I simboli astrologici non possono essere spiegati razionalmente, ma rivelano archetipi e sincronismi universali. L’astrologia, in definitiva, si rivela essere il linguaggio segreto dell’anima…
I simboli influenzano costantemente la nostra psiche a livello cosciente e incosciente più di quanto si possa immaginare. Non vi è nulla che possa sostituire il simbolo nella comunicazione essenziale delle idee e dei pensieri. I simboli infatti, per la loro natura, sorpassano ogni barriera di linguaggio, permettendoci un tipo di comunicazione unica ed essenziale la quale arriva direttamente alle cause.
Sin dagli inizi dell’esplorazione moderna dello spazio, gli scienziati nelle loro ricerche di vita oltre la Terra hanno inviato segnali simbolici, ovvero segnali che possono essere interpretati da vite o culture simili alla nostra. Diversamente un eventuale primo approccio sarebbe impossibile attraverso il linguaggio delle parole.
Per la sua assiomatica essenzialità, il linguaggio simbolico è stato perciò da sempre veicolo di verità spirituali convenute agli uomini attraverso i simboli adottati delle varie religioni e filosofie del mondo. Anche l’Astrologia, come scienza di comprensione dell’uomo e delle sue relazioni con l’Universo, si avvale del linguaggio dei Simboli.
La comunicazione e la meditazione attraverso i simboli aiutano l’uomo a sviluppare la propria coscienza, a uscire dai muri della propria individualità per inglobare in lui una realtà universale e unirsi ad essa.
Solo incorporando in se stesso l’Universo, l’uomo può trascendere la mondanità degli eventi che genera in lui ansie e paure che lo consumano, e accedere a un piano di coscienza superiore, ovvero a un piano in cui ha trasceso la coltre delle proprie percezioni facendo sì che queste non siano più ostacolo o fonte di preoccupazioni, ma un mezzo di più ampia comprensione.
Più si sviluppa la capacità dell’uomo di comprendere attraverso la propria coscienza, di attuare in se stesso un risveglio, più egli diviene in grado di assimilare il mondo spirituale e di poterlo cogliere anche nei fatti della realtà quotidiana. È allora che le verità trasmesse attraverso i grandi misteri delle religioni e delle tradizioni spirituali di tutto il mondo, e convenute a noi attraverso i simboli, gli diventano immediatamente accessibili ed egli è in grado di interpretarle senza assorbirle, subirle o contestarle passivamente.
Il fascino e il potere dei simboli astrologici hanno giocato un ruolo fondamentale nella storia dell’umanità, un ruolo la cui importanza è ancora spesso troppo sottovalutata.
Lo studio dell’Astrologia è datato 2000 anni prima di Cristo, tuttavia simboli astrologici sono stati rinvenuti persino nelle caverne in età Neolitica, tracciati su pareti di roccia o su resti di ossa. Questo è solo un esempio di tanti che confermano come l’Astrologia abbia davvero giocato un ruolo fondamentale, seppur per molti versi sotterraneo, lungo il corso dell’evoluzione dell’uomo e poi della sua storia fino a influenzare la società umana attraverso la politica, la religione, la filosofia, la psicologia e la medicina, campi questi ultimi in cui proprio recentemente l’Astrologia è stata, seppur non ancora ufficialmente, reinserita.
Tra i corpi celesti anticamente contemplati dagli abitanti della Terra, un’importanza particolare era attribuita alle dodici costellazioni che hanno dato nome ai segni raffigurati nei vari Zodiaci con immagini quasi ovunque identiche. Conoscere il significato di queste immagini e di queste nomenclature simboliche significa addentrarci in uno dei campi più affascinanti dello studio dell’Astrologia: quello degli archetipi.
L’origine dello Zodiaco è ancora in parte sconosciuta: essa sembra più antica di ogni fonte a cui fino a ora ci si è potuti riferire. Dalle indagini sullo Zodiaco appare evidente che esso è in stretto rapporto con la scienza dei Numeri, praticata in Medioriente dagli Arabi e poi dagli Ebrei e oggi quasi del tutto scomparsa.
Zodiaco viene dal greco Zodiakòs Kyklos ovvero “cerchio riguardante le Costellazioni”. Zodiakòs inoltre può essere messo in relazione con zòdion (segno, figura celeste) che a sua volta è diminutivo di Zoon che in greco indica l’animale, il vivente. Zodiaco dunque può intendersi come “cerchio delle figure celesti” (le costellazioni) oppure anche come “cerchio degli animali” o “cerchio dei viventi”. Un’altra origine di Zodiòn è infatti Zoe che significa vita e Zoo che significa vivere.
Il principio fondamentale espresso nello Zodiaco (o movimento della vita) si ritrova nell’antica figura dell’Ouroboros, il serpente che si morde la coda. Questo simbolo significa un’evoluzione che dal principio porta alla fine, in un ritmo inesauribile nel quale tutte le cose si uniscono e tutto ciò che scaturisce dall’Uno ritorna a esso. Non a caso l’Ouroboros si trova all’ingresso di alcuni santuari nell’antica Grecia dove, tra gli altri significati, è anche sinonimo dell’eone, ovvero della durata.
