Intervento di Alessandra Comneno, coautrice con Maurizio Balboni del libro Pratiche Sciamaniche (Anima Edizioni), al convegno Dialogando con gli Autori (Milano, novembre 2014)
Parlare di sciamanesimo non è semplice, perché lo sciamanesimo è estremamente pratico.
Lo sciamanesimo è l’arte di vivere in libertà. Molti anelano alla libertà, ma di fatto ne hanno grande paura, perché implica il lasciar andare.
Il nostro corpo in realtà è leggero, ma è reso pesante da quello che abbiamo nella testa e dai pensieri che non riusciamo a lasciar andare.
“Interpretare”, invece di lasciar andare, invece di prendere quello che c’è senza definirlo, è una camicia di forza.
Il mondo è uno specchio, significa che cerchiamo intorno a noi qualcosa che ci assomigli. Quando troviamo frammenti di noi, vi puntiamo l’attenzione e cominciamo a “tessere” nella nostra mente. Ma alla fine potremmo chiederci: ma chi è questa persona…?
Spesso cerchiamo nel mondo qualcosa che ci rassicuri sulla nostra identità. E quanta presunzione nel pensare di sapere tutto di un’altra persona… e di noi stessi.
In quale sogno siamo adesso? E in che sogno eravamo vent’anni fa?
Smettila di accumulare, ma usa il respiro. Prendi, ma anche butta. Se sei pieno di roba, nulla di nuovo può capitare.
La Ricapitolazione è una pratica tolteca che ci aiuta a lasciar andare il passato per fare spazio al presente.
La vita è pratica, non si può “sapere” nella testa. Ma spesso abbiamo resistenza a entrare nell’esperienza come prima cosa; vogliamo prima sapere.
Il Grande Spirito, il Mondo, Dio, siamo noi. Attraverso di noi Dio fa esperienza di se stesso e si osserva. Non c’è separazione fra tutte le sue parti.
Nello sciamanesimo non esistono “richieste”, perché lo sciamano non chiede, ma semplicemente agisce attraverso altre parti di sé, proiettate nel mondo, che si tratti delle nuvole, del fuoco o di altro.
.
Lascia un commento con Facebook