Conferenza di Jose Maffina autrice del CD+libro Ferite Emotive – Come guarirle con le Visualizzazioni Creative (Anima Edizioni). Milano, Libreria Gruppo Anima, 24 settembre 2016.
Tra gli argomenti del video:
La meditazione non è qualcosa di elitario e che si può fare solo in un certo modo e basta. Ogni meditazione è una buona meditazione; la cattiva meditazione è quella che non fai.
Per guarire le ferite emotive dobbiamo fare due operazioni: lasciar andare e sciogliere le energie.
Le ferite emotive esistono a un livello non consapevole e condizionano le nostre scelte.
Le neuroscienze ci rivelano che abbiamo una memori implicita: non possiamo verbalizzarla né ricordarla, ma è parte di noi.
Come facciamo a guarire le ferite di cui non abbiamo consapevolezza? Occorre uno strumento adeguato, e tale strumento è rappresentato dalle visualizzazioni.
Occorre che ci affidiamo al processo, lasciando che l’energia faccia quello che deve fare.
La visualizzazione creativa è una meditazione guidata che ci dà istruzioni su come procedere nella visualizzazione.
Ciò che il cervello visualizza mette in moto le stesse aree del cervello corrispondenti a una esperienza realmente vissuta.
Come facciamo a misurare il fatto che abbiamo sciolto una ferita emotiva? Ce lo dice il nostro navigatore interiore.
Spesso ci attacchiamo alle nostre certezze, anche quando sono dolorose, perché abbiamo paura di trovarci nell’ignoto e nel vuoto.
Il nostro corpo è programmato per autoguarirsi, non solo a livello fisico ma a livello emotivo.
Quando un evento doloroso ci colpisce, tendiamo a mandare in profondità il dolore. Vogliamo ignorarlo, ci mettiamo dentro un’armatura oppure mettiamo delle maschere
In psicologia quando un bambino nasce e non viene riconosciuto, visto o accudito, crea quella che è chiamata la ferita primaria. È la negazione del diritto a esistere. La persona con questa ferita tende a allontanarsi per evitare di incorrere nel rifiuto. Questa ferita farà di noi dei fuggitivi.
Questo tipo di ferita è connesso con il chakra della radice, che è il chakra della famiglia, della stabilità, della capacità di possedere delle cose.
La ferita dell’abbandono accade quando non abbiamo avuto l’amore che ci aspettavamo e di cui avevamo bisogno. Allora diventiamo dipendenti dagli affetti e dall’approvazione altrui, pur di evitare di rischiare di essere abbandonati. Ti sposo a qualsiasi compromesso.
Il chakra leso in quest’ultima ferita è il chakra del cuore, quello delle relazioni. Le nostre relazioni saranno allora disarmoniche.
Il quarto chakra può essere compromesso anche dalla ferita del tradimento. Questa ferita si crea anche da adulti, quando per esempio abbiamo messo tutta la nostra energia in una relazione che poi viene tradita.
La reazione a questa ferita ci fa diventare dei controllori, perché la nostra fiducia è stata tradita.
Anche il secondo chakra viene leso da questa ferita, perché è il chakra della sessualità e del piacere. Non siamo più in grado di sentire il nostro corpo e ci viene negato il diritto alla gioia.
Potremmo aver subito un’ingiustizia, allora diventiamo rigidi e poco elastici perché ci mettiamo a perseguire una giustizia perfetta.
Un’altra ferita è quella dell’umiliazione, che ci lascia alla mercè degli altri e nella perenne certezza che è sempre colpa nostra.
In questo caso il chakra che viene compromesso è il terzo, il chakra del potere e della volontà, connesso anche alla rabbia. Un terzo chakra leso comporta una volontà debole e una cattiva autostima.
Tutte queste risposte alle nostre ferite sono delle gabbie che ci rinchiudono senza via d’uscita.
A volte troviamo la via di fuga nelle nostre debolezze. Per esempio, il mangiare in modo compulsivo. Oppure ci rifuggiamo nell’alcool. Altre vie di fuga possono essere il sesso stesso o l’attaccamento al denaro o alle cose da comprare.
Alcuni invece reagiscono alle loro ferite emotive credendo di essere parte di un mondo maligno che se la prende con loro.
Tutte le ferite cambiano i nostri rapporti con gli altri e con il mondo ma a un certo punto ci spingono a cercare una soluzione, allora ci mettiamo in viaggio alla ricerca di noi stessi.
Il primo passo di questo viaggio ci chiede un atto di fiducia, perché non sappiamo quello che troveremo.
Scendere dentro di noi è un viaggio dove la ragione non può accompagnarci, per questo ci serve uno strumento come le visualizzazioni.
Chiunque ha la capacità di visualizzare, ma chi crede di non poterlo fare è perché crede che visualizzare significhi chiudere gli occhi ed entrare subito in un film, ma non sempre è così.
Un buon esercizio per allenare la capacità di visualizzare è: fissate un oggetto qualsiasi per un po’, poi chiudete gli occhi e lo richiamate alla mente con tutti i particolari.
La ferita ci ha portato una lezione ma nel momento in cui l’abbiamo imparata dobbiamo lasciarla andare.
Mentre visualizziamo è importante non giudicare tutto quello che appare e che vediamo durante il processo.
La guarigione spirituale consiste nel cambiare il nostro panorama interiore.
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