Conferenza degli autori Salvatore Brizzi e Riccardo Geminiani dedicata al loro libro “Il Bambino e il Mago”
Il “Bambino e il Mago” è rivolto principalmente ai giovanissimi e ai bambini di oggi che hanno capacità maggiori di apprendere una nuova visione.
In genere i giovani hanno enormi difficoltà a seguire gli attuali programmi scolastici e a inserirsi poi in un mondo del lavoro che non tiene conto di un nuovo livello di coscienza.
Stanno nascendo dei bambini che guardando a come viviamo oggi i rapporti sociali e i rapporti di coppia, ci considereranno dei dinosauri.
Noi adulti possiamo fare da ponte tra il vecchio e il nuovo.
Queste anime dei nuovi bambini non hanno difficoltà a percepire il mondo delle spirito, ma hanno difficoltà ad ancorarsi nella materia, per esempio con l’ausilio di una giusta disciplina.
Molti di questi bambini finiscono in una “terra di mezzo” perché non comprendono le regole della società e della materia, ma non sono ancora consci del proprio compito spirituale, allora rischiano di rimanere dei disadattati e di non riuscire a ottenere dei risultati sul piano materiale e quindi a realizzare il loro scopo.
A che età si può parlare di meditazione a un bambino? Al di là delle personali predisposizioni, non si deve avere fretta di insegnare gli argomenti del lavoro su di sé a un bambino. Perché questo tipo di insegnamento si trasmette non con le parole, ma con il cuore, con la propria presenza ed essenza.
A un certo punto, nello sviluppo, il bambino perde il suo stato di “grazia”. Come si può fare affinché non perda quella capacità di vedere la bellezza che aveva all’inizio? Da una parte, in realtà, è necessario che il bambino si incarni pienamente e formi un proprio “io” stabile. È necessario allora che si distacchi dal piano spirituale per potersi immergere nella materia. Il bambino passerà necessariamente attraverso una fase di chiusura e di giudizio.
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