangibile incarnata dal quattro.
Questi sono i numeri basilari che compongono il linguaggio dei simboli astrologici dove troviamo infatti tre qualità (cardinale, mutevole e fisso), quattro elementi (Foco,Terra, Aria e Acqua), sette pianeti (tra cui si annoverano anche il Sole e la Luna) o forze creatrici conosciute sin dall’antichità, 12 segni zodiacali.
Questi simboli basilari esprimono concetti opposti e complementari che si alternano e interagiscono per spiegare l’armonia cosmica e il perfetto bilanciamento sul quale si regge ogni cosa visibile ed invisibile.
Possiamo riassumere i principi fondamentali dell’Astrologia secondo cinque punti fondamentali:
• La corrispondenza tra tutte le cose. Questo principio è ben espresso dalla massima ermetica “Così in alto così in basso, così dentro così fuori" ed esprime l’analogia e il legame tra tutte le cose presenti nell’universo. Gli alfabeti geroglifici, così come i misteriosi simboli dell’Alchimia e dell’Astrologia, svelano la corrispondenza tra la natura (le forme minerali, animali e vegetali), gli esseri umani e il mondo spirituale di cui essa è riflesso ed immagine.
• Il principio di trasformazione di ogni cosa visibile e invisibile. Si traduce nella massima ermetica “Materializza ciò che è sottile, spiritualizza ciò che è corporeo"; ciò che è causa di caduta e di morte per puri esseri spirituali è motivo di rinascita e trasfigurazione per i comuni mortali. Questo principio ci parla tra le altre cose della forza dinamica del desiderio e dell’amore attraverso cui ogni cosa si crea e si consuma. Certamente è impossibile spiegare in parole le profonde verità spirituali racchiuse in questi principi ed è per questo che il linguaggio simbolico si avvale di immagini e allegorie, di uno stile a volte lirico, capace di suggerire analogie senza imprigionare in forme definite i concetti ma lasciando ad essi tutta la libertà di stabilire contatti e di rivelare l’indissolubile unità di tutte le cose.
Un’altra immagine che potremo associare a questo principio ci viene da Platone. Il Timeo, il suo dialogo più ermetico, ma anche il più ricco di nozioni astrologiche e di conoscenza esoterica, termina con la seguente frase “[…] E secondo tutti questi modi, allora e ancora oggi, gli esseri viventi si mutano gli uni negli altri”. Qui Platone fa riferimento alla forza del pensiero, alla qualità delle abitudini, dei desideri e dei sentimenti e alla loro capacità di modificare la materia e la sua destinazione. Ancora una volta ciò che è dentro equivale o influenza ciò che è fuori e viceversa. C’è poi un’allusione alla trasmigrazione dell’anima che attesta il contatto di Platone con antiche filosofie di origine orientale.
• La legge della causa-effetto. Ogni pensiero, ogni desiderio, ogni azione sono semi piantati nella terra che daranno i loro frutti futuri. Questo principio attesta tra l’altro l’indissolubile legame tra passato, presente e futuro: le esperienze della vita sono il frutto dei semi piantati nel passato e dai frutti del presente si ricaveranno i semi del futuro.
• La continua opportunità offerta dalla vita. Attraverso il meccanismo di azione e reazione la vita ci offre una continua opportunità di conoscenza e di miglioramento potendo osservare i frutti di ciò che abbiamo seminato. Questo principio è particolarmente associato all’opportunità di conoscere i tempi propizi per potere agire e interagire con la realtà. Questi tempi sono indicati dall’Astrologia attraverso le posizioni solari e lunari, che determinano le stagioni esteriori e interiori, i cicli biologici che governano la vita dell’uomo. Anche i pianeti e le stelle hanno parte nel grande orologio cosmico che indica all’uomo i momenti opportuni: essi segnano i maggiori cicli della vita dell’umanità e del nostro pianeta.
• Il bilanciamento e il conseguimento dell’armonia. Lo scopo e il vero fine dell’Astrologia sono descritti da questo principio. Come l’Alchimia, infatti, il fine dell’Astrologia non è meramente speculativo. La scienza sacra si pone infatti un obiettivo del tutto concreto attraverso la conoscenza interiore ed esteriore dei grandi cicli che regolano la vita dell’uomo così come quella del cosmo. Questo principio è suggerito dalla continua interazione tra elementi positivi e negativi che si alternano lungo la ruota zodiacale: Fuoco e Aria sono positivi, irradianti, estroversi; Acqua e Terra sono negativi, riceventi, introversi.
Tuttavia non dobbiamo associare i concetti di positivo e negativo a quelli di bene e male, che vengono trascesi nel conseguimento della saggezza e della reale conoscenza delle cose. Come il giorno e la notte, così i concetti di positivo e negativo, maschile e femminile, presenti in ogni manifestazione della realtà, sono opposti e complementari: essi descrivono le due curve cicliche di uno stesso cerchio, simbolo di completezza, di assoluto e di unità che solo si può conseguire attraverso la percezione simultanea di questi due aspetti in ogni cosa manifesta.
Ricostruendo la profonda frattura con l’ambiente e la natura, l’uomo contemporaneo compie il primo passo verso la riconquista del senso della sacralità, verso la quiete e l’armonia che solo la pace con la materia e la natura, immagini rivelatrici del divino, e l’integrazione della propria intelligenza con esse, possono donargli.
I monumenti megalitici presenti sulla Terra, così come le grandi cattedrali sorte nei luoghi sacri ed energetici dopo di essi, sono per l’uomo un esempio tangibile e una guida verso il rispetto della materia e l’integrazione con la natura, supporto di ogni essere vivente.
Il fuoco divino delle Stelle, fonte di eternità, è custodito nella profondità della Terra e impregna ancora le pietre degli antichi luoghi sacri del Neolitico e dell’Età del Bronzo, così come di alcune cattedrali costruite nel Medioevo su importanti punti geomagnetici e orientate secondo importanti punti astronomici; là è sepolto in attesa di essere ridestato.
Elisabeth Mantovani
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