Corrado Malanga presenta Evideon – L’anima dei colori (Spazio Interiore). Milano, Libreria Esoterica, ottobre 2014.
Tra gli argomenti:
Attraverso lo studio degli alieni si è capito come è fatto l’uomo.
Tra parte femminile e maschile, tra razionalità e intuizione, non c’è separazione. La dualità non esiste, ma la vediamo solo se siamo convinti che esista. Ognuno crea l’universo nel modo in cui crede che deve essere.
Le risposte sono anche nel mito. I miti sostanzialmente raccontano la stessa cosa, poiché noi siamo i creatori e quindi sappiamo, in modo inconsapevole, come abbiamo fatto questo universo.
Evideon dimostra che non c’è il duale, e ci rivela che l’altro siamo noi.
I colori sono dentro di noi perché noi abbiamo costruito l’universo. Il maschio è rosso, la femmina è blu. Perché? Perché è un linguaggio di base, archetipale.
L’universo è olografico, tridimensionale, frattalico e non locale (non esiste spazio e tempo, né prima né dopo). Causa ed effetto sono un unico evento, non due eventi.
Le malattie hanno delle problematiche, e si cerca la causa e gli effetti. Ma effetti e causa sono la stessa cosa.
Domanda e risposta sono la stessa cosa. In realtà, la coscienza (integrata) sa già tutto, allora farsi una domanda e darsi una risposta non ha senso.
La fisica afferma che i due stati quantici si sovrappongono in un unico punto: il presente. La loro soluzione è nel presente. Esiste una serie di “presenti”, uno dietro l’altro, che potrebbero essere considerati, sbagliando, come passato, presente e futuro. Gli elettroni si comportano allo stesso modo.
Tutto nasce da qualcosa che si è separato. Con “Evideon” sappiamo che l’evidenza è quella cosa che si rende manifesta attraverso l’azione, attraverso il fare.
Tutto l’universo è simmetrico e tutto deve essere simmetria.
La coscienza si divide in due simmetrie, Shiva e Visnu, Pieno e Vuoto, fotone e antifotone, e così via nella dualità. Nel momento in cui l’universo si divide, tutto si divide.
Il fotone ha un antiparticella, l’antifotone. Allora scopriamo che le idee dell’universo nascevano dalla testa degli addotti e non da fuori di loro.
Possiamo rappresentare il fotone con dei colori e dei numeri (vedere grafica in video). Il fotone è trasparente, non ha “carica colore” come dice la fisica cromodinamica. I suoi “colori interni” infatti si annullano simmetricamente.
Fotone e antifotone diventano “evidenti” quando si agganciano in un modo in cui perdono la loro simmetria.
L’universo in cui viviamo è quella porzione di esistente che comprende i colori base rosso, verde, blu.
Galileo non è ancora consapevole che è lui che ha creato il pendolo, e che non esiste un pendolo “fuori” di lui che gli chiede di essere studiato.
Energia e massa sono interconvertibili grazie al fatto che il fotone non ha massa, anche se la sua massa è considerata m=hv/c. Ma questa non è massa perché fotone e antifotone oscillano continuamente quindi abbiamo insieme massa e antimassa.
Il tempo è circolare, per cui anche lo spazio è circolare. v=s/t quindi anche la velocità è circolare.
Il Principio di Indeterminazione rivela che non riusciremo mai a comprendere la posizione di un elettrone quando vuoi misurare la sua energia. Ma in realtà l’Indeterminazione non esiste.
La presenza dell’antifotone spiega tutti gli sperimenti di fisica che sembrano mostrare violazione di certe leggi.
In realtà, la dualità non esiste. La luce e l’antiluce sono la stessa cosa. Noi non siamo buoni o cattivi, ma siamo buoni e cattivi e insieme.
Evideon significa che noi siamo i costruttori dell’universo e che la dualità non esiste.
Si vince quando si fa esperienza. Quando perdiamo con uno più bravo, allora, abbiamo vinto perché abbiamo fatto esperienza.
Noi abbiamo già deciso cosa fare della nostra vita e come andrà a finire, ma non ce lo ricordiamo sennò non potremmo farne esperienza.
La coscienza non si è divisa in due per volere di Dio o per caso, ma perché è l’unica cosa che poteva generare la simmetria.
Quando ci saremo ricordati di essere uno, sapremo che siamo uno e tutti quanti insieme.
Essendo che noi siamo i creatori, non ha senso che ci lamentiamo delle situazioni che abbiamo creato.
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