Il simbolismo dello Zodiaco è pressoché inesauribile e sempre più ci diviene sconosciuta la sua vera essenza e origine poiché si è oggi quasi totalmente perduta la capacità di pensare per immagini. La ciclicità dei ritmi dello Zodiaco svela silenziosamente le dimensioni di un tempo fisico e metafisico che interagiscono tra di loro e che ci sono rivelati dalla danza quotidiana e millenaria degli Astri.
Il grande psicologo svizzero Carl Gustav Jung nelle sue ricerche sulla psiche umana pose particolare attenzione all’Astrologia e ai sistemi simbolici appartenenti alle religioni e alle dottrine esoteriche. Egli considerò utile questo materiale per la comprensione di quel mondo nascosto di simboli e immagini che egli chiamò “inconscio collettivo”. La consapevolezza e la comprensione di questa dimensione, secondo Jung, aiuta l’uomo a entrare in contatto con le sue modalità segrete, a recuperare il contatto e il significato dei concetti di “spirito” e di “divino”.
Secondo Jung l’inconscio si divide in più strati: uno superficiale, detto “inconscio personale”, in cui risiedono i contenuti rimossi dalle nostre esperienze coscienti, e un altro strato più profondo che non deriva da esperienze o acquisizioni personali ma è innato. Questo strato più profondo è “l’inconscio collettivo”. Collettivo perché ha contenuti “universali” cioè che sono gli stessi dappertutto e per tutti gli individui.
Se “nell’inconscio personale” troviamo contenuti a tonalità affettiva, i contenuti “dell’inconscio collettivo” sono invece gli archetipi. La definizione di “archetipo” si trova già in testi antichissimi, per esempio in quelli di Sant’Agostino che, come ben noto, prima di diventare uno dei dottori della Chiesa di Roma, fu affascinato dalla filosofia di Platone. Ecco cosa si legge in uno dei suoi primi scritti: “Idee originarie […] che non sono state create […] che sono contenute nell’Intelligenza divina”.
I contenuti dell’inconscio collettivo, infatti, riguardano immagini arcaiche presenti fin da tempi remoti nella psiche umana. Gli archetipi, ovvero le immagini dell’inconscio collettivo, prendono forma attraverso le fiabe, i miti, gli insegnamenti esoterici dove cessano di rimanere inconsci e diventano formule consce, seppur non coscientemente elaborate, affiorando nei simboli.
Scoprire razionalmente a cosa un archetipo faccia riferimento è impossibile poiché esso si riferisce a una molteplicità di fatti e di sensazioni non riconducibili a una forma elaborata dal pensiero razionale; l’immagine e il simbolo suggeriscono dunque quella molteplicità elaborando in modo sincretico la sintesi dei contenuti dell’archetipo.
Nelle indagini mitologiche si è sempre collegato il mito alle rappresentazioni solari, lunari, metereologiche, vegetali. Secondo Jung, invece, questi miti sono manifestazioni psichiche che rivelano l’essenza dell’Anima.
Agli antichi che osservavano la Natura nelle sue manifestazioni non importava affatto la spiegazione oggettiva di quei fenomeni: essi sentivano la necessità di far coincidere, di far risalire, ogni esperienza a un accadere psichico. A costoro non basta per esempio veder sorgere e tramontare il Sole; secondo Jung ognuno di questi eventi naturali scatenava la necessità di un accadere psichico. Così il Sole, nel suo peregrinare, doveva rappresentare il destino di un Dio, o di un Eroe, che in fin dei conti non vive che nell’Anima dell’uomo.
Tutti i fenomeni naturali mitizzati quali le fasi della Luna, l’Universo, l’Estate, la Stagione delle piogge… non sono affatto allegorie di quegli avvenimenti, ma espressioni simboliche del dramma inconscio dell’Anima umana, che diventa accessibile e visibile tramite i fenomeni naturali che ne costituiscono il riflesso attraverso un processo di proiezione.
L’Astrologia ha dunque espresso sin dall’antichità i Misteri dell’Anima in splendide immagini, perciò ogni buon astrologo dovrebbe essere prima di tutto un buon conoscitore della propria psiche e del proprio Cuore, poiché la psiche contiene già tutte le immagini da cui i miti sono sorti. Solo chi non ha riconosciuto queste “proiezioni” nel proprio firmamento interiore può credere alla superstizione degli influssi astrali.
Insieme a questa scoperta, Jung, nella teoria della sincronicità, enuncia che l’Universo si muove all’unisono e che dunque pianeti e stelle indicano le cause maggiori che si riflettono nel microcosmo attraverso gli avvenimenti mondani. La teoria della sincronicità elaborata da Jung descrive infatti come tra più eventi che avvengono in modo sincrono ci sia una connessione legata a una comunanza di significato.
Osservare le Stelle significa scoprire questa sincronicità: sincronizzare la nostra interiorità con il mondo esteriore dei fenomeni, allacciare il microcosmo dove viviamo, alla dimensione sincretica del macrocosmo dove vivono le stelle e i pianeti, indicatori delle cause più grandi che si riflettono nei fenomeni di quaggiù.
“Nel tuo petto risiedono le Stelle del tuo destino” scriveva Shiller nel Wallenstein e questa frase riassume senza altre spiegazioni l’utilità e il fascino dell’Astrologia messe in luce dalle scoperte di Jung.
Elisabeth Mantovani
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www.elisabethmantovani.com.
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