Intervento di Gian Paolo Del Bianco a “Dialoghi sulla Coscienza” (10-11-12 aprile 2015, Villa Bertelli – Forte dei Marmi. Evento organizzato da Simona Barberi Eventi).
Tra gli argomenti del video:
Per noi occidentali la coscienza è identificata con l’io, con quella istanza che percepisce la realtà.
Le medicine tradizionali, come quella cinese, ayurvedica, tibetana, sono medicine antiche ma che esistono ancora. Esse necessitano di un guaritore.
Lo sciamano è considerato psicopompo, accompagnatore delle anime, ma allo stesso tempo è il guaritore, colui che cura.
Lo sciamano interviene presso il malato e vi costruisce intorno un cerchio di persone che partecipano all’attività terapeutica, formando un mandala umano. In quelle culture, infatti, si considera che se uno ha un problema, allora il problema è di tutti.
Oggi se un terapeuta vuole aiutare qualcuno, deve essere capace di creare con lui un cerchio nel quale vengono condivise delle cose. Ma il problema rimane a livello della singola persona, “interno”.
Nelle culture sciamaniche, una persona che si ammala è una persona che è stata colpita dall’esterno, quindi la persona non si sente colpevole o di meritare di stare male, però deve recuperare quella parte di sé che lei ha lasciato esposta: una parte della sua anima. Ma quanto accade a una persona, può accadere a chiunque altro del villaggio. Così il villaggio si chiude intorno al malato, come fanno i gruppi di animali intorno ai componenti malati o più deboli.
Per gli sciamani, il sogno aiuta il sognatore a capire dov’è il problema. Ma ha anche valenza terapeutica: attraverso il sogno la persona fa un primo tentativo di guarigione.
Se lo sciamano si limitasse a indicare al paziente in cosa cambiare, quell’informazione non gli arriverebbe, infatti ha bisogno di un filtro, di un simbolo.
Lo sciamano va a caccia di ciò che è stato tolto, strappato, per colmare un vuoto.
Oggi parleremmo di emozioni cristallizzate, di demoni interiori, entità che hanno il potere di togliere un pezzo di noi stessi.
In tutte le medicine di tradizione, la via per riammalarsi è fare sempre la stessa cosa che abbiamo fatto in passato.
Il trauma è una ferita che sanguina ancora. È il veleno della tarantola che fa soffrire la persona. Lo sciamano parte per un viaggio alla ricerca di quei simboli attraverso il quale il veleno può essere sconfitto.
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