Conferenza di Niro Markoff, autrice del libro Il Sì che Guarisce (Anima Edizioni), nel quale rivela il suo percorso di guarigione dall’AIDS.
Tra gli argomenti:
La guarigione non deve essere qualcosa di pesante, di serio, che ci aumenta le difficoltà. Guarigione è sinonimo di apertura.
Einstein diceva che la soluzione di un problema non può venire dallo stesso livello di consapevolezza che l’ha creato. Ma come raggiungere la consapevolezza necessaria alla guarigione? Come cambiare la nostra “vibrazione”?
I libri sono importanti perché ci ispirano. Ma poi bisogna passare all’azione, perché avere dei concetti è diverso che farne esperienza.
La guarigione è una strada misteriosa, perché non possiamo utilizzarla come fosse una ricetta. Per ognuno di noi la manifestazione di una malattia accade in circostanze diverse. La malattia è il corpo che dice: “Risvegliati! C’è una cosa che ha bisogno di cura!”
Ogni sintomo è un messaggio del corpo. Dobbiamo fermarci e ascoltarlo. Chiediamoci: Di che cosa ho bisogno? C’è un bisogno che non rispetto… o di cui ignoro l’esistenza?
La vita è generosa. Se non diamo attenzione ai sintomi oggi, infatti, lei generosamente ce li manderà più intensamente. Fino a quando arriva una crisi fisica o emotiva che ci fa “crollare”, creando l’opportunità di risvegliarci.
Tutto viene per condurci verso la guarigione. La guarigione è fatta di momenti di beatitudine e di momenti di disperazione. E’ difficile per la mente logica capire ciò.
Niro Markoff ha affrontato la malattia quando gli fu diagnosticato l’AIDS e pochi mesi di vita. Ma cominciò ad accorgersi di ogni momento, di ogni cosa per cui essere grata. E soprattutto imparò ad accettare una responsabilità scomoda: che la qualità della nostra giornata dipende da noi, da nessun altro.
“Il bisogno di giudicare e punire è l’AIDS dell’anima”.
Ogni volta che rimandiamo quello che dovremmo fare per migliorare la qualità della nostra vita, abbassiamo la vibrazione del nostro ambiente. Una casa va seguita e messa a posto, il nostro aspetto curato, qualunque cosa accada. In questo modo ci riprendiamo il “potere”, passo dopo passo.
Abbiamo il diritto di stare bene.
Seguire una strada spirituale, religiosa o atea non è importante di per sé, ma è importante che ci sia un canale dove la fiducia e l’ordine divino è nutrito. Quello che conta è che troviamo la strada giusta per noi.
.
Lascia un commento con Facebook